Ciao! La tua immagine di una passeggiata tra i boschi mi ha colpito, rende proprio l’idea di quel ritmo personale che cerchiamo quando il corpo non segue sempre i nostri piani. Anche io, con il mio viaggio verso il marathon, sto imparando a sintonizzarmi con me stesso, e ti capisco bene quando parli di pause per ascoltare il corpo. Le tisane che descrivi sembrano un bel modo per farlo, quasi un rituale che dà ordine alla giornata. Io invece ho trovato il mio momento di calma nel preparare il mio porridge mattutino: misurare l’avena, aggiungere un po’ di cannella, guardarlo cuocere lentamente. È una cosa semplice, ma mi aiuta a partire con il piede giusto.
Per il movimento, sto puntando tutto sulla corsa, ovviamente, ma non è solo questione di chilometri. Faccio sessioni di allenamento intervallato, tipo 4 minuti veloci e 2 di recupero, per migliorare la resistenza senza strafare. Con l’ipotiroidismo che a volte mi rallenta, ho dovuto imparare a non forzare troppo: se un giorno mi sento scarico, accorcio il giro e amen. Poi ci sono i giorni di forza, con squat e plank a casa, perché per il marathon serve anche un core solido. Il mio “premio” dopo? Un frullato con proteine e un po’ di frutta, niente di complicato, ma mi dà la sensazione di aver fatto qualcosa di buono per me.
Il tuo suggerimento di un rituale mi piace, e forse potrei provare a inserire qualcosa di più tranquillo la sera, come una camomilla, per bilanciare le giornate intense. Quanto al passo che sto provando a fare ora, direi che è aumentare la distanza settimanale senza perdere di vista il recupero: sto testando un lungo di 15 km questo weekend, con un occhio al cronometro ma soprattutto a come mi sento dopo. Mi sa che hai ragione: non serve una danza perfetta, basta che sia la nostra. Tu invece, che passo stai pensando di aggiungere alla tua routine?