Il cheat meal settimanale: davvero utile o solo una scusa per sgarrare?

tomy92

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, parliamoci chiaro: questo benedetto cheat meal settimanale, è davvero una manna dal cielo o solo un modo carino per giustificare che ogni tanto ci lasciamo andare? Io sono uno che lo usa, sì, un bel “carico” una volta a settimana, e vi dico come la vedo dopo averci sbattuto la testa per un po’. L’idea di base è che questo pasto “libero” dovrebbe dare una svegliata al metabolismo, tipo un calcetto al motore quando inizia a girare lento. Si dice che dopo giorni di restrizione calorica il corpo si “adatta” e rallenta, e quel piatto di pasta al ragù o quella pizza bella unta servirebbero a rimescolare le carte. Ma siamo sicuri? Io qualche dubbio ce l’ho.
Mettiamola così: se stai a stecchetto tutta la settimana, conti pure i grammi di insalata, e poi arriva il sabato e ti spari 2000 calorie in un colpo solo, il tuo metabolismo fa davvero i salti di gioia o si prende solo una bella botta? Da quello che ho visto su me stesso, sì, magari il giorno dopo ti senti più “pieno”, le energie sembrano tornare, ma non è che poi il grasso sparisce magicamente. Anzi, a volte mi chiedo se non sia solo un’illusione, un modo per dirsi “dai, me lo merito” e non sentirsi in colpa. E il peso? Beh, la bilancia non mente: dopo il cheat meal sale, eccome se sale. Certo, è acqua, glicogeno, quello che vuoi, ma psicologicamente non è proprio una passeggiata.
Poi c’è l’altro lato della medaglia, quello della testa. Qui lo ammetto: il cheat meal mi salva dal diventare matto. Sapere che il weekend posso mangiarmi una carbonara senza sentirmi un criminale mi tiene in riga durante la settimana. È come una valvola di sfogo, un premio dopo giorni di pollo e broccoli. Ma il rischio è dietro l’angolo: se non ti controlli, da un pasto “controllato” passi a un’intera giornata di sgarri, e lì addio progressi. Io ci sono cascato, eh, non vi racconto balle. Una volta ho iniziato con un gelato e ho finito con patatine e birra fino a mezzanotte.
Insomma, per me il cheat meal è un’arma a doppio taglio. Può funzionare se hai la disciplina di ferro e lo tieni davvero limitato a un pasto, ma se diventa una scusa per mollare tutto, allora forse è meglio lasciar perdere e puntare su una dieta più flessibile ogni giorno. Voi che ne pensate? Vi aiuta davvero o è solo un contentino che vi date per non mollare del tutto?
 
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Ciao ragazzi, vi leggo e mi ci ritrovo un sacco in quello che dici sul cheat meal. Io sono uno di quelli che ha perso chili grazie alla keto – ormai sono quasi due anni che ci sto dietro – e vi dico come la vedo. Il cheat meal, per me, è una specie di “pausa dal rigore”, ma onestamente non so quanto sia utile sul lungo periodo. All’inizio, quando ho iniziato con la keto, ero super rigido: niente carboidrati, solo grassi e proteine, e il mio corpo è entrato in ketosi in un lampo. Pesavo tutto, pure il burro nel caffè! E funzionava: il grasso scendeva, mi sentivo una macchina. Poi, dopo un po’, mi sono detto: “Massì, un cheat meal ogni tanto non farà male, no? Tipo per ricaricare le pile”.

Ecco, lì è iniziato il casino. Ti dico la mia: se stai in keto seria, un piatto di pasta o una pizza ti sbattono fuori dalla ketosi in un nanosecondo. Altro che “svegliata al metabolismo”! Il giorno dopo ti senti gonfio, la bilancia ti guarda male e ti parte il panico. Sì, ok, magari è solo acqua, ma psicologicamente ti manda in tilt. Io una volta ho provato: un bel piatto di lasagne della mamma – buonissime, eh – e per tre giorni mi sentivo appesantito, altro che energia extra. E tornare in ketosi? Un calvario, ci ho messo una settimana a rimettermi in carreggiata.

Però, capisco il lato mentale. La keto non è una passeggiata, e sapere che ogni tanto puoi “sgarrare” ti dà una luce in fondo al tunnel. Solo che, almeno per me, il rischio è sempre quello: da un pasto “libero” a un weekend di schifezze il passo è breve. Una volta mi sono giustificato con “eh, ma è solo un gelato” e alla fine mi sono ritrovato con un pacchetto di biscotti in mano. Colpa mia, lo so, manca la disciplina.

La mia soluzione? Io ormai evito i cheat meal veri e propri. Piuttosto, mi tengo un po’ di flessibilità con robe keto-friendly: tipo una mousse al cioccolato con panna e cacao amaro, o magari qualche fettina di pancetta croccante in più. Così mi tolgo lo sfizio senza mandare tutto all’aria. Secondo me, se il tuo corpo è abituato a bruciare grassi, non ha bisogno di ‘sto calcetto coi carboidrati. Ma sono curioso: voi keto-fan come fate? Vi buttate sul cheat meal o tenete duro senza sgarri?
 
Ciao a tutti, vi leggo e mi ritrovo tantissimo in quello che dici, soprattutto sul casino che può partire da un cheat meal. Io sono uno che combatte da anni con il notturno, sapete, quella fame assurda che ti prende dopo cena e ti fa aprire il frigo mille volte. La keto mi ha salvato da un sacco di chili, e pure io all’inizio ero un fanatico: bilancia in mano, burro pesato al grammo, zero carboidrati. Funzionava alla grande, mi sentivo leggero e pieno di energia, ma la sera... la sera è sempre stata il mio punto debole.

Il tuo discorso sul cheat meal mi fa riflettere. Anche io mi sono detto “dai, un pasto libero ci sta”, magari per spezzare la monotonia. Però, come dici tu, basta un piatto di pasta e ti ritrovi fuori dalla ketosi, con la bilancia che ti fa l’occhiolino cattivo e la testa che va in paranoia. Una volta ho ceduto a una carbonara – mamma mia, che goduria – ma il giorno dopo sembravo un palloncino e tornare in pista è stata una fatica bestiale. Concordo sul fatto che psicologicamente ti scombussola: ti senti in colpa, ti chiedi se vale la pena, e magari ti parte pure la voglia di mollare tutto.

Il problema per me è che il cheat meal spesso diventa la scusa per lasciarmi andare di notte. Tipo, penso “ok, oggi ho sgarrato, ormai è fatta” e finisco per mangiarmi mezzo barattolo di burro d’arachidi – keto, sì, ma sempre troppo! La disciplina è il mio tallone d’Achille, lo ammetto. Però ho notato una cosa: se passo la serata fuori casa, magari facendo due passi tranquilli dopo cena, la voglia di abbuffarmi cala. Non so, sarà l’aria fresca o il fatto che non ho il frigo a portata di mano, ma mi aiuta a non cadere in tentazione.

Ora sto provando a cambiare le mie serate senza buttarmi sui cheat meal veri e propri. Tipo, mi preparo una tazza di tisana bella calda e mi coccolo con qualcosa di keto che mi piace, come una manciata di noci tostate o un quadratino di cioccolato fondente 90%. Non è la pizza, ok, ma mi dà quella soddisfazione che mi tiene lontano dal frigo. La tua idea della mousse al cioccolato mi piace un sacco, la proverò! Secondo me hai ragione: se il corpo è abituato ai grassi, non serve sto calcio dei carboidrati, basta trovare alternative che ti facciano sentire appagato.

Sono curioso anch’io: voi che fate per non cedere? Avete qualche trucco per le serate in cui la fame ti urla nelle orecchie? Io sto cercando di trasformare le mie passeggiate serali in un’abitudine, ma ogni consiglio è benvenuto!
 
Ragazzi, parliamoci chiaro: questo benedetto cheat meal settimanale, è davvero una manna dal cielo o solo un modo carino per giustificare che ogni tanto ci lasciamo andare? Io sono uno che lo usa, sì, un bel “carico” una volta a settimana, e vi dico come la vedo dopo averci sbattuto la testa per un po’. L’idea di base è che questo pasto “libero” dovrebbe dare una svegliata al metabolismo, tipo un calcetto al motore quando inizia a girare lento. Si dice che dopo giorni di restrizione calorica il corpo si “adatta” e rallenta, e quel piatto di pasta al ragù o quella pizza bella unta servirebbero a rimescolare le carte. Ma siamo sicuri? Io qualche dubbio ce l’ho.
Mettiamola così: se stai a stecchetto tutta la settimana, conti pure i grammi di insalata, e poi arriva il sabato e ti spari 2000 calorie in un colpo solo, il tuo metabolismo fa davvero i salti di gioia o si prende solo una bella botta? Da quello che ho visto su me stesso, sì, magari il giorno dopo ti senti più “pieno”, le energie sembrano tornare, ma non è che poi il grasso sparisce magicamente. Anzi, a volte mi chiedo se non sia solo un’illusione, un modo per dirsi “dai, me lo merito” e non sentirsi in colpa. E il peso? Beh, la bilancia non mente: dopo il cheat meal sale, eccome se sale. Certo, è acqua, glicogeno, quello che vuoi, ma psicologicamente non è proprio una passeggiata.
Poi c’è l’altro lato della medaglia, quello della testa. Qui lo ammetto: il cheat meal mi salva dal diventare matto. Sapere che il weekend posso mangiarmi una carbonara senza sentirmi un criminale mi tiene in riga durante la settimana. È come una valvola di sfogo, un premio dopo giorni di pollo e broccoli. Ma il rischio è dietro l’angolo: se non ti controlli, da un pasto “controllato” passi a un’intera giornata di sgarri, e lì addio progressi. Io ci sono cascato, eh, non vi racconto balle. Una volta ho iniziato con un gelato e ho finito con patatine e birra fino a mezzanotte.
Insomma, per me il cheat meal è un’arma a doppio taglio. Può funzionare se hai la disciplina di ferro e lo tieni davvero limitato a un pasto, ma se diventa una scusa per mollare tutto, allora forse è meglio lasciar perdere e puntare su una dieta più flessibile ogni giorno. Voi che ne pensate? Vi aiuta davvero o è solo un contentino che vi date per non mollare del tutto?
Ehi, ciao a tutti, mi butto nella discussione perché questo tema del cheat meal mi ronza in testa da un po’. Io sono il classico tipo che vuole perdere peso, ma poi rimanda sempre il “vero inizio” a lunedì prossimo, quindi capisco bene il tuo tira e molla mentale. La tua domanda me la faccio spesso anch’io: questo pasto libero è una spinta o solo una scusa per cedere? Ti dico come la vivo io.

Partiamo dal lato pratico. Io il cheat meal lo faccio, sì, di solito il sabato sera. Dopo una settimana a pesare anche l’aria che respiro, arrivare a quel piatto di lasagne è una liberazione. All’inizio pensavo davvero che mi desse una marcia in più, che il metabolismo si risvegliasse come dicono. E in effetti, il giorno dopo mi sento meno fiacco, come se il corpo dicesse “ok, ci siamo”. Ma poi la bilancia mi guarda storto, e quel chilo in più mi fa dubitare di tutto. Certo, razionalmente so che non è grasso vero, ma acqua o glicogeno, però psicologicamente è un pugno nello stomaco. Mi chiedo: sto davvero aiutando il mio corpo o mi sto solo illudendo?

Poi c’è la testa, e qui ti do ragione al 100%. Sapere che ho quel momento di sfogo mi aiuta a non buttare tutto all’aria a metà settimana. È come un patto con me stesso: resisto al pane e al cioccolato dal lunedì al venerdì, e il weekend mi premio. Funziona, eh, perché senza quella luce in fondo al tunnel probabilmente mollerei dopo tre giorni di insalata scondita. Però hai ragione sul rischio: basta un attimo di debolezza e da una fetta di pizza passo a un’intera giornata a base di schifezze. È successo, e dopo mi sento uno straccio, altro che motivato.

Per rispondere alla tua domanda, secondo me il cheat meal può essere utile, ma solo se hai la forza di non trasformarlo in un “cheat day” o peggio. Io sto provando a cambiare approccio: invece di strafogarmi in un pasto solo, cerco di inserire qualcosa che mi piace un po’ ogni giorno, tipo un quadratino di cioccolato o una porzione piccola di pasta. Così non ho quella sensazione di “o tutto o niente” che poi mi frega. Piccole vittorie, no? Tipo ieri: ho resistito alla tentazione di ordinare un tiramisù e ho preso un caffè amaro. Non sarà epico, ma per me è un passo.

Voi come fate a non farvi prendere la mano? Avete qualche trucco per iniziare e non mollare? Io ogni tanto mi dico “dai, muovi il sedere e parti”, ma poi la pigrizia vince. Magari leggere le vostre storie mi dà la scossa giusta.
 
Camminando sotto un cielo che sembra dipinto ad acquerello, mi perdo nei pensieri e mi ritrovo a riflettere sul tuo post, tomy92. Questo cheat meal, sai, è come un bivio su un sentiero: da una parte ti chiama con il profumo di una pizza appena sfornata, dall’altra ti guarda con l’occhio severo della bilancia. Io, che macino chilometri a piedi per sciogliere i chili di troppo, ci ho fatto pace, ma non senza inciampare qualche volta.

Parto col dirti che per me il cheat meal è come una pausa su una panchina dopo ore di cammino. Ti siedi, respiri, ti godi il panorama. La settimana è una salita ripida: conto calorie come se fossero sassi da spostare uno a uno, scelgo verdure croccanti e proteine magre, e ogni tanto sogno un piatto di carbonara che mi strizza l’occhio. Arriva il sabato, e quel pasto libero è il mio premio. Non so se il metabolismo davvero si sveglia, come dicono gli esperti, o se è solo una storia che ci raccontiamo per sentirci meno in colpa. Quello che so è che dopo una settimana di rigore, un piatto di gnocchi al pomodoro mi fa sentire vivo, come se il corpo dicesse: “Ehi, grazie per ricordarti di me”.

Eppure, c’è un’ombra su questo sentiero. La bilancia, il mattino dopo, non è mai gentile. Sale di un chilo, a volte due, e anche se so che è solo acqua o glicogeno, il cuore si stringe. Mi chiedo se sto davvero aiutando il mio corpo o se sto solo danzando con l’illusione. Prima di iniziare questo viaggio, ho fatto mille analisi: sangue, ormoni, tutto per capire come funziona il mio motore. E sai una cosa? Ho scoperto che il mio corpo è come un sentiero di montagna: a volte basta un passo falso per scivolare. Il cheat meal può essere quel passo falso se non sto attento. Una volta, partito con un gelato, sono finito a divorare un’intera ciotola di patatine. Il giorno dopo? Non solo il peso in più, ma un senso di sconfitta che pesava più di tutto.

Però, c’è anche la luce. Quel momento di sfogo è la mia bussola. Sapere che posso fermarmi a gustare qualcosa di speciale mi tiene in cammino durante la settimana. È come sapere che dopo una lunga salita c’è un prato dove stenderti a guardare le nuvole. Senza quel pensiero, credo che avrei lasciato il sentiero già da un pezzo, tornando ai vecchi vizi. Il rischio, come dici tu, è trasformarlo in una giornata intera di sgarri. Ci sono caduto, lo ammetto, ma sto imparando a mettere paletti. Ora provo a fare così: il cheat meal è un solo piatto, magari una lasagna piccola, e poi torno subito sul sentiero. Niente “tanto ormai ho mangiato, continuo fino a domani”. È una promessa che faccio a me stesso, come quando decido di fare un chilometro in più anche se le gambe protestano.

Sto anche provando a cambiare passo, come su un sentiero che si fa più dolce. Invece di un’esplosione di calorie in un solo pasto, infilo piccole gioie qua e là: un pezzetto di cioccolato fondente un giorno, una fettina di pane integrale con un filo d’olio un altro. È come raccogliere fiori lungo la strada: non pesano, ma rendono il cammino più bello. Prima di partire con questa storia della dieta, le analisi mi hanno insegnato una cosa: il mio corpo non ama gli estremi. Troppa restrizione, e si ribella; troppa libertà, e si perde. Quindi cerco un equilibrio, come quando scelgo un percorso non troppo ripido ma neanche piatto.

Tomy92, tu hai ragione: è un’arma a doppio taglio. Può essere una spinta, ma anche una trappola. Il mio trucco? Lo vedo come una tappa del mio viaggio, non come la meta. E poi, camminare mi salva. Dopo un cheat meal, esco, respiro l’aria fresca, sento i muscoli che si muovono. È il mio modo di ricordarmi che sto andando avanti, un passo alla volta. Voi come fate a tenere il ritmo? Avete un sentiero che vi ispira, un modo per non perdere la bussola? Magari raccontarcelo è come accendere un falò: ci scaldiamo tutti un po’.