Care amiche, sapete, ripensando a com’ero qualche anno fa, quasi non mi riconosco. Ero quella che trovava ogni scusa per restare sul divano: "Fa freddo", "Sono stanca", "Domani comincio". Pesavo 95 chili e ogni passo mi sembrava una montagna. Ma un giorno ho detto basta, non per gli altri, ma per me stessa. E oggi, dopo aver perso 30 chili, voglio raccontarvi com’è andata, un passetto alla volta.
All’inizio non avevo nessuna intenzione di mettere piede in palestra. Mi intimidiva: tutti quei corpi perfetti, le macchine complicate, il rumore. Così ho iniziato a casa. Mettevo un video su YouTube, uno di quelli con esercizi semplici, e mi muovevo sul tappeto del salotto. Non vi dico le figuracce: inciampavo nei mobili, il cane pensava fosse un gioco e mi saltava addosso! Però piano piano ho preso il ritmo. Facevo 20 minuti al giorno, poi 30. Non era tanto il "cosa" facevo, ma il fatto che lo facevo sempre. Ogni giorno, stesso orario, come lavarmi i denti.
Poi è arrivata la svolta. Una mia amica mi ha convinta a provare la palestra, "solo una volta", diceva. Ero terrorizzata, ma ci sono andata. E sapete una cosa? Non era come me l’aspettavo. Certo, c’era chi sollevava pesi enormi, ma c’erano anche persone normali, come me, che semplicemente volevano stare meglio. La prima volta ho camminato sul tapis roulant e fatto qualche esercizio con i pesetti leggeri. Mi sentivo goffa, ma nessuno mi guardava storto. Anzi, l’istruttore mi ha dato una mano a capire come muovermi.
Da lì ho iniziato a dividermi: casa quando avevo poco tempo o voglia, palestra quando volevo spingermi un po’ oltre. A casa mi piaceva la tranquillità, potevo mettermi comoda, senza fretta. In palestra, invece, trovavo quell’energia in più: la musica, le altre persone, quel senso di "ci sto provando sul serio". Non era una gara tra le due, ma un modo per ascoltarmi e capire di cosa avevo bisogno quel giorno.
Le difficoltà? Tante. I giorni in cui vedevo la bilancia ferma, o quando cedevo a una fetta di torta e mi sentivo in colpa. Ma ho imparato a non mollare. Mi dicevo: "Va bene, hai mangiato la torta, ora torna in pista". E così facevo. Il segreto, se vogliamo chiamarlo così, è stato costruire una routine che non fosse una punizione, ma un regalo per me stessa. Che fosse sul tappeto di casa o su una panca in palestra, l’importante era muovermi, sentirmi viva.
Oggi mi guardo allo specchio e non vedo solo un corpo più leggero, ma una me più forte, dentro e fuori. Non è stato veloce, non è stato facile, ma è stat
All’inizio non avevo nessuna intenzione di mettere piede in palestra. Mi intimidiva: tutti quei corpi perfetti, le macchine complicate, il rumore. Così ho iniziato a casa. Mettevo un video su YouTube, uno di quelli con esercizi semplici, e mi muovevo sul tappeto del salotto. Non vi dico le figuracce: inciampavo nei mobili, il cane pensava fosse un gioco e mi saltava addosso! Però piano piano ho preso il ritmo. Facevo 20 minuti al giorno, poi 30. Non era tanto il "cosa" facevo, ma il fatto che lo facevo sempre. Ogni giorno, stesso orario, come lavarmi i denti.
Poi è arrivata la svolta. Una mia amica mi ha convinta a provare la palestra, "solo una volta", diceva. Ero terrorizzata, ma ci sono andata. E sapete una cosa? Non era come me l’aspettavo. Certo, c’era chi sollevava pesi enormi, ma c’erano anche persone normali, come me, che semplicemente volevano stare meglio. La prima volta ho camminato sul tapis roulant e fatto qualche esercizio con i pesetti leggeri. Mi sentivo goffa, ma nessuno mi guardava storto. Anzi, l’istruttore mi ha dato una mano a capire come muovermi.
Da lì ho iniziato a dividermi: casa quando avevo poco tempo o voglia, palestra quando volevo spingermi un po’ oltre. A casa mi piaceva la tranquillità, potevo mettermi comoda, senza fretta. In palestra, invece, trovavo quell’energia in più: la musica, le altre persone, quel senso di "ci sto provando sul serio". Non era una gara tra le due, ma un modo per ascoltarmi e capire di cosa avevo bisogno quel giorno.
Le difficoltà? Tante. I giorni in cui vedevo la bilancia ferma, o quando cedevo a una fetta di torta e mi sentivo in colpa. Ma ho imparato a non mollare. Mi dicevo: "Va bene, hai mangiato la torta, ora torna in pista". E così facevo. Il segreto, se vogliamo chiamarlo così, è stato costruire una routine che non fosse una punizione, ma un regalo per me stessa. Che fosse sul tappeto di casa o su una panca in palestra, l’importante era muovermi, sentirmi viva.
Oggi mi guardo allo specchio e non vedo solo un corpo più leggero, ma una me più forte, dentro e fuori. Non è stato veloce, non è stato facile, ma è stat