Ehi, anime in corsa senza meta!
Correre, sudare, contare calorie come se fosse una gara contro il tempo. Ma vi siete mai fermati a chiedervi: e se il vero cardio fosse nella testa? Non parlo di saltelli o tapis roulant che ronzano come api impazzite, ma di quel motore silenzioso che abbiamo dentro, quello che non si allena con i pesi o con sprint su un sentiero fangoso. Intuizione, sì, proprio lei. Mangiare quando il corpo sussurra "ho fame" e non quando l’orologio ticchetta "è ora".
Io ho smesso di inseguire numeri. Bilance, cronometri, battiti al minuto? Li ho mandati a quel paese. Dimagrire non è una maratona con un traguardo di sudore, è un gioco strano, quasi un ballo storto con i tuoi pensieri. Ti siedi, ascolti. La fame non è un nemico da combattere a colpi di insalata scondita, ma un messaggio. E se lo ignori, lui urla più forte, ti fa inciampare in un barattolo di crema spalmabile alle due di notte.
Il cardio va bene, eh, non dico di no. Ma siamo sicuri che bruciare calorie sia la chiave? O forse è solo un cerotto su una ferita che sta altrove? Io ho scoperto che il peso se ne va quando smetti di trattarti come un esperimento da laboratorio. Niente diete che ti strangolano, niente regole da scolpire nella pietra. Mangio pizza se mi va, ma non tre teglie solo perché "ho sgarato". È un equilibrio storto, lo ammetto, ma funziona.
E poi, parliamoci chiaro: il cuore batte lo stesso, no? Che tu corra o che tu stia fermo a pensare. Forse il vero allenamento è capire perché corriamo, più che quanto. Dimagrire con la testa è un casino, un viaggio senza mappa, ma almeno non finisci con le ginocchia a pezzi e l’umore sotto le scarpe. Qualcuno ci ha mai provato? O siete tutti ancora lì a cronometrare i vostri giri?
Correre, sudare, contare calorie come se fosse una gara contro il tempo. Ma vi siete mai fermati a chiedervi: e se il vero cardio fosse nella testa? Non parlo di saltelli o tapis roulant che ronzano come api impazzite, ma di quel motore silenzioso che abbiamo dentro, quello che non si allena con i pesi o con sprint su un sentiero fangoso. Intuizione, sì, proprio lei. Mangiare quando il corpo sussurra "ho fame" e non quando l’orologio ticchetta "è ora".
Io ho smesso di inseguire numeri. Bilance, cronometri, battiti al minuto? Li ho mandati a quel paese. Dimagrire non è una maratona con un traguardo di sudore, è un gioco strano, quasi un ballo storto con i tuoi pensieri. Ti siedi, ascolti. La fame non è un nemico da combattere a colpi di insalata scondita, ma un messaggio. E se lo ignori, lui urla più forte, ti fa inciampare in un barattolo di crema spalmabile alle due di notte.
Il cardio va bene, eh, non dico di no. Ma siamo sicuri che bruciare calorie sia la chiave? O forse è solo un cerotto su una ferita che sta altrove? Io ho scoperto che il peso se ne va quando smetti di trattarti come un esperimento da laboratorio. Niente diete che ti strangolano, niente regole da scolpire nella pietra. Mangio pizza se mi va, ma non tre teglie solo perché "ho sgarato". È un equilibrio storto, lo ammetto, ma funziona.
E poi, parliamoci chiaro: il cuore batte lo stesso, no? Che tu corra o che tu stia fermo a pensare. Forse il vero allenamento è capire perché corriamo, più che quanto. Dimagrire con la testa è un casino, un viaggio senza mappa, ma almeno non finisci con le ginocchia a pezzi e l’umore sotto le scarpe. Qualcuno ci ha mai provato? O siete tutti ancora lì a cronometrare i vostri giri?