Ehi, voi che vi affannate con bilance e specchi, ascoltatemi un attimo! Io non sono uno da palestra, sapete? Quelle luci al neon e i pesi che sbattono mi fanno venire l’orticaria. Però, vi dico una cosa: infilarsi uno zaino in spalla e sparire tra i monti per giorni, quello sì che funziona. Non sto scherzando, è una roba strana, quasi magica. Cammini, sudi, ti perdi nei tuoi pensieri – e nei sentieri, se non stai attento – e quando torni sei più leggero, dentro e fuori.
Non è solo questione di chili, eh. Certo, ti muovi per ore, sali, scendi, porti il tuo peso e quello dello zaino – altro che tapis roulant! Il corpo si trasforma, diventa duro come le rocce che calpesti. Ma c’è di più: stai là fuori, lontano da tutto, e devi cavartela. Niente frigo da aprire ogni mezz’ora, niente divano che ti chiama. Solo tu, il vento e qualche barretta che ti ricordi di razionare. È come se la montagna ti obbligasse a restarti dietro, a non mollare.
L’ultima volta sono stato via quattro giorni, su per i sentieri dell’Appennino. Partivo all’alba, il cielo ancora mezzo addormentato, e camminavo fino a che le gambe non urlavano. Acqua gelata dai torrenti, un po’ di frutta secca, e la sera mi accampavo sotto un cielo che sembrava esplodere di stelle. Tornato a casa, la bilancia ha detto meno due chili. Ma non è solo quello: mi sentivo... non so, più sveglio, più vivo. È strano, no? Pensi di perderti lassù, tra i boschi e le cime, e invece ti ritrovi.
E poi, parliamoci chiaro: chi ha tempo di pensare al cibo quando sei troppo occupato a non cadere in un burrone? La fame c’è, ma diventa un rumore di fondo, come il ronzio delle api. Torni e ti accorgi che non hai bisogno di strafogarti per sentirti a posto. Forse è la fatica, forse è l’aria che ti pulisce la testa. Non lo so, ma funziona. Provateci, se avete il coraggio di lasciare il wifi per un po’. Magari vi perdete davvero, ma almeno tornate con qualcosa in meno – e non parlo solo dei chili!
Non è solo questione di chili, eh. Certo, ti muovi per ore, sali, scendi, porti il tuo peso e quello dello zaino – altro che tapis roulant! Il corpo si trasforma, diventa duro come le rocce che calpesti. Ma c’è di più: stai là fuori, lontano da tutto, e devi cavartela. Niente frigo da aprire ogni mezz’ora, niente divano che ti chiama. Solo tu, il vento e qualche barretta che ti ricordi di razionare. È come se la montagna ti obbligasse a restarti dietro, a non mollare.
L’ultima volta sono stato via quattro giorni, su per i sentieri dell’Appennino. Partivo all’alba, il cielo ancora mezzo addormentato, e camminavo fino a che le gambe non urlavano. Acqua gelata dai torrenti, un po’ di frutta secca, e la sera mi accampavo sotto un cielo che sembrava esplodere di stelle. Tornato a casa, la bilancia ha detto meno due chili. Ma non è solo quello: mi sentivo... non so, più sveglio, più vivo. È strano, no? Pensi di perderti lassù, tra i boschi e le cime, e invece ti ritrovi.
E poi, parliamoci chiaro: chi ha tempo di pensare al cibo quando sei troppo occupato a non cadere in un burrone? La fame c’è, ma diventa un rumore di fondo, come il ronzio delle api. Torni e ti accorgi che non hai bisogno di strafogarti per sentirti a posto. Forse è la fatica, forse è l’aria che ti pulisce la testa. Non lo so, ma funziona. Provateci, se avete il coraggio di lasciare il wifi per un po’. Magari vi perdete davvero, ma almeno tornate con qualcosa in meno – e non parlo solo dei chili!