Ehi, squadra di forzuti! Eccomi, in pieno sprint nel mio viaggio dei "100 giorni senza zucchero", e vi giuro, è un'avventura che mi sta facendo scoprire un mondo! Sono al giorno 47, e ho voglia di raccontarvi com’è andata finora, tra cadute, risalite e sapori che non immaginavo esistessero.
Le prime due settimane? Un disastro emotivo. Sembravo un lupo mannaro senza luna piena. La voglia di zucchero mi urlava nella testa, tipo sirena dei pompieri. Non so se fosse il caffè amaro o il fatto che il mio cervello cercava disperatamente una barretta al cioccolato, ma mi sentivo uno straccio. Però, sapete una cosa? Mi sono buttato su tisane strane, tipo rooibos e camomilla, e ho iniziato a calmarmi. Non dico che sia meditazione da monaco zen, ma sorseggiare una tazza calda mentre ascolto il silenzio mi ha aiutato a non cedere. È come se stessi allenando la mente insieme al corpo, un po’ come quando spingi un bilanciere e sai che il prossimo ripetizione sarà più facile.
Poi, verso la terza settimana, è successo qualcosa. Ho iniziato a sentire i sapori veri. Giuro, una mela mi sembrava una torta! Non sto scherzando: una mela rossa, di quelle croccanti, aveva un dolce che prima non notavo. E le verdure? Il cavolo nero saltato con un filo d’olio è diventato il mio nuovo amore. È come se il palato si fosse risvegliato dopo anni di ibernazione. Ora, quando mangio, mi sembra di fare un viaggio. Tipo, l’altro giorno ho provato del riso integrale con un po’ di curcuma e una manciata di mandorle: sembrava un piatto da chef stellato, e l’ho fatto io!
Il corpo sta rispondendo bene. Mi sento più leggero, non solo di peso, ma proprio di energia. In palestra, sto spingendo di più. Non dico di essere diventato Hulk, ma i pesi che prima mi spaventavano ora li affronto con un ghigno. E il sonno? Ragazzi, dormo come un sasso. Niente più risvegli alle tre del mattino a fissare il soffitto.
Certo, non è tutto rose e fiori. A volte vedo una ciambella e penso "perché no?". Ma poi mi ricordo come mi sento ora: più lucido, più forte, più me stesso. E sapete qual è il trucco? Non pensare al "senza zucchero" come a una punizione, ma come a un gioco. Tipo scoprire cosa può fare una carota cruda o come un dattero possa essere meglio di una caramella.
Insomma, questo maraforn mi sta insegnando che il cibo è molto più di una gratifica veloce. È un modo per volersi bene, come quando ti alzi presto per andare a sollevare o quando ti concedi cinque minuti di respiro profondo dopo una giornata pesante. Voi come state andando con i vostri obiettivi? Qualche trucco per non cedere alla tentazione? Dai, raccontate, che sono curioso!
Le prime due settimane? Un disastro emotivo. Sembravo un lupo mannaro senza luna piena. La voglia di zucchero mi urlava nella testa, tipo sirena dei pompieri. Non so se fosse il caffè amaro o il fatto che il mio cervello cercava disperatamente una barretta al cioccolato, ma mi sentivo uno straccio. Però, sapete una cosa? Mi sono buttato su tisane strane, tipo rooibos e camomilla, e ho iniziato a calmarmi. Non dico che sia meditazione da monaco zen, ma sorseggiare una tazza calda mentre ascolto il silenzio mi ha aiutato a non cedere. È come se stessi allenando la mente insieme al corpo, un po’ come quando spingi un bilanciere e sai che il prossimo ripetizione sarà più facile.
Poi, verso la terza settimana, è successo qualcosa. Ho iniziato a sentire i sapori veri. Giuro, una mela mi sembrava una torta! Non sto scherzando: una mela rossa, di quelle croccanti, aveva un dolce che prima non notavo. E le verdure? Il cavolo nero saltato con un filo d’olio è diventato il mio nuovo amore. È come se il palato si fosse risvegliato dopo anni di ibernazione. Ora, quando mangio, mi sembra di fare un viaggio. Tipo, l’altro giorno ho provato del riso integrale con un po’ di curcuma e una manciata di mandorle: sembrava un piatto da chef stellato, e l’ho fatto io!
Il corpo sta rispondendo bene. Mi sento più leggero, non solo di peso, ma proprio di energia. In palestra, sto spingendo di più. Non dico di essere diventato Hulk, ma i pesi che prima mi spaventavano ora li affronto con un ghigno. E il sonno? Ragazzi, dormo come un sasso. Niente più risvegli alle tre del mattino a fissare il soffitto.
Certo, non è tutto rose e fiori. A volte vedo una ciambella e penso "perché no?". Ma poi mi ricordo come mi sento ora: più lucido, più forte, più me stesso. E sapete qual è il trucco? Non pensare al "senza zucchero" come a una punizione, ma come a un gioco. Tipo scoprire cosa può fare una carota cruda o come un dattero possa essere meglio di una caramella.
Insomma, questo maraforn mi sta insegnando che il cibo è molto più di una gratifica veloce. È un modo per volersi bene, come quando ti alzi presto per andare a sollevare o quando ti concedi cinque minuti di respiro profondo dopo una giornata pesante. Voi come state andando con i vostri obiettivi? Qualche trucco per non cedere alla tentazione? Dai, raccontate, che sono curioso!