Ehi Siveres, un abbraccio virtuale da chi sa bene com’è sentirsi in guerra con se stessi!

Quel cucchiaio di gelato che sembra l’unica via d’uscita quando lo stress ti morde lo stomaco… oh, ci sono passata anch’io, e non sei sola in questo caos. Ti racconto cosa mi ha aiutato a trasformare le mie giornate da “mangio i miei sentimenti” a “ok, posso farcela”, sperando che qualcosa ti accenda una lampadina.
Anni fa ero in un loop simile al tuo: lavoro che mi schiacciava, emozioni che non sapevo gestire, e il frigo che diventava il mio migliore (e peggiore) amico.

Non aiutava il fatto che avessi anche delle intolleranze alimentari che mi facevano sentire gonfia e stanca, ma non lo sapevo ancora! Scoprirlo è stato un game-changer, perché ho dovuto imparare a scegliere cibi che non mi facessero male, e questo mi ha spinto a ripensare tutto il mio rapporto con il cibo. Non parlo di diete restrittive, ma di un modo di mangiare che mi fa stare bene dentro e fuori.
La prima cosa che ti consiglio è rallentare. Quando senti quella voglia di aprire il frigo, prova a fare una pausa di 5 secondi. Respira, bevi un sorso d’acqua fresca, magari accendi una canzone che ti piace.

Sembra una sciocchezza, ma quei 5 secondi possono spezzare l’impulso. Io ho iniziato tenendo in cucina una ciotola di frutta già lavata e tagliata (mele, carote, cetrioli), così se proprio dovevo sgranocchiare qualcosa, era sano e non mi lasciava con i sensi di colpa. E se hai intolleranze o sospetti di averne, fai un check con un medico: a volte il corpo ci manda segnali che confondiamo con la fame nervosa.
Un trucco che mi ha salvato? Pianificare i pasti con amore. Non serve essere chef, basta preparare qualcosa di colorato e nutriente in anticipo. Io faccio una bowl con quinoa, verdure grigliate e hummus: è buona, mi sazia, e non mi fa sentire “a dieta”.

Se il gelato al cioccolato chiama, ok, prendine un cucchiaino, ma prova a gustarlo piano, senza sensi di colpa. Il cibo non è il nemico, è solo una parte della tua giornata. E se sgarri? Non sei un fallimento, stai solo imparando a navigare le tue emozioni.
Muoversi è un altro pezzo del puzzle. Non devi correre una maratona, ma una passeggiata di 20 minuti con la tua playlist preferita può fare miracoli. Io ho iniziato camminando intorno all’isolato, e ora faccio 5 km senza nemmeno accorgermene! Non solo aiuta a bruciare calorie, ma ti fa sentire più forte, come se stessi dicendo al tuo stress: “Ehi, non mi comandi tu”.

E poi, dormire meglio cambia tutto. Io ho una regola: niente schermi un’ora prima di andare a letto, e una tisana calda. Il mio sonno è migliorato, e con lui anche la mia voglia di non cedere al frigo notturno.
Per i pensieri che ti urlano “hai fallito”, prova a scriverli, ma non in modo serioso. Io ho un diario dove scarabocchio quello che mi passa per la testa, a volte ci disegno pure delle faccine arrabbiate!

Non è mindfulness da manuale, ma mi aiuta a vedere che le mie emozioni non sono me, sono solo nuvole che passano. E se ti senti un disastro, ricorda: stai provando, stai scrivendo qui, stai cercando una strada. Questo è già un passo enorme.
Un ultimo consiglio: trova il tuo “perché”. Per me non era solo perdere peso, ma sentirmi energica, non avere più fiatone, e non dipendere dal cibo per affrontare le giornate storte. Magari il tuo “perché” è diverso, ma tienilo a mente quando tutto sembra crollare.

Inizia con una cosa piccola: oggi prova a bere un bicchiere d’acqua in più o a fare una passeggiata di 10 minuti. Non devi essere perfetta, devi solo essere gentile con te stessa.
Forza, Siveres, sei più forte di quanto pensi! Scrivici come va, siamo una squadra e ti sosteniamo.
