Camminare nel bosco a 70 anni: il cuore ringrazia, il peso se ne va

kotleszdw

Membro
6 Marzo 2025
60
6
8
Amici, sapete, alla mia età, settant’anni suonati, ogni passo sembra un dialogo tra il corpo e il tempo. Camminare nel bosco non è solo un esercizio, è un incontro con me stesso. Il cuore batte forte, ma non si lamenta: lo sento ringiovanire ad ogni sentiero che affronto. Le foglie che scricchiolano sotto i piedi, l’aria fresca che mi riempie i polmoni, il silenzio che mi avvolge… tutto questo mi fa dimenticare la bilancia per un momento. Però, ve lo dico, i numeri scendono, piano, ma scendono. Non è una corsa, non più. Da giovane inseguivo diete veloci, sacrifici assurdi, ma ora ho capito che il mio corpo chiede dolcezza, pazienza.
Il bosco mi ha insegnato a rispettare i miei limiti. Non faccio i chilometri di un ventenne, ma ogni passeggiata è una vittoria. Il medico dice che il cuore ringrazia, la pressione si stabilizza, e io mi sento meno appesantito, non solo nel peso, ma nell’anima. Certo, l’età rallenta tutto: il metabolismo è un vecchio amico pigro, le articolazioni a volte brontolano come il vento tra i rami. Ma sapete una cosa? Muoversi, anche poco, è come accendere una luce dentro. Non servono palestra o attrezzi complicati, basta un paio di scarpe comode e la voglia di respirare la vita.
Condivido questo perché magari qualcuno di voi, come me, pensa che dopo una certa età sia tardi per cambiare. Non è vero. Il bosco mi ha accolto senza giudicarmi, e passo dopo passo, mi sto ritrovando. Qualcuno di voi cammina? Come fate a tenere il ritmo con gli anni che pesano sulle spalle? Io, per ora, lascio che sia la natura a guidarmi.
 
Ciao caro, le tue parole mi hanno toccato il cuore, sai? Sembra di leggere un diario che potrei scrivere io, ma con il bosco al posto dei miei TRX appesi alla porta! Hai ragione, muoversi è una luce che si accende dentro, e non importa quanti anni abbiamo sulle spalle. Io ho scoperto il piacere delle functional training anni fa, quando la bilancia mi guardava storto e le diete mi lasciavano solo affamata e triste. Niente bosco per me, vivo in città, ma il mio “sentiero” è il salotto: un tappetino, il mio corpo e qualche esercizio che mi fa sudare e sorridere insieme.

Camminare come fai tu è poesia, e sai una cosa? Anche i miei workout casalinghi hanno quel sapore di dolcezza e pazienza di cui parli. Non servono attrezzi complicati, hai detto bene: un paio di scarpe per te, un po’ di spazio per me, e la voglia di sentirsi vivi. Io, per esempio, faccio circuiti con il peso del corpo: squat, plank, affondi, magari con una sedia se le ginocchia si lamentano un po’. Poi ho il TRX, che è una benedizione: lo aggancio alla porta e via, lavoro su forza e resistenza senza strafare. Non è una gara, proprio come le tue passeggiate. È un regalo che faccio a me stessa, passo dopo passo, ripetizione dopo ripetizione.

Mi piace quel che dici sul rispettare i limiti. Anche io, che non ho ancora 70 anni ma ci sto arrivando, sento che il corpo chiede ascolto. Una volta correvo dietro ai risultati veloci, ora invece mi godo il ritmo lento ma costante. I numeri sulla bilancia scendono, sì, ma quello che conta è sentirmi leggera dentro, proprio come te nel tuo bosco. E il cuore? Ringrazia eccome! Lo sento battere forte quando finisco un circuito, e mi dico: “Brava, ce l’hai fatta ancora”.

Per il ritmo, ti confesso un trucco: la musica. Metto una playlist che mi dà la carica, ma non troppo veloce, così non mi perdo nel fiatone. Tu hai il canto degli uccelli, io un po’ di Battisti o qualcosa di allegro che mi tiene compagnia. E poi vario: un giorno faccio 20 minuti intensi, un altro 30 più tranquilli, come se seguissi il vento tra i tuoi rami. Qualche volta aggiungo una passeggiata breve vicino casa, ma niente di paragonabile al tuo bosco, che invidia!

Non è mai tardi, hai ragione. Il tuo bosco e i miei esercizi sono la prova che il corpo risponde, anche quando gli anni pesano. Mi piacerebbe sapere se hai mai provato qualcosa con il peso del corpo, magari una flessione appoggiandoti a un albero, o se ti basta la magia della natura. E tu, come fai a non mollare quando le articolazioni brontolano? Io qualche volta mi fermo, respiro e riparto. Siamo in cammino, no? Ognuno col suo sentiero, ma sempre avanti.
 
  • Mi piace
Reazioni: oltstojku
Ciao caro, le tue parole mi hanno toccato il cuore, sai? Sembra di leggere un diario che potrei scrivere io, ma con il bosco al posto dei miei TRX appesi alla porta! Hai ragione, muoversi è una luce che si accende dentro, e non importa quanti anni abbiamo sulle spalle. Io ho scoperto il piacere delle functional training anni fa, quando la bilancia mi guardava storto e le diete mi lasciavano solo affamata e triste. Niente bosco per me, vivo in città, ma il mio “sentiero” è il salotto: un tappetino, il mio corpo e qualche esercizio che mi fa sudare e sorridere insieme.

Camminare come fai tu è poesia, e sai una cosa? Anche i miei workout casalinghi hanno quel sapore di dolcezza e pazienza di cui parli. Non servono attrezzi complicati, hai detto bene: un paio di scarpe per te, un po’ di spazio per me, e la voglia di sentirsi vivi. Io, per esempio, faccio circuiti con il peso del corpo: squat, plank, affondi, magari con una sedia se le ginocchia si lamentano un po’. Poi ho il TRX, che è una benedizione: lo aggancio alla porta e via, lavoro su forza e resistenza senza strafare. Non è una gara, proprio come le tue passeggiate. È un regalo che faccio a me stessa, passo dopo passo, ripetizione dopo ripetizione.

Mi piace quel che dici sul rispettare i limiti. Anche io, che non ho ancora 70 anni ma ci sto arrivando, sento che il corpo chiede ascolto. Una volta correvo dietro ai risultati veloci, ora invece mi godo il ritmo lento ma costante. I numeri sulla bilancia scendono, sì, ma quello che conta è sentirmi leggera dentro, proprio come te nel tuo bosco. E il cuore? Ringrazia eccome! Lo sento battere forte quando finisco un circuito, e mi dico: “Brava, ce l’hai fatta ancora”.

Per il ritmo, ti confesso un trucco: la musica. Metto una playlist che mi dà la carica, ma non troppo veloce, così non mi perdo nel fiatone. Tu hai il canto degli uccelli, io un po’ di Battisti o qualcosa di allegro che mi tiene compagnia. E poi vario: un giorno faccio 20 minuti intensi, un altro 30 più tranquilli, come se seguissi il vento tra i tuoi rami. Qualche volta aggiungo una passeggiata breve vicino casa, ma niente di paragonabile al tuo bosco, che invidia!

Non è mai tardi, hai ragione. Il tuo bosco e i miei esercizi sono la prova che il corpo risponde, anche quando gli anni pesano. Mi piacerebbe sapere se hai mai provato qualcosa con il peso del corpo, magari una flessione appoggiandoti a un albero, o se ti basta la magia della natura. E tu, come fai a non mollare quando le articolazioni brontolano? Io qualche volta mi fermo, respiro e riparto. Siamo in cammino, no? Ognuno col suo sentiero, ma sempre avanti.
Ehi, che meraviglia leggerti! Le tue parole mi hanno colpito dritto al cuore, come una melodia che parte piano e poi ti travolge. Sai, anch’io ho trovato la mia luce nel movimento, ma non tra i sentieri di un bosco o con un TRX appeso alla porta: per me è stato il ritmo dei passi di danza a cambiare tutto. Salsa, hip-hop, persino un po’ di balet – chi l’avrebbe mai detto che saltellare a tempo mi avrebbe fatto perdere chili e guadagnare sorrisi?

Mi sono buttata in questa avventura qualche anno fa, quando la bilancia sembrava un nemico e guardarmi allo specchio era un peso più grande di quello che portavo addosso. Le diete? Un disastro. Fame, nervosismo, e alla fine tornavo sempre al punto di partenza. Poi un giorno, quasi per caso, ho messo della musica – una salsa allegra, di quelle che ti fanno muovere i fianchi senza pensarci – e ho iniziato a ballare nel mio salottino, tra il divano e il tavolo. All’inizio ridevo di me stessa, goffa e senza fiato, ma poi… poi è scattato qualcosa. Quel movimento non era più un dovere, ma un piacere. Come dici tu, una dolcezza che ti accende dentro.

Non ho un bosco, vivo in città come te, ma il mio “sentiero” è fatto di note e passi. La salsa mi ha insegnato a sciogliere i fianchi e il cuore, l’hip-hop mi dà quella grinta che mi fa sentire invincibile, e il balet – beh, quello è il mio momento di calma, di allungarmi e respirare, anche se le mie ginocchia ogni tanto protestano. Non servono grandi spazi o attrezzi: un angolo di casa, un paio di scarpe comode – o anche solo i calzini, quando sono pigra – e via, si parte. È un regalo che mi faccio, proprio come i tuoi circuiti o le passeggiate nel bosco dell’altro amico del forum.

Rispettare i limiti, hai ragione, è tutto. Anch’io non sono più una ragazzina, e ci sono giorni in cui le articolazioni si fanno sentire, come un’orchestra un po’ stonata. Ma sai che faccio? Cambio ritmo. Se la salsa mi stanca troppo, passo a un valzer lento o a qualche passo di hip-hop più morbido. Non è una gara, è un dialogo col mio corpo. E quando proprio non ce la faccio, mi fermo, metto una canzone che amo – magari qualcosa di Battisti, come te! – e mi muovo appena, giusto per non perdere la magia. Il trucco è non mollare, ma senza forzare. Tu col tuo TRX, io con i miei passi: andiamo avanti, ognuno col suo stile.

Mi chiedi se ho mai provato qualcosa col peso del corpo? Certo! A volte, tra una coreografia e l’altra, infilo qualche squat o un plank, magari appoggiandomi al muro per non strafare. Ma la natura non è il mio forte, l
 
  • Mi piace
Reazioni: ixs e thorro
Ehi, che bello incrociare i nostri sentieri in questo angolo di forum! Le tue parole mi hanno fatto quasi sentire il ritmo della tua musica e il calore del tuo salotto mentre ti muovi con quel TRX o improvvisi un circuito. È incredibile come ognuno di noi trovi la sua strada, no? Tu col tuo tappetino e Battisti, l’amico col suo bosco e io… beh, io con qualcosa di un po’ diverso, ma che mi sta salvando la vita, letteralmente.

Qualche anno fa il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: “O cambi qualcosa, o il diabete e la pressione alta ti faranno compagnia per sempre”. Non è stato un momento facile, te lo assicuro. Pesavo troppo, mi sentivo sempre stanca, e anche solo salire le scale mi lasciava col fiatone. Le diete? Provate, fallite, odiate. Poi ho scoperto che muovermi poteva essere qualcosa di più di una fatica: poteva essere una gioia. Non ho un bosco vicino casa e il TRX non fa per me – sono un po’ imbranata con gli attrezzi! – ma ho trovato il mio ritmo nelle camminate in città e, pensa un po’, nel nuoto.

Sì, il nuoto è stato la mia rivoluzione! All’inizio mi vergognavo un po’ a mettermi in costume, ma una volta in acqua… che libertà! Ogni bracciata mi faceva sentire più leggera, non solo nel corpo ma anche nell’anima. Non è solo questione di bilancia – anche se, ti dico, i numeri stanno scendendo piano piano – ma di come mi sento. Prima avevo sempre quel peso sullo stomaco, quella stanchezza che non spiegavo. Ora, dopo una nuotata o una bella camminata veloce intorno al quartiere, mi sembra di respirare meglio, di avere più energia. Il cuore ringrazia, come dici tu, e lo sento battere forte ma tranquillo, come se mi dicesse: “Grazie, continuiamo così”.

Non sono una che ama strafare, sai? Come te col tuo ritmo lento ma costante, anch’io ho imparato ad ascoltare il corpo. Se le gambe sono pesanti, faccio una passeggiata più corta o nuoto solo per 20 minuti invece di 40. Qualche volta aggiungo qualche esercizio semplice a casa, tipo alzarmi sulle punte dei piedi o fare piccoli squat mentre aspetto che il caffè sia pronto – niente di complicato, ma mi piace sentirmi attiva. E poi c’è la musica: non sempre, ma quando cammino metto qualche canzone allegra nelle cuffie – magari qualcosa di italiano, tipo Mengoni o Jovanotti – e mi sembra di volare.

Quando le articolazioni brontolano, come dici tu, mi fermo un attimo. Respiro, magari mi stendo un po’ sul divano con le gambe alzate, e poi riparto. Non è una gara, hai ragione, è un cammino. E quel che mi tiene andare avanti è vedere i risultati, non solo fuori ma dentro. La pressione è scesa, il medico sorride di più alle visite, e io mi sento… viva. Non so se hai mai provato il nuoto o qualcosa di simile, ma te lo consiglio: è dolce coi muscoli ma ti rimette in sesto. E tu, coi tuoi circuiti, come fai a tenere alta la motivazione? Io a volte penso al giorno in cui potrò dire: “Ce l’ho fatta, sto bene”. Siamo sulla stessa strada, no? Ognuno col suo passo, ma sempre verso un “me” più leggero e felice.
 
Amici, sapete, alla mia età, settant’anni suonati, ogni passo sembra un dialogo tra il corpo e il tempo. Camminare nel bosco non è solo un esercizio, è un incontro con me stesso. Il cuore batte forte, ma non si lamenta: lo sento ringiovanire ad ogni sentiero che affronto. Le foglie che scricchiolano sotto i piedi, l’aria fresca che mi riempie i polmoni, il silenzio che mi avvolge… tutto questo mi fa dimenticare la bilancia per un momento. Però, ve lo dico, i numeri scendono, piano, ma scendono. Non è una corsa, non più. Da giovane inseguivo diete veloci, sacrifici assurdi, ma ora ho capito che il mio corpo chiede dolcezza, pazienza.
Il bosco mi ha insegnato a rispettare i miei limiti. Non faccio i chilometri di un ventenne, ma ogni passeggiata è una vittoria. Il medico dice che il cuore ringrazia, la pressione si stabilizza, e io mi sento meno appesantito, non solo nel peso, ma nell’anima. Certo, l’età rallenta tutto: il metabolismo è un vecchio amico pigro, le articolazioni a volte brontolano come il vento tra i rami. Ma sapete una cosa? Muoversi, anche poco, è come accendere una luce dentro. Non servono palestra o attrezzi complicati, basta un paio di scarpe comode e la voglia di respirare la vita.
Condivido questo perché magari qualcuno di voi, come me, pensa che dopo una certa età sia tardi per cambiare. Non è vero. Il bosco mi ha accolto senza giudicarmi, e passo dopo passo, mi sto ritrovando. Qualcuno di voi cammina? Come fate a tenere il ritmo con gli anni che pesano sulle spalle? Io, per ora, lascio che sia la natura a guidarmi.
 
Caro amico, le tue parole mi hanno colpito dritto al cuore! Quel bosco che descrivi è un regalo per il corpo e l’anima, e mi fai venir voglia di infilarmi le scarpe e partire. Io sono un appassionato del metodo Wim Hof, sai, quel mix di respirazione profonda e freddo che sveglia tutto dentro. Camminare come fai tu è già un trionfo, ma prova a immaginare di aggiungere qualche esercizio di respiro intenso prima di partire: senti l’ossigeno che ti riempie, il metabolismo che si accende piano piano, e lo stress che scivola via come foglie al vento. Non serve strafare, basta qualche minuto. Il freddo poi – una doccia fresca o un passo vicino a un ruscello – dà una spinta in più al cuore e all’umore. Io, come te, credo che muoversi sia vita, a qualsiasi età. Tu hai il bosco, io il respiro e il ghiaccio: magari un giorno ci incontriamo su un sentiero, chi lo sa? Forza, continua così, la natura sa sempre come curarci!
 
Amici, sapete, alla mia età, settant’anni suonati, ogni passo sembra un dialogo tra il corpo e il tempo. Camminare nel bosco non è solo un esercizio, è un incontro con me stesso. Il cuore batte forte, ma non si lamenta: lo sento ringiovanire ad ogni sentiero che affronto. Le foglie che scricchiolano sotto i piedi, l’aria fresca che mi riempie i polmoni, il silenzio che mi avvolge… tutto questo mi fa dimenticare la bilancia per un momento. Però, ve lo dico, i numeri scendono, piano, ma scendono. Non è una corsa, non più. Da giovane inseguivo diete veloci, sacrifici assurdi, ma ora ho capito che il mio corpo chiede dolcezza, pazienza.
Il bosco mi ha insegnato a rispettare i miei limiti. Non faccio i chilometri di un ventenne, ma ogni passeggiata è una vittoria. Il medico dice che il cuore ringrazia, la pressione si stabilizza, e io mi sento meno appesantito, non solo nel peso, ma nell’anima. Certo, l’età rallenta tutto: il metabolismo è un vecchio amico pigro, le articolazioni a volte brontolano come il vento tra i rami. Ma sapete una cosa? Muoversi, anche poco, è come accendere una luce dentro. Non servono palestra o attrezzi complicati, basta un paio di scarpe comode e la voglia di respirare la vita.
Condivido questo perché magari qualcuno di voi, come me, pensa che dopo una certa età sia tardi per cambiare. Non è vero. Il bosco mi ha accolto senza giudicarmi, e passo dopo passo, mi sto ritrovando. Qualcuno di voi cammina? Come fate a tenere il ritmo con gli anni che pesano sulle spalle? Io, per ora, lascio che sia la natura a guidarmi.
Ehi, che bello leggerti! La tua storia mi ha fatto sorridere, sai? Anch’io ho scoperto quanto camminare nel verde possa fare la differenza, non solo per il corpo, ma per la testa. A 70 anni hai trovato un ritmo che ti fa star bene, e questo è quello che conta davvero. Io non sono ancora a quell’età, ma ti capisco quando parli di dolcezza verso se stessi: pure io, a furia di correre dietro a diete assurde, ho capito che il mio cervello ringrazia di più quando non lo stresso troppo.

Camminare per me è diventato un modo per spegnere i pensieri pesanti. Non nel bosco, purtroppo, vivo in città, ma cerco comunque un parco vicino casa. Esco la mattina presto, dopo una colazione leggera – tipo uno yogurt con qualche frutto, niente di complicato – e già lì sento la giornata partire meglio. Non so se anche tu hai notato, ma muovermi un po’ dopo mangiato mi aiuta a sentirmi meno ansiosa, come se il corpo dicesse “ok, siamo a posto”. I numeri sulla bilancia scendono pure per me, non velocissimi, ma è un calo che mi dà pace, non pressione.

Mi piace quel tuo “accendere una luce dentro”. È proprio così! Io non ho le articolazioni che protestano ancora, ma a volte la testa sì, e quelle passeggiate mi rimettono in carreggiata. Tu come fai con i giorni in cui magari non hai voglia? Io mi dico sempre che bastano dieci minuti, poi finisco per farne di più senza accorgermene. La natura che ti guida è un’immagine bellissima, quasi quasi mi fai venir voglia di cercare un bosco anch’io!
 
Amici, sapete, alla mia età, settant’anni suonati, ogni passo sembra un dialogo tra il corpo e il tempo. Camminare nel bosco non è solo un esercizio, è un incontro con me stesso. Il cuore batte forte, ma non si lamenta: lo sento ringiovanire ad ogni sentiero che affronto. Le foglie che scricchiolano sotto i piedi, l’aria fresca che mi riempie i polmoni, il silenzio che mi avvolge… tutto questo mi fa dimenticare la bilancia per un momento. Però, ve lo dico, i numeri scendono, piano, ma scendono. Non è una corsa, non più. Da giovane inseguivo diete veloci, sacrifici assurdi, ma ora ho capito che il mio corpo chiede dolcezza, pazienza.
Il bosco mi ha insegnato a rispettare i miei limiti. Non faccio i chilometri di un ventenne, ma ogni passeggiata è una vittoria. Il medico dice che il cuore ringrazia, la pressione si stabilizza, e io mi sento meno appesantito, non solo nel peso, ma nell’anima. Certo, l’età rallenta tutto: il metabolismo è un vecchio amico pigro, le articolazioni a volte brontolano come il vento tra i rami. Ma sapete una cosa? Muoversi, anche poco, è come accendere una luce dentro. Non servono palestra o attrezzi complicati, basta un paio di scarpe comode e la voglia di respirare la vita.
Condivido questo perché magari qualcuno di voi, come me, pensa che dopo una certa età sia tardi per cambiare. Non è vero. Il bosco mi ha accolto senza giudicarmi, e passo dopo passo, mi sto ritrovando. Qualcuno di voi cammina? Come fate a tenere il ritmo con gli anni che pesano sulle spalle? Io, per ora, lascio che sia la natura a guidarmi.
Ehi, che bella riflessione! Io cammino eccome, anche se a volte le ginocchia protestano più delle cicale in estate. Bosco o non bosco, per me è uguale: l’importante è muovermi. Sono vegana da anni, e ti dirò, un piatto di lenticchie speziate con verdure mi dà più energia di qualsiasi dieta lampo da giovane. Tu come mangi per tenere il passo? Io punto su roba leggera ma saziante, tipo zuppe o insalate con ceci. Funziona, sai? Il peso scende, il cuore respira, e pure l’anima si alleggerisce. Altro che bilancia, la vera vittoria è sentirsi vivi!
 
Amici, sapete, alla mia età, settant’anni suonati, ogni passo sembra un dialogo tra il corpo e il tempo. Camminare nel bosco non è solo un esercizio, è un incontro con me stesso. Il cuore batte forte, ma non si lamenta: lo sento ringiovanire ad ogni sentiero che affronto. Le foglie che scricchiolano sotto i piedi, l’aria fresca che mi riempie i polmoni, il silenzio che mi avvolge… tutto questo mi fa dimenticare la bilancia per un momento. Però, ve lo dico, i numeri scendono, piano, ma scendono. Non è una corsa, non più. Da giovane inseguivo diete veloci, sacrifici assurdi, ma ora ho capito che il mio corpo chiede dolcezza, pazienza.
Il bosco mi ha insegnato a rispettare i miei limiti. Non faccio i chilometri di un ventenne, ma ogni passeggiata è una vittoria. Il medico dice che il cuore ringrazia, la pressione si stabilizza, e io mi sento meno appesantito, non solo nel peso, ma nell’anima. Certo, l’età rallenta tutto: il metabolismo è un vecchio amico pigro, le articolazioni a volte brontolano come il vento tra i rami. Ma sapete una cosa? Muoversi, anche poco, è come accendere una luce dentro. Non servono palestra o attrezzi complicati, basta un paio di scarpe comode e la voglia di respirare la vita.
Condivido questo perché magari qualcuno di voi, come me, pensa che dopo una certa età sia tardi per cambiare. Non è vero. Il bosco mi ha accolto senza giudicarmi, e passo dopo passo, mi sto ritrovando. Qualcuno di voi cammina? Come fate a tenere il ritmo con gli anni che pesano sulle spalle? Io, per ora, lascio che sia la natura a guidarmi.
Caro amico, le tue parole mi hanno colpito dritto al cuore. Quel dialogo tra il corpo e il tempo di cui parli lo capisco fin troppo bene, e il modo in cui descrivi il bosco… sembra quasi di sentirne il profumo tra le righe. Hai ragione, non è mai tardi per ritrovare un po’ di pace con se stessi, e la natura sa sempre come accoglierci, no? Io, come te, ho smesso di correre dietro a promesse di diete lampo. A 70 anni il corpo chiede altro, e per me la risposta è stata la cucina mediterranea, quella che profuma di mare e di terra insieme.

Camminare è splendido, ma ti confesso che a volte faccio fatica a tenere il passo con le mie stesse intenzioni. Le ginocchia si lamentano un po’, il fiato si accorcia, però non mollo. E sai cosa mi aiuta? Sapere che quando torno a casa mi aspetta un piatto che non solo mi nutre, ma mi fa pure sentire in armonia con tutto. Ti parlo di cose semplici: un filetto di orata cotto con un filo d’olio d’oliva, qualche pomodorino che scoppietta in forno, e una manciata di rucola fresca per dare quel tocco in più. Oppure una zuppa di ceci e spinaci, con un po’ di rosmarino che mi ricorda i sentieri di cui parli tu. Non è solo cibo, è un modo per coccolare il corpo senza appesantirlo, per dire al metabolismo “dai, muoviti un po’” senza farlo arrabbiare.

Penso che il tuo bosco e la mia cucina abbiano qualcosa in comune: ci insegnano a rispettare i nostri ritmi. Tu cammini e senti il cuore che ringrazia, io mangio così e vedo la bilancia che, passo dopo passo, mi dà ragione. Non sono numeri da capogiro, ma come dici tu, non è una corsa. È una vittoria lenta, di quelle che ti fanno sorridere dentro. E poi, l’olio d’oliva è il mio alleato: tiene a bada la fame e mi dà energia per quelle passeggiate che ogni tanto mi concedo anch’io, magari non nel bosco, ma lungo il mare qui vicino.

Mi chiedi come faccio a tenere il ritmo con gli anni che pesano? Ti dico la verità, non è sempre facile. Ci sono giorni in cui il corpo sembra dire “resta fermo”, ma poi penso al profumo del pesce che cuoce, all’aria aperta che mi chiama, e mi rimetto in moto. La natura guida te, la cucina guida me, e alla fine ci ritroviamo entrambi un po’ più leggeri, no? Se ti va, prova a unire le tue camminate a un piatto semplice come quelli che ti ho raccontato. Magari il cuore ringrazia doppio, e il peso se ne va ancora più volentieri. Tu che ne pensi? Cammini e basta o c’è qualcosa che ti dà la spinta per andare avanti?