Basta scuse: pianifico i pasti e schiaccio i chili anche con figli e lavoro!

Alexenergy

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, non ho tempo per i saluti! Sono stufa di sentire che con figli e lavoro non si può fare nulla per sé stessi. Basta scuse, io i pasti me li pianifico e i chili li schiaccio, punto. Ho due bambini che corrono come matti e un lavoro che mi succhia l’anima, ma sapete che vi dico? Me ne frego, trovo il modo. La mattina mi alzo un’ora prima, mentre tutti dormono, e preparo tutto: insalate già porzionate, pollo grigliato che tiro fuori dal freezer, verdure tagliate da buttare in padella in cinque minuti. Non serve essere chef stellati, serve solo volerlo.
Il trucco è non pensarci troppo: decido la domenica cosa mangio tutta la settimana e via, lista della spesa fatta in dieci minuti. Non ho tempo per stare lì a pesare ogni foglia di lattuga, ma so che se non lo faccio io, nessuno lo farà al posto mio. E le porzioni? Occhio e via, dopo un po’ capisci quanto ti serve per non crollare di fame o strafogarti. Altro che “non ho tempo per cucinare sano”, è solo pigrizia mascherata da alibi.
Le giornate sono un delirio, tra riunioni, capricci e panni da lavare, ma io non mollo. Porto i bambini a scuola e invece di tornare a casa stravaccata sul divano, cammino veloce per mezz’ora, cuffie nelle orecchie e sudore che cola. Non mi serve una palestra, mi serve la testa dura. E la sera, quando sono tutti a letto, mi sparo quindici minuti di plank e squat davanti alla TV mentre guardo una serie. Non è un allenamento da Olimpiadi, ma funziona, i jeans non mentono.
Pianificare i pasti non è una passeggiata, ve lo dico chiaro: ci vuole disciplina, ci vuole voglia di mandare al diavolo le scuse. Ma quando vedo i numeri sulla bilancia scendere, anche solo mezzo chilo, mi gaso da morire. Non ho un minuto libero, ma ho deciso che questo corpo me lo riprendo io, non i turni di lavoro o le recite dei figli. Quindi, forza, smettetela di piangervi addosso e iniziate a organizzarvi. Se ce la faccio io, ce la fate anche voi. Schiacciamo ‘sti chili e facciamoli vedere a tutti!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, non ho tempo per i saluti! Sono stufa di sentire che con figli e lavoro non si può fare nulla per sé stessi. Basta scuse, io i pasti me li pianifico e i chili li schiaccio, punto. Ho due bambini che corrono come matti e un lavoro che mi succhia l’anima, ma sapete che vi dico? Me ne frego, trovo il modo. La mattina mi alzo un’ora prima, mentre tutti dormono, e preparo tutto: insalate già porzionate, pollo grigliato che tiro fuori dal freezer, verdure tagliate da buttare in padella in cinque minuti. Non serve essere chef stellati, serve solo volerlo.
Il trucco è non pensarci troppo: decido la domenica cosa mangio tutta la settimana e via, lista della spesa fatta in dieci minuti. Non ho tempo per stare lì a pesare ogni foglia di lattuga, ma so che se non lo faccio io, nessuno lo farà al posto mio. E le porzioni? Occhio e via, dopo un po’ capisci quanto ti serve per non crollare di fame o strafogarti. Altro che “non ho tempo per cucinare sano”, è solo pigrizia mascherata da alibi.
Le giornate sono un delirio, tra riunioni, capricci e panni da lavare, ma io non mollo. Porto i bambini a scuola e invece di tornare a casa stravaccata sul divano, cammino veloce per mezz’ora, cuffie nelle orecchie e sudore che cola. Non mi serve una palestra, mi serve la testa dura. E la sera, quando sono tutti a letto, mi sparo quindici minuti di plank e squat davanti alla TV mentre guardo una serie. Non è un allenamento da Olimpiadi, ma funziona, i jeans non mentono.
Pianificare i pasti non è una passeggiata, ve lo dico chiaro: ci vuole disciplina, ci vuole voglia di mandare al diavolo le scuse. Ma quando vedo i numeri sulla bilancia scendere, anche solo mezzo chilo, mi gaso da morire. Non ho un minuto libero, ma ho deciso che questo corpo me lo riprendo io, non i turni di lavoro o le recite dei figli. Quindi, forza, smettetela di piangervi addosso e iniziate a organizzarvi. Se ce la faccio io, ce la fate anche voi. Schiacciamo ‘sti chili e facciamoli vedere a tutti!
Ehi, altro che scuse, qui si combatte sul campo! Io sono quello che vive con la valigia in mano, sempre in giro tra treni, aerei e hotel che sembrano tutti uguali. Eppure, sapete una cosa? I chili non li lascio vincere, nemmeno quando sono a mille chilometri da casa. Leggo te che ti alzi all’alba per preparare insalate e pollo, e mi ci ritrovo: la disciplina è l’arma segreta, altro che palestra o bilancino da chef!

Quando sono in viaggio, la sfida è doppia. Non ho la mia cucina, non ho il frigo pieno di roba sana, e i ristoranti ti spingono a strafogarti di pasta e fritti. Ma io ho imparato a giocarmela bene. La domenica, come te, mi organizzo: decido cosa mangiare nei giorni fuori, e se so che sarò in hotel, mi porto dietro un kit di sopravvivenza. Mandorle porzionate in sacchetti, barrette proteiche senza schifezze, qualche mela che resiste agli urti della valigia. Non è da gourmet, ma mi salva la vita quando l’alternativa è un panino unto alla stazione.

Mangiare sano in viaggio è una questione di testa. Nei ristoranti scelgo sempre verdure grigliate e proteine, e se il menù è un disastro, chiedo di farmi una cosa semplice, tipo del pesce con un contorno. Non serve fare i difficili, basta sapere cosa vuoi. E le porzioni? Come dici tu, occhio e via: dopo un po’ capisci quanto ti serve per non crollare o esagerare. Altro che “non posso controllarmi fuori casa”, è solo una scusa per mollare!

Per muovermi, sfrutto quello che ho. In hotel faccio squat e flessioni in camera, con la sedia come panca se serve. Se c’è una palestra, meglio, ma non è indispensabile. Quando sono in città nuove, cammino come un matto: altro che divano, mi sparo chilometri a piedi per esplorare, e intanto brucio calorie. In montagna o al mare, se capita, faccio trekking o corro sulla spiaggia all’alba, con il fiatone e il cuore che pompa. Non è un allenamento da copertina, ma è reale, e i risultati si vedono.

Pianificare in viaggio è un casino, te lo dico senza giri di parole. Devi pensare avanti, resistere alle tentazioni dei buffet e ignorare i colleghi che ti offrono birre e patatine. Ma quando torno a casa e i pantaloni non tirano, mi sento un guerriero. Non importa se sono in trasferta o se ho dormito quattro ore: questo corpo lo comando io, non le circostanze. Quindi sì, hai ragione, basta piangersi addosso! Se ce la fai tu con figli e lavoro, e io con valigie e fusi orari, possono farcela tutti. Schiacciamo ‘sti chili ovunque siamo, e che nessuno ci fermi!
 
Ehi, altro che scuse, qui si combatte sul campo! Io sono quello che vive con la valigia in mano, sempre in giro tra treni, aerei e hotel che sembrano tutti uguali. Eppure, sapete una cosa? I chili non li lascio vincere, nemmeno quando sono a mille chilometri da casa. Leggo te che ti alzi all’alba per preparare insalate e pollo, e mi ci ritrovo: la disciplina è l’arma segreta, altro che palestra o bilancino da chef!

Quando sono in viaggio, la sfida è doppia. Non ho la mia cucina, non ho il frigo pieno di roba sana, e i ristoranti ti spingono a strafogarti di pasta e fritti. Ma io ho imparato a giocarmela bene. La domenica, come te, mi organizzo: decido cosa mangiare nei giorni fuori, e se so che sarò in hotel, mi porto dietro un kit di sopravvivenza. Mandorle porzionate in sacchetti, barrette proteiche senza schifezze, qualche mela che resiste agli urti della valigia. Non è da gourmet, ma mi salva la vita quando l’alternativa è un panino unto alla stazione.

Mangiare sano in viaggio è una questione di testa. Nei ristoranti scelgo sempre verdure grigliate e proteine, e se il menù è un disastro, chiedo di farmi una cosa semplice, tipo del pesce con un contorno. Non serve fare i difficili, basta sapere cosa vuoi. E le porzioni? Come dici tu, occhio e via: dopo un po’ capisci quanto ti serve per non crollare o esagerare. Altro che “non posso controllarmi fuori casa”, è solo una scusa per mollare!

Per muovermi, sfrutto quello che ho. In hotel faccio squat e flessioni in camera, con la sedia come panca se serve. Se c’è una palestra, meglio, ma non è indispensabile. Quando sono in città nuove, cammino come un matto: altro che divano, mi sparo chilometri a piedi per esplorare, e intanto brucio calorie. In montagna o al mare, se capita, faccio trekking o corro sulla spiaggia all’alba, con il fiatone e il cuore che pompa. Non è un allenamento da copertina, ma è reale, e i risultati si vedono.

Pianificare in viaggio è un casino, te lo dico senza giri di parole. Devi pensare avanti, resistere alle tentazioni dei buffet e ignorare i colleghi che ti offrono birre e patatine. Ma quando torno a casa e i pantaloni non tirano, mi sento un guerriero. Non importa se sono in trasferta o se ho dormito quattro ore: questo corpo lo comando io, non le circostanze. Quindi sì, hai ragione, basta piangersi addosso! Se ce la fai tu con figli e lavoro, e io con valigie e fusi orari, possono farcela tutti. Schiacciamo ‘sti chili ovunque siamo, e che nessuno ci fermi!
Grande Alexenergy, mi hai gasato! Senti questa: anch’io corro tra mille impegni, ma i chili li ho mandati a quel paese ballando, sì, proprio ballando! Non serve una palestra o chissà cosa, basta muoversi e divertirsi. La tua storia di pianificazione è uno schiaffo alle scuse, e mi ci ritrovo alla grande.

Io sono uno che vive per salsiccia, hip-hop e pure un po’ di balletto, roba che ti fa sudare e sorridere insieme. Quando ho iniziato, ero un disastro, ma ora? Ogni passo è una botta di energia. La mattina, prima che il mondo si svegli, mi sparo una playlist e via, ballo in salotto come se fossi su un palco. Non ho figli, ma il lavoro mi divora, eppure quei venti minuti di movimento sono il mio spazio, il mio “me ne frego” a tutto il resto.

Per i pasti, faccio come te: la domenica decido cosa butto in pancia per la settimana. Insalatone pronte, pollo alla griglia, verdure che taglio in due secondi. Non sono un mago in cucina, ma con un po’ di organizzazione si va lisci. E quando esco con gli amici e ci sono patatine ovunque? Scelgo una cosa sana e continuo a chiacchierare, senza drammi.

Ballare mi ha cambiato la testa: non è solo perdere peso, è sentirsi vivo. Cammino per strada e mi muovo a ritmo, altro che divano! Tu con i tuoi plank davanti alla TV e io con i miei passi di salsa siamo sulla stessa lunghezza d’onda: la disciplina ci salva, ma il trucco è farlo con gusto. Forza, continua a spaccare, e chi ci ferma più?
 
Ehi, mamme guerriere e papà multitasking, qui si parla di piani e muscoli, vero? Mentre i bimbi fanno il caos e il lavoro ci insegue, io sto cercando di costruire un po’ di massa senza trasformarmi in un palloncino. Metabolismo da Formula 1, quindi il mio problema non è perdere, ma mettere su roba buona senza accumulare ciccia.

La mia strategia? Mangiare come se fosse un lavoro, ma furbo. Colazione da re: avena, burro di arachidi, un paio di uova e frutta, perché se non parto carico, il corpo si mangia i muscoli prima che io dica “palestra”. Spuntini ogni 3 ore, tipo pollo grigliato, riso basmati o patate dolci, e un pugno di mandorle per non svenire tra una riunione e un cambio pannolino. Cena leggera ma proteica, magari pesce con verdure, così non mi sveglio con la pancia da birra. E sì, mi porto i tupperware ovunque, sembro un catering ambulante.

Per gli allenamenti, punto su pesi pesanti e poche ripetizioni, 4 volte a settimana. Squat, stacchi, panca: la base per dire al corpo “ehi, metti muscoli, non grasso”. Cardio? Poco, giusto per non ansimare correndo dietro al passeggino. E il riposo è sacro, anche se con figli piccoli è più un sogno che realtà.

Il trucco? Pianificare tutto la domenica: cucino in batch, peso le porzioni, e via. Se improvviso, finisco a mangiare biscotti mentre consolo un capriccio. Qualcuno ha trucchi per non cedere alla tentazione di quel tiramisù che occhieggia dal frigo? O magari una ricetta proteica che piaccia anche ai bimbi? Condividete, che qui si combatte per il physique da spiaggia senza rinunciare alla sanità mentale!