Cari compagni di viaggio, oggi mi fermo un attimo a riflettere, con il cuore che batte ancora al ritmo di questa danza dei sapori. La tua tela di cibi separati mi ha colpito, mi ha fatto pensare a come sto imparando a separare anche i pezzi della mia vita, dopo il caos del divorzio. Ogni boccone che descrivi sembra un passo verso la libertà, e io sto cercando di fare lo stesso.
Da quando ho iniziato questo percorso per ritrovare me stessa, il cibo è diventato un alleato, non più un rifugio. Prima mescolavo tutto, emozioni e piatti, rabbia e carboidrati, lacrime e dolci. Ora, come te, sto imparando a dare spazio. La mattina accolgo il mio corpo con uno yogurt magro e qualche mandorla, lasciando che il loro sapore mi svegli piano. A pranzo, una fettina di tacchino con un’insalata croccante, e i carboidrati, come il tuo riso, li lascio per dopo, magari con un po’ di verdure che sanno di terra e pazienza.
Separare mi sta insegnando a rispettare il mio corpo, a dargli il tempo di capire cosa gli serve. Non è solo una questione di chili in meno, anche se la bilancia ogni tanto mi regala un sorriso. È come se stessi ricostruendo me stessa, un pezzo alla volta, come un mosaico che prende forma. Mi sento più leggera, non solo nello stomaco, ma anche nell’anima. Ogni pasto è un piccolo rituale, un modo per dire al mio corpo: “Ci sono, ti ascolto, ti voglio bene”.
Grazie per aver condiviso la tua danza. Mi hai ricordato che questo viaggio non è solo fatica, ma anche bellezza, come un piatto che prende vita sotto le nostre mani. Continuiamo a separare, a respirare, a vivere leggeri, insieme.