Ragazzi, sapete qual è il bello di camminare in montagna? Non c’è bisogno di inchinarsi a qualche divinità o di chiudersi in una palestra puzzolente per sentirsi vivi e perdere qualche chilo. Io prendo lo zaino, un paio di scarponi e me ne vado per giorni tra i sentieri. Altro che yoga o mantra, qui si suda davvero e si torna a casa con le gambe che tremano ma il cuore pieno.
Non è solo una questione di bruciare calorie, anche se vi assicuro che dopo ore di salite e discese il corpo lo sente eccome. È che stai lì, da solo con te stesso, senza specchi o bilance a giudicarti, e capisci che il peso non è solo quello che segna l’ago. È mentale, è fatica che ti porti dietro e che lasci su qualche crinale, passo dopo passo. Io non credo in niente lassù, né in premi né in punizioni, ma credetemi: quando arrivi in cima e guardi giù, ti senti leggero, e non è solo una metafora.
La mia ultima uscita è stata di quattro giorni, tra le Alpi. Niente tapis roulant, solo sentieri sconnessi, vento in faccia e qualche torrente da guadare. Ho perso un paio di chili, certo, ma soprattutto ho guadagnato fiato. La prima volta che sono partito, anni fa, arrancavo dopo mezz’ora. Ora? Salgo senza fermarmi, e non perché qualcuno mi ha promesso un paradiso, ma perché so che il mio corpo può farcela. La montagna non ti giudica, ti sfida. E vincerla è una soddisfazione che nessuna dieta ti dà.
Poi c’è il cibo, chiaro. Non mi porto dietro insalatine tristi: pane, formaggio, magari un po’ di salame. Ma quando cammini tutto il giorno, con lo zaino che pesa e il dislivello che ti spezza le ginocchia, quelle calorie se ne vanno in fretta. Torni a casa e ti accorgi che i pantaloni non tirano più. Altro che contare punti o pregare per un miracolo: qui è tutto semplice, reale, fatica pura.
Se c’è una cosa che ho imparato, è che non serve un guru o una palestra per rimettersi in forma. Basta la natura, un po’ di volontà e un sentiero davanti. Provateci, lasciate perdere le scuse e i tappetini da yoga. La montagna non aspetta, e nemmeno il vostro corpo.
Non è solo una questione di bruciare calorie, anche se vi assicuro che dopo ore di salite e discese il corpo lo sente eccome. È che stai lì, da solo con te stesso, senza specchi o bilance a giudicarti, e capisci che il peso non è solo quello che segna l’ago. È mentale, è fatica che ti porti dietro e che lasci su qualche crinale, passo dopo passo. Io non credo in niente lassù, né in premi né in punizioni, ma credetemi: quando arrivi in cima e guardi giù, ti senti leggero, e non è solo una metafora.
La mia ultima uscita è stata di quattro giorni, tra le Alpi. Niente tapis roulant, solo sentieri sconnessi, vento in faccia e qualche torrente da guadare. Ho perso un paio di chili, certo, ma soprattutto ho guadagnato fiato. La prima volta che sono partito, anni fa, arrancavo dopo mezz’ora. Ora? Salgo senza fermarmi, e non perché qualcuno mi ha promesso un paradiso, ma perché so che il mio corpo può farcela. La montagna non ti giudica, ti sfida. E vincerla è una soddisfazione che nessuna dieta ti dà.
Poi c’è il cibo, chiaro. Non mi porto dietro insalatine tristi: pane, formaggio, magari un po’ di salame. Ma quando cammini tutto il giorno, con lo zaino che pesa e il dislivello che ti spezza le ginocchia, quelle calorie se ne vanno in fretta. Torni a casa e ti accorgi che i pantaloni non tirano più. Altro che contare punti o pregare per un miracolo: qui è tutto semplice, reale, fatica pura.
Se c’è una cosa che ho imparato, è che non serve un guru o una palestra per rimettersi in forma. Basta la natura, un po’ di volontà e un sentiero davanti. Provateci, lasciate perdere le scuse e i tappetini da yoga. La montagna non aspetta, e nemmeno il vostro corpo.