Pedalando verso una nuova me: la mia storia d’amore con la bici e una vita più leggera

Jenoir

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "buongiorno" visto che scrivo con il sole che mi scalda la schiena dopo una pedalata! Oggi voglio raccontarvi un po’ di me e di come la bici sia diventata la mia compagna di vita, non solo per perdere peso, ma per ritrovarmi.
Qualche anno fa mi guardavo allo specchio e non mi riconoscevo più. Chili di troppo, stanchezza, e una sensazione di essere sempre un passo indietro rispetto a quello che volevo essere. Poi, quasi per caso, ho rispolverato una vecchia bici che avevo in garage. All’inizio era solo un modo per muovermi, ma pedalata dopo pedalata è diventata una storia d’amore. Non parlo solo di calorie bruciate – anche se, vi assicuro, ne ho lasciate tante sull’asfalto – ma di come mi sono sentita viva, leggera, libera.
Ho iniziato piano, con giri brevi vicino casa, magari 20-30 minuti. Non avevo chissà che attrezzatura: una bici semplice, un casco comprato al volo e una borraccia. Ma sapete una cosa? Mi bastava. Col tempo ho capito che il segreto non era solo pedalare, ma farne un pezzo della mia giornata. Andare al lavoro in bici, fare la spesa, o semplicemente uscire senza meta per respirare. Ogni uscita era un regalo: il vento in faccia, i muscoli che si svegliavano, e sì, anche qualche chilo che se ne andava quasi senza che me ne accorgessi.
Poi è arrivata la parte divertente: scegliere l’attrezzatura giusta. Non sono una professionista, sia chiaro, ma ho imparato che un buon paio di pantaloncini imbottiti ti salva la vita (e non solo in senso figurato!). La mia bici adesso è una gravel, perfetta per mischiare strada e sterrato, e ho una passione segreta per le borracce colorate – ne ho una per ogni umore. Non sottovalutate mai l’importanza di idratarsi bene, soprattutto nelle giornate lunghe: acqua, un pizzico di sale e qualche goccia di limone mi tengono su meglio di qualsiasi energy drink.
Integrare la bici nella vita non è stato difficile, ma ci vuole un po’ di organizzazione. Esco almeno 4 volte a settimana, a volte all’alba quando tutto è silenzioso, altre volte al tramonto per scaricare la giornata. Non seguo diete rigide tipo keto o paleo – rispetto chi le ama, ma non fanno per me. Mangio sano, sì, però con la bici ho capito che il corpo sa regolarsi da solo se lo ascolti. Più pedalo, più mi sento in equilibrio, e i minerali che perdo sudando li recupero con frutta, verdura e qualche integratore naturale quando serve.
Non vi sto dicendo di mollare tutto e salire in sella domani, ma se cercate un modo per volervi bene, provate. Magari iniziate con una passeggiata in bici nel parco, senza fretta. Per me è stato un viaggio lento, dolce, che mi ha riportato a una versione di me stessa che non sapevo nemmeno di avere. E voi, avete mai pensato di lasciarvi trasportare da due ruote?
 
Ehilà, pedalatrice del sole! La tua storia d’amore con la bici sembra uscita da un film romantico, ma con meno drammi e più sudore, immagino. Io invece sono qui, a combattere la mia personale tragedia notturna: il frigo che mi chiama dopo mezzanotte. Altro che vento in faccia, il massimo dell’aria che sento è quella del ventilatore mentre mi abbuffo di avanzi.

Devo dire, però, che mi hai quasi convinto con questa faccenda della bici. Quasi. Magari se riuscissi a pedalare via la voglia di uno spuntino alle tre di notte, potrei finalmente smettere di sentirmi un vampiro della dispensa. I tuoi giri all’alba o al tramonto suonano poetici, ma io a quell’ora sono ancora impegnata a litigare con me stessa sul perché ho aperto quel pacchetto di biscotti.

I pantaloncini imbottiti e le borracce colorate? Ok, mi hai preso: adoro l’idea di avere un accessorio per ogni umore, anche se il mio sarebbe sempre “nero come la mia forza di volontà”. Sul serio, però, mi sa che proverò a rispolverare la vecchia cyclette in cantina. Non sarà una gravel, ma almeno non rischio di perdermi sullo sterrato mentre cerco di dimenticare la pizza di ieri sera. Grazie per il racconto, mi hai dato una scusa per muovermi… o almeno per sognarlo mentre finisco le patatine!
 
Ciao, compagna di pedalate e di battaglie notturne! La tua lotta col frigo mi ha fatto sorridere, ti capisco fin troppo bene: quel richiamo dopo mezzanotte è una prova di resistenza che metterebbe in crisi anche i più stoici. Però, sai, la bici potrebbe essere la tua alleata anche lì. Immagina: invece di aprire la dispensa, sali in sella alla cyclette e pedali via le tentazioni. Non serve un’alba poetica, basta qualche giro per stancarti quel tanto che serve a preferire il letto ai biscotti.

Io sono fissata col metodo Montignac, lo ammetto. Non è solo pedalare, ma anche scegliere i carboidrati giusti. Tipo, lascia stare le patatine e prendi un po’ di carote crude: glicemico basso, ti saziano senza appesantirti e non ti fanno sentire un vampiro pentito. Ti passo una mini-tabella se vuoi: zucchine, spinaci, broccoli, tutti sotto i 50 di indice glicemico, perfetti per non cedere al richiamo della pizza. Altro che calorie contate a vuoto, qui si tratta di qualità.

La cyclette in cantina è un ottimo inizio, altro che gravel o sterrato. Mettici una borraccia colorata, magari verde come la tua nuova forza di volontà, e vedrai che il movimento ti prende. Non serve strafare, basta cominciare. La tua storia col frigo potrebbe trasformarsi in una commedia leggera, altro che tragedia! Fammi sapere come va, ok?
 
Ciao, compagna di pedalate e di battaglie notturne! La tua lotta col frigo mi ha fatto sorridere, ti capisco fin troppo bene: quel richiamo dopo mezzanotte è una prova di resistenza che metterebbe in crisi anche i più stoici. Però, sai, la bici potrebbe essere la tua alleata anche lì. Immagina: invece di aprire la dispensa, sali in sella alla cyclette e pedali via le tentazioni. Non serve un’alba poetica, basta qualche giro per stancarti quel tanto che serve a preferire il letto ai biscotti.

Io sono fissata col metodo Montignac, lo ammetto. Non è solo pedalare, ma anche scegliere i carboidrati giusti. Tipo, lascia stare le patatine e prendi un po’ di carote crude: glicemico basso, ti saziano senza appesantirti e non ti fanno sentire un vampiro pentito. Ti passo una mini-tabella se vuoi: zucchine, spinaci, broccoli, tutti sotto i 50 di indice glicemico, perfetti per non cedere al richiamo della pizza. Altro che calorie contate a vuoto, qui si tratta di qualità.

La cyclette in cantina è un ottimo inizio, altro che gravel o sterrato. Mettici una borraccia colorata, magari verde come la tua nuova forza di volontà, e vedrai che il movimento ti prende. Non serve strafare, basta cominciare. La tua storia col frigo potrebbe trasformarsi in una commedia leggera, altro che tragedia! Fammi sapere come va, ok?
Ehi, compagna di pedali e di sfide quotidiane! Il tuo messaggio mi ha colpita, soprattutto quel dettaglio sulle incursioni notturne al frigo: è una lotta che conosco bene, quasi un rituale che ti testa quando sei più vulnerabile. La tua idea della cyclette come scaccia-tentazioni è geniale, sai? Me la immagino proprio: invece di cedere al richiamo di uno spuntino, accendi una luce soffusa, metti un po’ di musica ritmata e via, a pedalare quel tanto che basta per cambiare prospettiva. Non è solo questione di stancarsi, ma di trasformare un momento di debolezza in uno di controllo, e questo per la testa è un toccasana.

Io sono una di quelle che ha notato quanto il movimento, anche leggero, sciolga i nodi dell’ansia. Non parlo di grandi imprese, tipo scalare colline in bici da corsa, ma di quei 20-30 minuti in cui il corpo si attiva e la mente si alleggerisce. La tua cyclette in cantina potrebbe essere perfetta per questo: non devi nemmeno uscire di casa, basta salirci sopra e lasciare che il ritmo dei pedali ti resetti. E poi, come dici tu, non serve strafare: la costanza batte l’intensità, almeno per chi come me cerca più pace interiore che addominali scolpiti.

Sul discorso cibo, capisco la tua passione per Montignac e la scelta dei carboidrati furbi. Io ho sperimentato qualcosa di simile: quando ho iniziato a preferire una manciata di mandorle o un piatto di verdure croccanti a robe zuccherate o troppo elaborate, ho visto la differenza. Non è solo il corpo che ringrazia, ma anche l’umore. Tipo, dopo una giornata pesante, se mangio leggero e pedalo un po’, mi sento meno incastrata nei pensieri. Zucchine e broccoli sono diventati i miei alleati, e non perché sono una fanatica della dieta, ma perché mi tengono stabile senza quel senso di colpa che arriva dopo una fetta di pizza di troppo.

La tua borraccia verde mi piace come immagine: un piccolo simbolo di un nuovo inizio. Io ho una teoria: associare il movimento a qualcosa di concreto, come un oggetto o un’abitudine, aiuta a renderlo reale. Magari prova a tenere vicino alla cyclette un quaderno dove segnare quanto pedali o come ti senti dopo: per me funziona, mi dà un senso di progresso. La lotta col frigo può davvero diventare una storia diversa, una di quelle che racconti ridendo. Fammi sapere se provi, sono curiosa di vedere come evolve la tua avventura!