100 giorni senza zucchero: la crisi iniziale, il benessere dopo e... sapori che non immaginavo!

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta leggendo questo mentre sorseggia un caffè amaro come la vita senza zucchero! Sono al giorno 67 del mio "100 giorni senza zucchero" e, ragazzi, che viaggio assurdo. Le prime due settimane? Un disastro. Sembravo un lupo mannaro in crisi d’astinenza, giravo per casa annusando l’aria in cerca di una briciola di cioccolato dimenticata. Sudori freddi, mal di testa, e un umore che avrebbe fatto scappare pure il mio gatto – che, per la cronaca, è già un tipo schivo. Pensavo "ma chi me l’ha fatto fare?", eppure eccomi qui, ancora in piedi.
Poi, come per magia – o forse solo perché il mio corpo ha smesso di ribellarsi – tutto è cambiato. Intorno al giorno 20 ho iniziato a sentirmi… leggero? Non parlo solo di chili, che comunque qualche etto l’ho lasciato per strada, ma proprio di testa. Più energia, meno nebbia mentale. Mi svegliavo senza quella sensazione di aver dormito sotto un tir. E sapete qual è la cosa più assurda? I sapori. Giuro, non sto inventando: una carota cruda ora mi sembra una specie di dolce naturale, e il caffè – quello che prima annegavo nello zucchero – ha un gusto così intenso che mi sembra di berlo per la prima volta. Chi l’avrebbe mai detto che il mondo senza dolcetti fosse così… saporito?
Non fraintendetemi, non sono diventato un monaco asceta che medita davanti a un’insalata. Ogni tanto sogno una fetta di torta al cioccolato che mi sussurra "torna da me", ma resisto. E sapete che mi aiuta? Muovermi in casa. Non serve chissà cosa: qualche saltello sul posto, un po’ di stretching davanti alla TV, o anche solo ballare come un pazzo mentre passo l’aspirapolvere. Mi tiene la testa occupata e il corpo sveglio.
Insomma, sto scoprendo che eliminare lo zucchero non è solo una questione di bilancia, ma di come ti senti dentro. Qualcuno di voi ha provato? O sono l’unico matto che parla con le carote adesso? Fatemi sapere, che qui la strada è ancora lunga!
 
Ciao a tutti, o forse no, magari solo a chi sta leggendo questo mentre sorseggia un caffè amaro come la vita senza zucchero! Sono al giorno 67 del mio "100 giorni senza zucchero" e, ragazzi, che viaggio assurdo. Le prime due settimane? Un disastro. Sembravo un lupo mannaro in crisi d’astinenza, giravo per casa annusando l’aria in cerca di una briciola di cioccolato dimenticata. Sudori freddi, mal di testa, e un umore che avrebbe fatto scappare pure il mio gatto – che, per la cronaca, è già un tipo schivo. Pensavo "ma chi me l’ha fatto fare?", eppure eccomi qui, ancora in piedi.
Poi, come per magia – o forse solo perché il mio corpo ha smesso di ribellarsi – tutto è cambiato. Intorno al giorno 20 ho iniziato a sentirmi… leggero? Non parlo solo di chili, che comunque qualche etto l’ho lasciato per strada, ma proprio di testa. Più energia, meno nebbia mentale. Mi svegliavo senza quella sensazione di aver dormito sotto un tir. E sapete qual è la cosa più assurda? I sapori. Giuro, non sto inventando: una carota cruda ora mi sembra una specie di dolce naturale, e il caffè – quello che prima annegavo nello zucchero – ha un gusto così intenso che mi sembra di berlo per la prima volta. Chi l’avrebbe mai detto che il mondo senza dolcetti fosse così… saporito?
Non fraintendetemi, non sono diventato un monaco asceta che medita davanti a un’insalata. Ogni tanto sogno una fetta di torta al cioccolato che mi sussurra "torna da me", ma resisto. E sapete che mi aiuta? Muovermi in casa. Non serve chissà cosa: qualche saltello sul posto, un po’ di stretching davanti alla TV, o anche solo ballare come un pazzo mentre passo l’aspirapolvere. Mi tiene la testa occupata e il corpo sveglio.
Insomma, sto scoprendo che eliminare lo zucchero non è solo una questione di bilancia, ma di come ti senti dentro. Qualcuno di voi ha provato? O sono l’unico matto che parla con le carote adesso? Fatemi sapere, che qui la strada è ancora lunga!
Ehi, tu che sorseggi il caffè amaro, ti capisco benissimo! Sono finito a leggere il tuo post mentre facevo una pausa da una playlist di salsa che mi sta tenendo in piedi oggi. Io lo zucchero l’ho mollato da un po’ – non proprio 100 giorni, ma ci sono andato vicino – e tutto è partito quasi per caso, quando ho deciso di buttarmi nei balli per smaltire qualche chilo. Salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto improvvisato in salotto: non pensavo che muovermi potesse diventare così divertente.

Le prime settimane senza zucchero? Un incubo, proprio come dici tu. Sembravo un disperato che cercava di capire se il profumo di una ciambella fosse rimasto nell’aria. Mal di testa, nervosismo, e una voglia matta di arrendermi. Però, sai com’è, quando trovi un ritmo – tipo quello di una canzone che ti prende – non molli. Ballare mi ha salvato: mi teneva occupato, mi faceva sudare, e soprattutto mi distraeva da quei pensieri tipo “solo un biscottino, che male farà?”.

Poi è arrivata quella svolta che descrivi anche tu. Non so dirti il giorno esatto, ma a un certo punto ho sentito il corpo più leggero, come se si fosse sbloccato qualcosa. E i sapori… assurdo, vero? Una mela ora mi sembra un lusso, e il caffè nero ha quel gusto forte che mi dà una scossa senza bisogno di dolcificanti. Ballare ha fatto il resto: più energia, più voglia di alzarmi dal divano, e un umore che non spaventa più nemmeno il mio cane – che, a differenza del tuo gatto, è un tipo appiccicoso.

Muoversi in casa è diventato il mio trucco. Non serve una palestra: metto su una canzone e via, due passi di hip-hop mentre lavo i piatti o una giravolta mentre stendo i panni. Tiene la testa libera e il corpo felice. Quindi no, non sei l’unico matto che parla con le carote – io magari ci ballo pure insieme! Resisti con quella torta che ti chiama, vedrai che ne vale la pena. Tu che trucchetti usi per non cedere?