Come mangio sano in viaggio senza rinunciare al gusto

Igor Pires

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6 Marzo 2025
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Ehi, compagni di viaggio e di sane abitudini!
Oggi voglio raccontarvi come riesco a mangiare sano durante i miei spostamenti senza sentirmi mai privato del piacere di un buon pasto. Viaggiare spesso può essere una sfida per chi vuole mantenere il peso o uno stile di vita equilibrato, ma con un po’ di organizzazione e qualche trucco, si può fare tutto. Vi condivido quello che funziona per me, sperando che possa ispirarvi.
Prima di tutto, cerco di prepararmi in anticipo. Quando so che starò fuori per giorni o settimane, faccio una piccola ricerca sui posti dove andrò. Non parlo solo di ristoranti, ma anche di mercati locali o negozi di alimentari. Mi piace scoprire cosa offrono di fresco: verdura di stagione, frutta succosa, carne o pesce di qualità. Questo mi aiuta a costruire pasti che siano nutrienti e saporiti senza dover ricorrere a cibi confezionati o fast food. Per esempio, in un recente viaggio in Sicilia, ho trovato mercati con pomodori e zucchine così freschi che bastava un filo d’olio e un pizzico di sale per creare un piatto incredibile.
Quando sono in movimento, porto sempre con me uno zaino con qualche “salvavita”. Non parlo di barrette proteiche piene di zuccheri, ma di cose semplici: noci, mandorle, magari qualche fettina di cocco essiccato senza additivi. Questi snack mi tengono lontano dalle tentazioni di patatine o dolciumi negli aeroporti. A volte aggiungo una piccola busta di olive o un avocado, che è facile da trasportare e super versatile. Se ho una stanza d’albergo con un coltello, posso spalmarlo su una fetta di pane integrale comprato in zona o mangiarlo direttamente con un cucchiaino.
Per i pasti veri e propri, cerco di seguire un approccio che mi fa sentire bene: tanta verdura, proteine di qualità e grassi sani. Non mi piace complicarmi la vita con conteggi o regole rigide, ma provo a immaginare il mio piatto come una tavolozza colorata. Per esempio, in un bistrot in Francia ho ordinato del salmone grigliato con una montagna di spinaci saltati e un’insalata di rucola e noci. Era delizioso, mi ha saziato per ore e non mi sono sentito appesantito. Anche nei ristoranti più semplici, di solito c’è sempre un’opzione che si avvicina a quello che cerco: una grigliata di carne o pesce con contorno di verdure, per dirne una.
Un altro consiglio che mi ha cambiato la vita è chiedere. Non abbiate paura di personalizzare un po’ il vostro ordine. In tanti posti sono felici di adattare il piatto: magari togliere una salsa pesante o aggiungere un contorno di verdure al posto delle patatine. Certo, non sempre funziona, soprattutto in posti molto caotici, ma tentar non nuoce. Durante un viaggio in Spagna, ho chiesto di sostituire il pane con dell’insalata in un piatto di tapas, e il cameriere non ha battuto ciglio.
Per quanto riguarda l’attività fisica, cerco di sfruttare quello che ho intorno. Non sempre c’è una palestra in hotel, ma una camminata veloce in città o una corsa leggera al parco possono fare miracoli. Se sono in mezzo alla natura, magari faccio qualche esercizio a corpo libero: squat, piegamenti, plank. Non serve molto per sentirsi attivi. Ricordo una mattina in Toscana, con il sole che spuntava tra le colline: ho fatto una camminata di un’ora e poi qualche esercizio su una panchina. Mi sono sentito carico per tutto il giorno.
Non fraintendetemi, non sono perfetto. A volte cedo a una fetta di torta locale o a un bicchiere di vino in più, e va bene così. L’importante è non lasciare che un momento di “sgarro” diventi un’abitudine. Torno subito alle mie basi: cibo fresco, movimento, e soprattutto godermi il viaggio senza sensi di colpa.
Spero che queste idee vi siano utili per i vostri prossimi viaggi. Se avete qualche trucco che funziona per voi, condividetelo, sono sempre curioso di imparare qualcosa di nuovo!
 
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Reazioni: lampion
Ehi, esploratori del gusto e del benessere!

Il tuo post mi ha davvero ispirato, e voglio aggiungere un pezzo al puzzle di come mantenere l’equilibrio in viaggio, ma con un focus su un aspetto che per me è fondamentale: visualizzare il proprio obiettivo e usarlo come bussola. Mangiare sano e sentirsi bene non è solo una questione di cosa metti nel piatto, ma di come costruisci una mentalità che ti guida, ovunque tu sia. Ti racconto come faccio io, con qualche tecnica che mi aiuta a non perdere di vista la versione di me stesso che voglio essere.

Parto da un esercizio che per me è stato una svolta: la “dosa dei desideri”. Non è niente di complicato, promesso. Prima di un viaggio, mi prendo 10 minuti per immaginare come voglio sentirmi alla fine di quella esperienza. Non parlo solo di peso o di centimetri, ma di energia, leggerezza, forza. Scrivo tre parole che descrivono questa sensazione (tipo “vitalità, armonia, soddisfazione”) e poi cerco immagini che le rappresentano: una persona che cammina su una spiaggia al tramonto, un piatto colorato pieno di verdure fresche, o anche solo una foto di me stesso in un momento in cui mi sentivo al top. Metto tutto su una piccola bacheca digitale sul telefono o, se sono a casa, stampo e attacco sul frigo. Questo collage diventa il mio promemoria visivo. Quando sono tentato da un bombolone fritto in una stazione di servizio, apro il telefono, guardo quelle immagini e mi ricordo perché sto scegliendo un mandarino o una manciata di noci.

In viaggio, questa visualizzazione mi aiuta a fare scelte consapevoli senza sentirmi in gabbia. Per esempio, l’ultima volta che ero a Barcellona, avevo in testa l’immagine di me che camminavo senza fiatone su per le colline del Parc Güell. Questo mi ha spinto a ordinare un’insalata di ceci e verdure grigliate invece di una porzione gigante di paella fritta. Non perché la paella sia il male, ma perché volevo sentirmi leggero per godermi la giornata. È come avere un dialogo interno: “Cosa mi avvicina alla versione di me che voglio essere?”. Funziona meglio di qualsiasi regola rigida, almeno per me.

Un altro trucco che uso è quello del “piatto mentale”. Quando sono in un ristorante e il menu è un campo minato di fritti e salse, chiudo gli occhi per un secondo e immagino il piatto che vorrei. Verdure croccanti, una proteina semplice, magari un filo d’olio d’oliva che sa di Mediterraneo. Poi cerco nel menu qualcosa che ci si avvicini. In un viaggio in Grecia, ho trovato una taverna dove servivano polpo grigliato con un’insalata di cetrioli e pomodori. Non era esattamente il mio “piatto mentale”, ma ci andava vicino, e mi ha fatto sentire soddisfatto senza appesantirmi. Se non trovo niente di simile, come hai detto tu, chiedo. Un po’ di verdura in più o una salsa a parte non è mai stato un problema, anche in posti improbabili.

Per non perdere la motivazione, porto con me un piccolo rituale giornaliero. Ogni mattina, ovunque sia, faccio un esercizio di respirazione di 5 minuti. Inspiro contando fino a 4, trattengo per 4, espiro per 6. Mentre lo faccio, penso a una frase che mi carica, tipo: “Oggi scelgo di sentirmi bene”. Sembra una sciocchezza, ma mi centra, soprattutto quando sono stanco o stressato dal viaggio. Dopo, mi muovo un po’. Non serve una palestra: in un viaggio in Portogallo, facevo squat e plank nella mia stanza d’albergo minuscola, con la finestra aperta sull’oceano. Mi sentivo connesso al mio corpo, e questo mi dava la spinta per mangiare in modo che quel corpo stesse bene.

Concordo con te sul fatto che gli “sgarri” non sono la fine del mondo. Io li vedo come momenti di vita, non come fallimenti. In un mercato a Marrakech, ho assaggiato un dolce al miele che era pura poesia. Non me ne sono pentito, ma il giorno dopo sono tornato alle mie insalate e ai miei esercizi. La chiave è non lasciare che un momento diventi una spirale. Qui mi aiuta un altro esercizio: scrivo una frase su cosa ho imparato da quello “sgarro”. Tipo: “Quel dolce mi ha ricordato quanto amo i sapori nuovi, ma non ne ho bisogno ogni giorno”. Mi fa sentire in controllo senza sensi di colpa.

Il tuo zaino di “salvavita” è un’idea geniale, e io ci aggiungo una bottiglietta d’acqua riutilizzabile. Sembra banale, ma bere tanto mi salva dalla fame nervosa e mi tiene lontano dalle bibite zuccherate. In più, mi costringe a fermarmi ogni tanto per riempirla, e quei momenti diventano pause per riflettere su come sto andando.

Grazie per aver condiviso i tuoi trucchi, mi hai fatto venir voglia di pianificare il prossimo viaggio con ancora più attenzione. Se qualcuno ha altre tecniche per visualizzare i propri obiettivi o restare focalizzato in viaggio, sono tutto orecchie. Continuiamo a ispirarci!