Cinque chili volati via come foglie d’autunno: il mio viaggio con un alleato al polso

murafa

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari solo un sussurro al vento per chi ha voglia di ascoltare. Cinque chili se ne sono andati, leggeri come foglie d’autunno che danzano via dagli alberi, e io mi sento un po’ più vicino a quel me stesso che sognavo sotto strati di dubbi e incertezze. È stato un mese di passi incerti, di mattine in cui il sole mi trovava già sveglio, con il cuore che batteva al ritmo di una promessa fatta a me stesso.
Non è stato facile, sapete? Ogni tanto la bilancia sembrava guardarmi con un sorriso beffardo, immobile, come a dirmi “provaci ancora”. Ma poi, un giorno, ho visto quel numero scendere, e mi è sembrato che il mondo intero si fosse messo a cantare. Ho camminato tanto, con un piccolo compagno al polso che contava i miei passi come un poeta conta le stelle: silenzioso, discreto, ma sempre lì a ricordarmi che ogni passo era un verso della mia storia. Mangiavo meno di quel che desideravo, ma più di quel che temevo – insalate che profumavano di primavera, zuppe calde come abbracci nelle sere d’inverno.
Ora però mi fermo un attimo, con il fiato corto e il cuore pieno di domande. Come si va avanti quando il corpo inizia a rallentare, quando la voglia di un dolce sussurra più forte del vento tra gli alberi? Vorrei che questi chili continuassero a volare via, ma ho paura di perdermi tra le foglie cadute. Qualcuno di voi ha mai sentito questo tremolio, questo equilibrio fragile tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere? Mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto a non mollare, quali trucchi avete trovato per ingannare la fame o per rendere i giorni più leggeri. Io, per ora, confido nel mio alleato silenzioso, che vibra piano quando mi fermo troppo a lungo, come a dire “coraggio, un altro passo”.
Aspetto i vostri racconti, magari davanti a una tazza di tè, mentre fuori le foglie continuano a cadere e io provo a non cadere con loro. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, di tendermi una mano in questo viaggio che, lo so, non è ancora finito.
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo un sussurro al vento per chi ha voglia di ascoltare. Cinque chili se ne sono andati, leggeri come foglie d’autunno che danzano via dagli alberi, e io mi sento un po’ più vicino a quel me stesso che sognavo sotto strati di dubbi e incertezze. È stato un mese di passi incerti, di mattine in cui il sole mi trovava già sveglio, con il cuore che batteva al ritmo di una promessa fatta a me stesso.
Non è stato facile, sapete? Ogni tanto la bilancia sembrava guardarmi con un sorriso beffardo, immobile, come a dirmi “provaci ancora”. Ma poi, un giorno, ho visto quel numero scendere, e mi è sembrato che il mondo intero si fosse messo a cantare. Ho camminato tanto, con un piccolo compagno al polso che contava i miei passi come un poeta conta le stelle: silenzioso, discreto, ma sempre lì a ricordarmi che ogni passo era un verso della mia storia. Mangiavo meno di quel che desideravo, ma più di quel che temevo – insalate che profumavano di primavera, zuppe calde come abbracci nelle sere d’inverno.
Ora però mi fermo un attimo, con il fiato corto e il cuore pieno di domande. Come si va avanti quando il corpo inizia a rallentare, quando la voglia di un dolce sussurra più forte del vento tra gli alberi? Vorrei che questi chili continuassero a volare via, ma ho paura di perdermi tra le foglie cadute. Qualcuno di voi ha mai sentito questo tremolio, questo equilibrio fragile tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere? Mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto a non mollare, quali trucchi avete trovato per ingannare la fame o per rendere i giorni più leggeri. Io, per ora, confido nel mio alleato silenzioso, che vibra piano quando mi fermo troppo a lungo, come a dire “coraggio, un altro passo”.
Aspetto i vostri racconti, magari davanti a una tazza di tè, mentre fuori le foglie continuano a cadere e io provo a non cadere con loro. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, di tendermi una mano in questo viaggio che, lo so, non è ancora finito.
Ehi, un saluto che sa di vento d’autunno, o forse solo un cenno a chi passa di qui! La tua storia mi ha preso il cuore, sai? Quelle foglie che volano via, i cinque chili che danzano leggeri… sembra quasi poesia, ma di quella vera, che si sente sulla pelle. Ti capisco fin troppo bene, perché anch’io sono qui, a lottare con quella vocina che mi dice “riposati, mangia qualcosa di buono, che male c’è?”. Eppure, leggere di te, del tuo alleato al polso, dei tuoi passi contati come stelle, mi ha fatto venir voglia di tirarmi su dal divano e provarci ancora.

“Come заставить себя начать?”, dici. Beh, io sono il re della procrastinazione, uno che rimanda pure il caffè del mattino! Ma ti racconto una cosa: l’altro giorno ho vinto una piccola battaglia. Era una di quelle mattine grigie, il letto mi abbracciava e la pioggia batteva sui vetri come a dirmi “resta qui”. Invece, mi sono messo le scarpe, ho preso il mio ombrello e sono uscito. Non ho fatto chissà cosa, solo una passeggiata sotto gli alberi spogli, ma quando sono tornato mi sentivo… vivo. Non so, forse è stato il freddo che mi pizzicava le guance o il rumore delle foglie sotto i piedi, ma per una volta non mi sono sentito fermo.

Per andare avanti, credo ci voglia un trucco personale, qualcosa che ti accende. Per me è stato scoprire che posso rendere i giorni più leggeri con piccole cose: una playlist che mi fa muovere, un tè speziato che sa di bosco, o anche solo immaginarmi tra un mese, più vicino a quel “me” che voglio essere. La fame? Quella la inganno con una ciotola di verdure colorate – zucchine, carote, un filo d’olio e un pizzico di curcuma, che mi fa sentire come se stessi coccolando il corpo, non punendolo. Non è proprio una torta al cioccolato, ma ti giuro che dopo mi sento meno in colpa e più fiero.

Quando il corpo rallenta e la voglia di dolce urla, io provo a distrarmi. Magari esco, guardo le foglie cadere come te, o mi metto a scrivere qui, come ora, per ricordarmi perché ho iniziato. Il tuo alleato che vibra è un genio, comunque – il mio a volte mi dà una scossa quando sto troppo fermo, e anche se lo maledico, alla fine lo ringrazio. Forse è questo il segreto: trovare qualcosa che ti spinga, che sia un braccialetto, un pensiero, o anche solo una promessa sussurrata al vento.

Non mollare, eh? Le foglie cadono, sì, ma gli alberi restano in piedi, pronti per la primavera. E tu sei più forte di quel che pensi – me lo dice il modo in cui scrivi, il modo in cui cammini. Io sono qui, magari con un’insalata in mano e un sogno nel cuore, a fare il tifo per te. Raccontami ancora, se ti va – davanti a quel tè, mentre il mondo fuori si spoglia e noi, passo dopo passo, ci ritroviamo.
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo un sussurro al vento per chi ha voglia di ascoltare. Cinque chili se ne sono andati, leggeri come foglie d’autunno che danzano via dagli alberi, e io mi sento un po’ più vicino a quel me stesso che sognavo sotto strati di dubbi e incertezze. È stato un mese di passi incerti, di mattine in cui il sole mi trovava già sveglio, con il cuore che batteva al ritmo di una promessa fatta a me stesso.
Non è stato facile, sapete? Ogni tanto la bilancia sembrava guardarmi con un sorriso beffardo, immobile, come a dirmi “provaci ancora”. Ma poi, un giorno, ho visto quel numero scendere, e mi è sembrato che il mondo intero si fosse messo a cantare. Ho camminato tanto, con un piccolo compagno al polso che contava i miei passi come un poeta conta le stelle: silenzioso, discreto, ma sempre lì a ricordarmi che ogni passo era un verso della mia storia. Mangiavo meno di quel che desideravo, ma più di quel che temevo – insalate che profumavano di primavera, zuppe calde come abbracci nelle sere d’inverno.
Ora però mi fermo un attimo, con il fiato corto e il cuore pieno di domande. Come si va avanti quando il corpo inizia a rallentare, quando la voglia di un dolce sussurra più forte del vento tra gli alberi? Vorrei che questi chili continuassero a volare via, ma ho paura di perdermi tra le foglie cadute. Qualcuno di voi ha mai sentito questo tremolio, questo equilibrio fragile tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere? Mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto a non mollare, quali trucchi avete trovato per ingannare la fame o per rendere i giorni più leggeri. Io, per ora, confido nel mio alleato silenzioso, che vibra piano quando mi fermo troppo a lungo, come a dire “coraggio, un altro passo”.
Aspetto i vostri racconti, magari davanti a una tazza di tè, mentre fuori le foglie continuano a cadere e io provo a non cadere con loro. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, di tendermi una mano in questo viaggio che, lo so, non è ancora finito.
No response.
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo un sussurro al vento per chi ha voglia di ascoltare. Cinque chili se ne sono andati, leggeri come foglie d’autunno che danzano via dagli alberi, e io mi sento un po’ più vicino a quel me stesso che sognavo sotto strati di dubbi e incertezze. È stato un mese di passi incerti, di mattine in cui il sole mi trovava già sveglio, con il cuore che batteva al ritmo di una promessa fatta a me stesso.
Non è stato facile, sapete? Ogni tanto la bilancia sembrava guardarmi con un sorriso beffardo, immobile, come a dirmi “provaci ancora”. Ma poi, un giorno, ho visto quel numero scendere, e mi è sembrato che il mondo intero si fosse messo a cantare. Ho camminato tanto, con un piccolo compagno al polso che contava i miei passi come un poeta conta le stelle: silenzioso, discreto, ma sempre lì a ricordarmi che ogni passo era un verso della mia storia. Mangiavo meno di quel che desideravo, ma più di quel che temevo – insalate che profumavano di primavera, zuppe calde come abbracci nelle sere d’inverno.
Ora però mi fermo un attimo, con il fiato corto e il cuore pieno di domande. Come si va avanti quando il corpo inizia a rallentare, quando la voglia di un dolce sussurra più forte del vento tra gli alberi? Vorrei che questi chili continuassero a volare via, ma ho paura di perdermi tra le foglie cadute. Qualcuno di voi ha mai sentito questo tremolio, questo equilibrio fragile tra ciò che è stato e ciò che potrebbe essere? Mi piacerebbe sapere cosa vi ha spinto a non mollare, quali trucchi avete trovato per ingannare la fame o per rendere i giorni più leggeri. Io, per ora, confido nel mio alleato silenzioso, che vibra piano quando mi fermo troppo a lungo, come a dire “coraggio, un altro passo”.
Aspetto i vostri racconti, magari davanti a una tazza di tè, mentre fuori le foglie continuano a cadere e io provo a non cadere con loro. Grazie a chi avrà voglia di rispondermi, di tendermi una mano in questo viaggio che, lo so, non è ancora finito.
Ehi, un saluto veloce come un passo leggero! La tua storia mi ha fatto sorridere, sai? Quel tuo alleato al polso sembra un amico fidato, e mi piace come racconti di foglie che volano via. Io punto al minimo sforzo: mangio meno, cammino quando posso, magari fino al parco e ritorno. Quando la voglia di dolce bussa, bevo un bicchiere d’acqua fredda, mi distrae quel tanto che basta. Non mollare, eh? Ogni passo è un pezzo di strada in meno da fare.
 
Ehi, un saluto veloce come un passo leggero! La tua storia mi ha fatto sorridere, sai? Quel tuo alleato al polso sembra un amico fidato, e mi piace come racconti di foglie che volano via. Io punto al minimo sforzo: mangio meno, cammino quando posso, magari fino al parco e ritorno. Quando la voglia di dolce bussa, bevo un bicchiere d’acqua fredda, mi distrae quel tanto che basta. Non mollare, eh? Ogni passo è un pezzo di strada in meno da fare.
Ciao, un soffio di vento per raggiungerti. Le tue parole mi hanno colpito, sai? Io sono a sei mesi dal parto, e tre chili sono già svaniti, come ombre che si dissolvono all’alba. Cammino con il passeggino, il cuore che batte forte, mentre il mio braccialetto conta passi che sembrano promesse. La fame di dolci mi tende agguati, ma la scaccio con un tè caldo e un respiro profondo. Per andare avanti? Mi ripeto che ogni passo è per me, per lei, per tornare a sentirmi leggera. Tu continua, non sei solo in questo volo.