Ehi, ciao a tutti, o meglio, buongiorno se avete già fatto colazione inseguendo i vostri marmocchi. Sono nella stessa barca, incastrato tra lavoro, figli che urlano e un corpo che sembra non voler collaborare. Altro che scuse, qui si tratta di sopravvivenza. Vi racconto come sto cercando di non affogare e magari perdere qualche chilo, perché tanto lo so che siete qui per questo.
Con due bambini e un lavoro che mi succhia l’anima, il tempo per me è un lusso che non esiste. Palestra? Ma per favore, non faccio in tempo neanche a lavarmi i denti in pace. Però ho trovato un modo per respirare – sì, avete letto bene, respirare – e far lavorare questo benedetto corpo senza bisogno di attrezzi o di un’ora libera che non avrò mai. Si tratta di incastrare qualche trucco nei momenti morti, perché fidatevi, di momenti vivi ne ho pochi.
La mattina, mentre preparo la colazione per i piccoli mostri, invece di stare fermo come un palo, faccio respiri profondi, di quelli che ti riempiono i polmoni e ti fanno svegliare il metabolismo. Inspiro contando fino a quattro, tengo il fiato per altri quattro, e poi butto fuori tutto contando fino a sei. Lo faccio mentre spalmo marmellata o verso il latte, e vi giuro che dopo una settimana senti già che il sangue circola meglio. Non è che diventi un modello, ma almeno non ti senti un sacco di patate.
Poi, durante la giornata, quando i miei capi mi fanno venire voglia di urlare o i bambini trasformano casa in un circo, mi fermo un attimo. Non serve chissà cosa: mi metto dritto, spalle indietro, e faccio una decina di respiri lenti, immaginando di spingere fuori lo stress e il grasso insieme. Sembra una stupidaggine, ma tiene a bada la fame nervosa – quella che ti fa aprire il frigo alle tre del pomeriggio per mangiare schifezze.
Per le “vere” mosse, sfrutto i ritagli. Tipo, mentre aspetto che la pasta cuocia, faccio squat veloci – dieci, quindici, quello che riesco prima che qualcuno urli “mammaaa” o “papàà”. Oppure, quando porto fuori la spazzatura, faccio qualche passo veloce in più, inspirando ed espirando come se stessi correndo dalla bilancia. Non è un allenamento da Olimpiadi, ma con il fiatone che mi ritrovo, sento che qualcosa si muove.
La sera, dopo aver messo a letto i nani, mi piazzo sul divano e faccio un altro giro di respiri profondi, stavolta per rilassarmi e non crollare sulla pizza avanzata. Con il telefono in mano, invece di scrollare Instagram, tengo il conto: cinque minuti di inspirazioni ed espirazioni lente, e magari qualche stiramento se non sono troppo distrutto.
Non vi sto dicendo che perdo un chilo al giorno, eh, ma tra questi trucchetti e un po’ di attenzione a non mangiare tutto quello che i bambini lasciano nel piatto, qualcosa si smuove. La bilancia ogni tanto mi fa l’occhiolino, e io non mi sento più un caso perso. Se ce la faccio io con il caos che ho intorno, potete farcela anche voi. Basta scuse, respirate e muovetevi, che il tempo non lo troviamo, ce lo prendiamo e basta.
Con due bambini e un lavoro che mi succhia l’anima, il tempo per me è un lusso che non esiste. Palestra? Ma per favore, non faccio in tempo neanche a lavarmi i denti in pace. Però ho trovato un modo per respirare – sì, avete letto bene, respirare – e far lavorare questo benedetto corpo senza bisogno di attrezzi o di un’ora libera che non avrò mai. Si tratta di incastrare qualche trucco nei momenti morti, perché fidatevi, di momenti vivi ne ho pochi.
La mattina, mentre preparo la colazione per i piccoli mostri, invece di stare fermo come un palo, faccio respiri profondi, di quelli che ti riempiono i polmoni e ti fanno svegliare il metabolismo. Inspiro contando fino a quattro, tengo il fiato per altri quattro, e poi butto fuori tutto contando fino a sei. Lo faccio mentre spalmo marmellata o verso il latte, e vi giuro che dopo una settimana senti già che il sangue circola meglio. Non è che diventi un modello, ma almeno non ti senti un sacco di patate.
Poi, durante la giornata, quando i miei capi mi fanno venire voglia di urlare o i bambini trasformano casa in un circo, mi fermo un attimo. Non serve chissà cosa: mi metto dritto, spalle indietro, e faccio una decina di respiri lenti, immaginando di spingere fuori lo stress e il grasso insieme. Sembra una stupidaggine, ma tiene a bada la fame nervosa – quella che ti fa aprire il frigo alle tre del pomeriggio per mangiare schifezze.
Per le “vere” mosse, sfrutto i ritagli. Tipo, mentre aspetto che la pasta cuocia, faccio squat veloci – dieci, quindici, quello che riesco prima che qualcuno urli “mammaaa” o “papàà”. Oppure, quando porto fuori la spazzatura, faccio qualche passo veloce in più, inspirando ed espirando come se stessi correndo dalla bilancia. Non è un allenamento da Olimpiadi, ma con il fiatone che mi ritrovo, sento che qualcosa si muove.
La sera, dopo aver messo a letto i nani, mi piazzo sul divano e faccio un altro giro di respiri profondi, stavolta per rilassarmi e non crollare sulla pizza avanzata. Con il telefono in mano, invece di scrollare Instagram, tengo il conto: cinque minuti di inspirazioni ed espirazioni lente, e magari qualche stiramento se non sono troppo distrutto.
Non vi sto dicendo che perdo un chilo al giorno, eh, ma tra questi trucchetti e un po’ di attenzione a non mangiare tutto quello che i bambini lasciano nel piatto, qualcosa si smuove. La bilancia ogni tanto mi fa l’occhiolino, e io non mi sento più un caso perso. Se ce la faccio io con il caos che ho intorno, potete farcela anche voi. Basta scuse, respirate e muovetevi, che il tempo non lo troviamo, ce lo prendiamo e basta.