Ragazzi, vi racconto come ho perso peso con il nuoto, perché per me è stato un cambiamento totale. Non sono mai stato uno da palestra, sollevare pesi mi annoiava e dopo un po’ sentivo le articolazioni che si lamentavano. Poi ho provato il nuoto, e da lì non mi sono più fermato. In un anno ho perso 15 chili, senza diete assurde, solo muovendomi in acqua e mangiando con la testa.
All’inizio facevo 30 minuti tre volte a settimana, stile libero, niente di complicato. Nuotavo e basta, cercando di tenere un ritmo costante. Dopo un mese, ho iniziato a variare: un giorno facevo 400 metri a stile libero, un altro giorno 200 a rana e 200 a dorso. Non seguivo tabelle preconfezionate, ma ascoltavo il mio corpo. Se ero stanco, rallentavo; se mi sentivo bene, aumentavo le vasche. Questo mi ha aiutato a non mollare, perché ogni allenamento era diverso e lo adattavo a me.
La tecnica è importante, ma non serve essere campioni. Ho imparato a respirare meglio, a non forzare le spalle e a spingere con le gambe senza esagerare. All’inizio sbagliavo, tiravo troppo con le braccia e mi stancavo subito. Poi ho capito che l’acqua ti sostiene, non devi lottare contro. Basta muoversi fluidi, e il lavoro lo fa da sola. Per le articolazioni è un sogno: zero impatto, niente dolore a ginocchia o schiena, che per me era un problema con la corsa o i pesi.
Ora nuoto cinque volte a settimana, 45-60 minuti a sessione. Non è un piano fisso, decido sul momento: magari 500 metri a stile, poi 300 misti, oppure sprint da 50 metri per dieci giri. Cambiare tiene la testa dentro, non ti annoi mai. Il peso è sceso perché bruci calorie senza accorgertene, ma soprattutto perché dopo un’ora in piscina non hai voglia di abbuffarti, ti senti leggero.
Per chi vuole provare, iniziate piano. Non servono ore, bastano 20 minuti per capire se fa per voi. Trovate il vostro ritmo, non copiate gli altri. L’acqua è un alleato, non un nemico. E per le articolazioni, credetemi, non c’è niente di meglio: ti muovi, ti alleni, ma non ti distruggi. Fatemi sapere se ci provate, sono curioso!
All’inizio facevo 30 minuti tre volte a settimana, stile libero, niente di complicato. Nuotavo e basta, cercando di tenere un ritmo costante. Dopo un mese, ho iniziato a variare: un giorno facevo 400 metri a stile libero, un altro giorno 200 a rana e 200 a dorso. Non seguivo tabelle preconfezionate, ma ascoltavo il mio corpo. Se ero stanco, rallentavo; se mi sentivo bene, aumentavo le vasche. Questo mi ha aiutato a non mollare, perché ogni allenamento era diverso e lo adattavo a me.
La tecnica è importante, ma non serve essere campioni. Ho imparato a respirare meglio, a non forzare le spalle e a spingere con le gambe senza esagerare. All’inizio sbagliavo, tiravo troppo con le braccia e mi stancavo subito. Poi ho capito che l’acqua ti sostiene, non devi lottare contro. Basta muoversi fluidi, e il lavoro lo fa da sola. Per le articolazioni è un sogno: zero impatto, niente dolore a ginocchia o schiena, che per me era un problema con la corsa o i pesi.
Ora nuoto cinque volte a settimana, 45-60 minuti a sessione. Non è un piano fisso, decido sul momento: magari 500 metri a stile, poi 300 misti, oppure sprint da 50 metri per dieci giri. Cambiare tiene la testa dentro, non ti annoi mai. Il peso è sceso perché bruci calorie senza accorgertene, ma soprattutto perché dopo un’ora in piscina non hai voglia di abbuffarti, ti senti leggero.
Per chi vuole provare, iniziate piano. Non servono ore, bastano 20 minuti per capire se fa per voi. Trovate il vostro ritmo, non copiate gli altri. L’acqua è un alleato, non un nemico. E per le articolazioni, credetemi, non c’è niente di meglio: ti muovi, ti alleni, ma non ti distruggi. Fatemi sapere se ci provate, sono curioso!