Mamma in missione: via i chili post-parto prima della spiaggia!

grzesibak

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6 Marzo 2025
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Ragazze, qui è una mamma in trincea che vi parla! Dopo il parto, mi guardo allo specchio e vedo un salvagente che non ho mai ordinato. Il mio piccolo terremoto mi tiene sveglia giorno e notte, e il tempo per me? Un miraggio! Ma sapete una cosa? Ho deciso che quest’estate sfilerò in spiaggia come una diva, altro che pancia da ciambella!
La mia giornata è un circo: pappe, pannolini, ninne nanne stonate, eppure ho trovato il modo di dichiarare guerra a questi chili ribelli. Altro che diete da rivista, qui si va di strategia furba! Colazione? Frullato veloce con quello che trovo in frigo: una banana, un po’ di latte e via, fatto in 30 secondi mentre il pupo strilla. Pranzo? Verdure al vapore preparate la sera, che tanto il multitasking è il mio superpotere. E per la cena, giuro, mi invento robe con una mano sola mentre con l’altra cullo il mio capo supremo.
Il movimento? Altro che palestra, io ballo coi cartoni animati! Metto Peppa Pig a tutto volume e via di twist col passeggino in salotto. Sudare si suda, e pure il piccolo si diverte a guardarmi mentre sembro una pazza scatenata. Poi, quando crolla per il pisolino, faccio squat con lui in braccio: due piccioni con una fava, tonifico e lo tengo d’occhio.
Non vi dico che è facile, perché mentirei spudoratamente. Ci sono giorni che sogno pizza e divano, ma poi penso a quel costume a righe che mi aspetta nell’armadio e mi rimetto in riga. Ieri ho tirato fuori la bilancia da sotto la polvere e... sorpresa! Due chili in meno! Roba da festeggiare con un cucchiaino di gelato, ma solo un cucchiaino, eh.
Forza, mamme guerriere, raccontatemi i vostri trucchi! Come fate a non cedere al richiamo del cioccolato mentre allattate? Io sto vincendo la mia battaglia, e a luglio voglio essere quella che fa girare la testa ai bagnini. Missione spiaggia, sto arrivando!
 
Ragazze, qui è una mamma in trincea che vi parla! Dopo il parto, mi guardo allo specchio e vedo un salvagente che non ho mai ordinato. Il mio piccolo terremoto mi tiene sveglia giorno e notte, e il tempo per me? Un miraggio! Ma sapete una cosa? Ho deciso che quest’estate sfilerò in spiaggia come una diva, altro che pancia da ciambella!
La mia giornata è un circo: pappe, pannolini, ninne nanne stonate, eppure ho trovato il modo di dichiarare guerra a questi chili ribelli. Altro che diete da rivista, qui si va di strategia furba! Colazione? Frullato veloce con quello che trovo in frigo: una banana, un po’ di latte e via, fatto in 30 secondi mentre il pupo strilla. Pranzo? Verdure al vapore preparate la sera, che tanto il multitasking è il mio superpotere. E per la cena, giuro, mi invento robe con una mano sola mentre con l’altra cullo il mio capo supremo.
Il movimento? Altro che palestra, io ballo coi cartoni animati! Metto Peppa Pig a tutto volume e via di twist col passeggino in salotto. Sudare si suda, e pure il piccolo si diverte a guardarmi mentre sembro una pazza scatenata. Poi, quando crolla per il pisolino, faccio squat con lui in braccio: due piccioni con una fava, tonifico e lo tengo d’occhio.
Non vi dico che è facile, perché mentirei spudoratamente. Ci sono giorni che sogno pizza e divano, ma poi penso a quel costume a righe che mi aspetta nell’armadio e mi rimetto in riga. Ieri ho tirato fuori la bilancia da sotto la polvere e... sorpresa! Due chili in meno! Roba da festeggiare con un cucchiaino di gelato, ma solo un cucchiaino, eh.
Forza, mamme guerriere, raccontatemi i vostri trucchi! Come fate a non cedere al richiamo del cioccolato mentre allattate? Io sto vincendo la mia battaglia, e a luglio voglio essere quella che fa girare la testa ai bagnini. Missione spiaggia, sto arrivando!
 
Ehi, grzesibak, ma davvero pensi che sia così semplice per tutte? Leggo il tuo post e mi sembra di vedere una supereroina che schiva pannolini e frullati come niente fosse, ma qui c’è chi combatte una guerra diversa, e non è solo contro i chili di troppo. Io sono una di quelle mamme che dopo il parto non solo ha preso peso, ma si è pure ritrovata a pezzi per una caduta schifosa che mi ha tenuta ferma per mesi. Altro che ballare con Peppa Pig, io a malapena riuscivo a camminare senza dolore. Eppure, sai che c’è? Non mollo, anche se a volte mi sembra di essere l’unica a non avere il tuo sprint.

Dopo la gravidanza, il mio corpo era un disastro. Non parlo solo della pancia, ma di tutto: articolazioni che scricchiolavano, muscoli che sembravano spariti, e una bilancia che mi guardava con arroganza ogni volta che ci salivo. La caduta poi è stata la ciliegina: un piede messo male mentre portavo il passeggino, e via, tre mesi di stampelle e fisioterapia. Il peso? Salito alle stelle, perché quando non ti muovi e sei stressata, il frigo diventa il tuo migliore amico. Ma non sono qui a piangermi addosso, eh. Ho deciso che quel costume nell’armadio non resterà a prendere polvere, proprio come te.

Il problema è che non posso fare i tuoi squat con il bimbo in braccio o ballare come una matta in salotto. La mia schiena urla se esagero, quindi ho dovuto imparare a fare le cose con calma, a modo mio. La fisioterapista mi ha dato esercizi soft, roba tipo stretching e camminate leggere, che all’inizio mi sembravano una perdita di tempo. Ma sai una cosa? Funzionano. Cammino col passeggino per un’ora al giorno, anche se a volte mi fermo ogni dieci minuti perché il piccolo vuole esplorare il mondo. E quando dorme, faccio esercizi a terra, di quelli noiosi ma che piano piano mi stanno rimettendo in sesto.

Sul cibo, poi, non ne parliamo. Altro che frullati sprint, io devo pianificare tutto come se fossi un generale in battaglia. Non ho il tuo talento per improvvisare, e con la stanchezza che mi ritrovo, se non preparo prima, finisco per mangiare schifezze. Quindi mi sono messa a cucinare porzioni di verdure e proteine la domenica, tutto in frigo pronto per la settimana. Colazione? Fiocchi d’avena con un po’ di frutta, che mi tengono sazia e non mi fanno impazzire a cercare idee. Cena è il momento critico, perché dopo una giornata a correre dietro al pupo, vorrei solo una lasagna intera. Invece, mi obbligo a piatti leggeri, tipo pesce con zucchine, anche se a volte mi sembra di mangiare cartone.

Non fraintendermi, il tuo entusiasmo è contagioso, ma a volte leggerti mi fa sentire un po’ in colpa, come se non stessi facendo abbastanza. Tu sei lì che festeggi due chili in meno, e io sono felice per te, davvero, ma io sto ancora lottando per vedere il primo chilo sparire. La bilancia si muove a rilento, e ogni tanto mi chiedo se ne valga la pena. Poi però penso a come mi sento più forte, a come riesco a sollevare il mio bimbo senza grimare dal dolore, e mi dico che sì, ne vale la pena. Non sarò una diva in spiaggia a luglio, ma magari ad agosto sì, chi lo sa.

Forza, mamme, non tutte abbiamo la stessa storia, ma siamo tutte in trincea. Io sto vincendo le mie piccole battaglie, anche se non sono ancora da copertina. E tu, grzesibak, dimmi: mai un giorno in cui ti senti a terra? Come fai a tenere sempre il morale così alto? Io qualche trucco lo vorrei imparare, perché qui a volte mi sembra di arrancare.
 
Cara, il tuo messaggio mi ha colpita dritto al cuore, come un raggio di luce che illumina una stanza buia. Leggerti è stato come guardarmi allo specchio in certi momenti della mia vita, e voglio dirti subito una cosa: non sei sola, e la tua battaglia, per quanto pesante, è santa. Non perché dobbiamo essere perfette o magre come modelle, ma perché stai lottando per il tuo bene, per il tuo corpo che è un dono, e per il tuo bimbo che merita una mamma forte, dentro e fuori.

Sai, non sempre si parla di questo nei forum, ma io credo che il nostro cammino, anche quello per perdere i chili o ritrovare noi stesse, sia un po’ come un pellegrinaggio. Non è una gara, non è una corsa contro il tempo per entrare in quel costume. È un viaggio lento, fatto di passi incerti, cadute e momenti in cui ti fermi a riprendere fiato. Io sono una di quelle che, come te, non ha sempre avuto lo “sprint” di cui parli. Anzi, ti confesso che la mia lotta non è solo coi chili post-parto, ma con un rapporto complicato col cibo che mi porto dietro da anni. Non è facile parlarne, ma sento che qui, in questo spazio, possiamo essere sincere.

Dopo la gravidanza, anche io mi sono sentita persa. Il mio corpo non era più mio, e la bilancia sembrava un nemico che mi giudicava ogni giorno. Ma il vero problema non era il peso: era la mia testa. Per anni ho combattuto con momenti in cui mangiavo troppo, per rabbia o tristezza, e altri in cui mi punivo mangiando niente. Un disastro. La gravidanza mi ha costretta a guardarmi in faccia, a dire: “Basta, questo corpo deve essere rispettato, perché è il tempio che Dio mi ha dato”. Non è stato un lampo di genio, né una rivelazione da film. È stato un lavoro lento, fatto di lacrime, preghiere e piccoli passi.

Come te, non posso fare allenamenti da supereroina. Non ho il fisico per squat con il bimbo in braccio o per correre dietro a Peppa Pig. La mia schiena, come la tua, si lamenta se esagero, e il mio stomaco a volte sembra un campo di battaglia. Però ho trovato un ritmo, un po’ come un rosario che sgrano giorno dopo giorno. Cammino tanto, come fai tu col passeggino. Non è solo per bruciare calorie, ma per schiarirmi la mente. Mentre spingo il passeggino, parlo con me stessa, a volte prego, a volte semplicemente ascolto il vento. È il mio momento di pace. A casa, faccio esercizi leggeri, tipo yoga cristiano che ho trovato online: movimenti lenti, con musica che mi ricorda che non sono sola in questa lotta.

Sul cibo, oh, quanto ti capisco. Pianificare è la mia salvezza, proprio come per te. Non sono una chef stellata, e con un bimbo che mi reclama ogni cinque minuti, il tempo è un lusso. La domenica, come te, preparo tutto: verdure al vapore, pollo grigliato, porzioni di riso integrale che sembrano noiose ma mi tengono in carreggiata. La colazione è il mio momento sacro: yogurt greco con un cucchiaio di miele e qualche mandorla. Mi dà energia e mi ricorda che sto nutrendo il mio corpo, non punendolo. La cena, invece, è il mio tallone d’Achille. Dopo una giornata lunga, il desiderio di una pizza intera è forte, ma cerco di resistere. Non sempre ci riesco, e va bene così. Ho imparato che cadere non è fallire: è solo un invito a rialzarsi.

Tu dici che il mio entusiasmo a volte ti fa sentire in colpa, e ti chiedo scusa se sembro troppo “su”. Non è sempre così, credimi. Ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e vedo solo i difetti, giorni in cui la bilancia non si muove e mi sembra di aver fatto tutto per niente. In quei momenti, mi fermo e mi ricordo perché lo faccio: non per essere una diva in spiaggia, ma per essere una mamma che può correre con suo figlio, che si sente viva nel suo corpo. E poi, sai, credo che ogni piccolo passo sia una vittoria. Non importa se la bilancia non lo vede ancora: tu stai vincendo, ogni volta che scegli di camminare, di mangiare bene, di non mollare.

Grzesibak, la tua energia è un dono, e sono sicura che anche tu hai i tuoi momenti no. Magari non li racconti, ma ci sono, vero? Io, quando mi sento a terra, mi affido a una cosa semplice: scrivo tre cose per cui sono grata. Magari è il sorriso di mio figlio, il sole che scalda la finestra, o il fatto che oggi sono riuscita a non aprire quel pacchetto di biscotti. È poco, ma mi rimette in piedi. E poi, prego. Non serve essere perfetti: basta essere onesti, con noi stessi e con chi ci guida dall’alto.

Forza, mamme, siamo tutte in questo viaggio, ognuna col suo passo. Non importa se arrivi in spiaggia a luglio o a settembre: l’importante è che ci arrivi sentendoti più forte, più in pace. Tu, cara, sei già una guerriera. Dimmi, qual è il tuo trucco per non mollare? Io sono tutta orecchie, perché in questa trincea abbiamo bisogno di sostenerci a vicenda.