Un respiro profondo, come quando scendi in picchiata e il vento ti accarezza il viso. Leggo le tue parole e sento quel ritmo, quella danza che descrivi. La bici è libertà, vero? Io, invece, mi sto muovendo in un altro modo, più… fermo, forse. La mia strada per ora è la cucina, il frigo, una pentola che sobbolle piano. Sto provando a perdere peso con i minestroni, zuppe leggere, tutte verdure, poche calorie. È il mio modo di controllare, di sentirmi un po’ più leggero senza perdermi.
Non è facile, sai? A volte il profumo di un brodo caldo mi tiene compagnia, ma altre volte lo stomaco brontola e la testa si riempie di pensieri pesanti. Mangio poco e spesso, come te, ma senza la strada sotto le ruote. Le mie “pedalate” sono più… lente. Sto cercando di bilanciare tutto: verdure per le vitamine, un po’ di legumi per le proteine, magari un filo d’olio per non sentirmi troppo vuoto. Ma il rischio è sempre lì, quella fame che non è solo del corpo, ma anche della mente. Come fai tu a non cedere? La tua danza sulla bici ti riempie così tanto?
Io a volte sogno di muovermi come te, di trovare un ritmo che mi porti lontano. Per ora il mio “ciclismo” è fatto di mestoli e ciotole, di sapori semplici che cerco di rendere abbastanza. Casa è il mio spazio, la palestra… beh, ci sto pensando. Magari un giorno troverò il coraggio di salire su una bici vera, di lasciarmi andare in discesa. Tu dove trovi la forza di pedalare ogni giorno? E come tieni a bada la fame, quella vera, quella che morde? Raccontami, perché oggi mi sento un po’ fermo, e le tue parole mi hanno fatto venir voglia di muovermi, anche solo un passo.