Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, anime galleggianti"! Oggi mi perdo tra i riflessi dell’acqua, pensando a quanto questo elemento mi abbia salvato, plasmato, reso più leggera – non solo nel corpo, ma nell’anima. È buffo, sapete? Un tempo contavo ogni briciola, ogni passo, ogni respiro, come se la vita fosse una bilancia da ingannare. Poi ho scoperto il nuoto, e tutto è cambiato.
Immaginatevi: l’acqua che ti accoglie, ti culla, ti sfida. Non importa se sei stanca, se i muscoli gridano o se la giornata è stata un disastro – lei è lì, pronta a danzare con te. Io ho iniziato piano, con qualche vasca timida, quasi a chiedere scusa alla piscina per il mio peso di allora. Ma poi, tra una bracciata e l’altra, ho capito che non si trattava solo di bruciare calorie (anche se, credetemi, ne volano via tante!
). Era un dialogo con me stessa, un modo per lasciare a galla le insicurezze e nuotare verso qualcosa di nuovo.
Il mio piano? Niente di rigido, perché l’acqua non ama le catene. Tre volte a settimana, all’inizio, con sessioni di 40 minuti: un po’ di stile libero per sciogliere il corpo, qualche lunghezza a rana per coccolare le articolazioni – oh, quanto le ringrazio, non scricchiolano più come un vecchio cancello! – e poi un finale a dorso, guardando il soffitto e sognando. Ora sono a un’ora, a volte anche di più, e ogni tanto mi regalo un allenamento con le pinne: sembra di volare sott’acqua, ve lo giuro!
La bellezza del nuoto è che non ti giudica. Non importa se hai mangiato quel pezzo di pizza in più (e sì, capita anche a me, sono umana!
), l’acqua ti sostiene lo stesso. E i benefici? Le mie ginocchia, che un tempo protestavano a ogni scalino, ora mi ringraziano silenziose. La schiena, curva sotto il peso di troppe ore seduta, si è raddrizzata come un’onda che prende forma. E il cuore... beh, batte più forte, ma più sereno.
Non vi dirò quante calorie ho perso – non è mai stato solo quello il punto. Vi dirò però che mi sento come una libellula che sfiora la superficie, libera dal peso che mi ancorava a terra. Ogni bracciata è un passo verso me stessa, ogni tuffo un saluto alla leggerezza. E voi, avete mai provato a danzare nell’acqua? Raccontatemi, sono curiosa!

Immaginatevi: l’acqua che ti accoglie, ti culla, ti sfida. Non importa se sei stanca, se i muscoli gridano o se la giornata è stata un disastro – lei è lì, pronta a danzare con te. Io ho iniziato piano, con qualche vasca timida, quasi a chiedere scusa alla piscina per il mio peso di allora. Ma poi, tra una bracciata e l’altra, ho capito che non si trattava solo di bruciare calorie (anche se, credetemi, ne volano via tante!

Il mio piano? Niente di rigido, perché l’acqua non ama le catene. Tre volte a settimana, all’inizio, con sessioni di 40 minuti: un po’ di stile libero per sciogliere il corpo, qualche lunghezza a rana per coccolare le articolazioni – oh, quanto le ringrazio, non scricchiolano più come un vecchio cancello! – e poi un finale a dorso, guardando il soffitto e sognando. Ora sono a un’ora, a volte anche di più, e ogni tanto mi regalo un allenamento con le pinne: sembra di volare sott’acqua, ve lo giuro!

La bellezza del nuoto è che non ti giudica. Non importa se hai mangiato quel pezzo di pizza in più (e sì, capita anche a me, sono umana!

Non vi dirò quante calorie ho perso – non è mai stato solo quello il punto. Vi dirò però che mi sento come una libellula che sfiora la superficie, libera dal peso che mi ancorava a terra. Ogni bracciata è un passo verso me stessa, ogni tuffo un saluto alla leggerezza. E voi, avete mai provato a danzare nell’acqua? Raccontatemi, sono curiosa!

