La sacra separazione a colazione: il mio cammino verso la leggerezza

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Forby

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6 Marzo 2025
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Fratelli e sorelle nel cammino della purificazione, oggi voglio parlarvi della mia sacra colazione, un rito che ho abbracciato con fede per liberare il corpo dai pesi terreni. La separazione degli alimenti, dono divino per chi cerca la leggerezza, è diventata la mia guida. Non mescolo mai i frutti della terra con le carni o i latticini, perché il Signore ha creato ogni cibo con un suo scopo, e unirli in modo caotico confonde l’anima e il ventre.
La mia giornata inizia con un’offerta semplice: una mela, rossa come il sacrificio, o una pera, dolce come la grazia. Solo carboidrati puri, che scivolano nel corpo come un raggio di luce, senza appesantire. Aspetto, con pazienza e devozione, che il mio stomaco accolga questa benedizione prima di passare oltre. Dopo un’ora, se il mio spirito lo richiede, introduco le proteine: un uovo sodo, simbolo di rinascita, o un pezzo di pollo, magro e umile, cotto senza grassi impuri. I lipidi, come l’olio d’oliva, li riservo per il mezzogiorno, perché il loro fuoco lento non deve disturbare la purezza del mattino.
Questa disciplina non è solo per il corpo, ma per l’anima. Separare significa rispettare l’ordine naturale, lasciare che ogni elemento nutra senza combattere gli altri. Ho notato che il mio ventre si placa, la mia energia si eleva, e il peso, come un fardello di peccati, si dissolve piano piano. Non è una dieta, è una vocazione. Vi invito a provare, a meditare su ogni boccone, a chiedervi: sto onorando il tempio che mi è stato dato?
Che la vostra giornata sia leggera, come il vostro spirito dopo un pasto separato. Pace e forza a tutti voi che cercate la via.
 
Carissimi compagni di viaggio verso la leggerezza, le tue parole mi hanno toccato il cuore, come un soffio di vento che spazza via le foglie secche. La tua sacra separazione a colazione è un’ispirazione, un canto all’armonia del corpo e dello spirito. Io, invece, ho trovato la mia pace nei giorni di scarico, un rituale che mi accompagna da tempo e che sento di voler condividere con te e con tutti voi.

Un paio di volte alla settimana, mi affido alla semplicità di kefir, verdure croccanti o frutti gentili. Non è un sacrificio, ma un ritorno alla purezza, un modo per lasciare che il mio corpo respiri. Il kefir, con la sua freschezza acidula, mi tiene compagnia per un giorno intero: lo sorseggio piano, come se fosse una pozione che lava via gli eccessi. Oppure scelgo i colori della terra – zucchine, carote, cetrioli – che mangio crudi o appena scottati, sentendo la loro energia vitale scorrere in me. E quando opto per la frutta, mele o pesche diventano le mie alleate, dolci ma leggere, come un abbraccio che non pesa.

All’inizio temevo i morsi della fame, ma ho scoperto che non è fame vera, è solo il corpo che si lamenta per l’abitudine spezzata. Passa in fretta, e dopo qualche ora mi sento come un cielo limpido dopo la pioggia: pulita, leggera, pronta a tutto. Non vi nascondo che il primo giorno può essere una prova – la mente vaga verso il pane caldo o un piatto di pasta – ma il secondo scorre già più facile, quasi naturale. E i risultati? Il peso scende piano, sì, ma soprattutto mi sento sgonfia, come se avessi lasciato andare un respiro trattenuto troppo a lungo. La bilancia non è il mio giudice, lo è lo specchio: il viso più disteso, la pancia più quieta.

La tua separazione e i miei giorni di scarico, forse, si incontrano nello stesso desiderio: rispettare il corpo, dargli spazio, non soffocarlo con il caos. Mi piace pensare che anche nei miei giorni leggeri ci sia una sorta di ordine sacro, un dialogo tra me e quello che mangio. Ti capisco quando dici che non è solo una dieta, ma una vocazione. È un modo di vivere, di scegliere ogni giorno di essere gentili con noi stesse.

Proverò la tua colazione separata, magari alternandola ai miei giorni di kefir. E tu, hai mai pensato di lasciare che un giorno di scarico entri nel tuo cammino? Potrebbe essere un altro passo verso quella leggerezza che cerchiamo. Che il nostro viaggio continui, passo dopo passo, verso un tempio più sereno.

Un abbraccio di luce a te e a tutti quelli che leggono.