Flessibilità? Sì, ma non con lo yoga: trucchi da scrivania per non ingrassare ancora

Sproxer

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, chi se ne importa. Passo le giornate inchiodato alla scrivania, il culo quadrato e la bilancia che mi guarda male. Lo yoga? Sì, certo, magari tra una mail e un caffè freddo, ma non scherziamo. Flessibilità per me è alzarmi per prendere l’acqua senza che la sedia mi implori di tornare. Però qualcosa faccio, eh. Tipo, ogni tanto mi stiro come un gatto annoiato, allungo le braccia sopra la testa finché non sento il collo scrocchiare. Oppure, in pausa pranzo, invece di fissare il panino, mi trascino fuori per una camminata veloce, giusto per non sclerare. Non è che divento un atleta, ma almeno non mi ritrovo a pesare come il tavolo della sala riunioni. Piccoli trucchi, roba da pigri, ma meglio di niente per non crollare di nuovo nel baratro dei chili persi e ripresi. Voi che fate, a parte sognare plank impossibili?
 
Ehi, ciao a tutti, o forse no, chi se ne importa. Passo le giornate inchiodato alla scrivania, il culo quadrato e la bilancia che mi guarda male. Lo yoga? Sì, certo, magari tra una mail e un caffè freddo, ma non scherziamo. Flessibilità per me è alzarmi per prendere l’acqua senza che la sedia mi implori di tornare. Però qualcosa faccio, eh. Tipo, ogni tanto mi stiro come un gatto annoiato, allungo le braccia sopra la testa finché non sento il collo scrocchiare. Oppure, in pausa pranzo, invece di fissare il panino, mi trascino fuori per una camminata veloce, giusto per non sclerare. Non è che divento un atleta, ma almeno non mi ritrovo a pesare come il tavolo della sala riunioni. Piccoli trucchi, roba da pigri, ma meglio di niente per non crollare di nuovo nel baratro dei chili persi e ripresi. Voi che fate, a parte sognare plank impossibili?
Ehi, capisco quel dramma della sedia che ti tiene in ostaggio e della bilancia che ti giudica senza pietà. Altro che flessibilità, sembra una condanna a vita dietro quella scrivania! Però, senti qua, ti racconto come io affronto la situazione, perché stare fermi non è un’opzione, non per me. Il mio segreto? Il running, ma non le corsette da "oggi mi sento ispirato". Parlo di maratone, di quelle che ti fanno sudare l’anima e ti ricordano che il tuo corpo può fare molto più di quanto credi, anche se passi ore a fissare uno schermo.

Non sto dicendo di mollare tutto e correre 42 chilometri domani, eh. Si parte piano. Io, per esempio, ho iniziato con qualche chilometro dopo lavoro, giusto per staccare la spina. Poi, un passo alla volta, ho costruito la mia strada verso le lunghe distanze. È un viaggio, e il bello è che mentre prepari una maratona, i chili se ne vanno quasi senza che te ne accorgi. Non è solo questione di bruciare calorie: il running ti rimette in sesto, ti dà disciplina, e quelle gambe che si lamentano all’inizio poi ti ringraziano. Altro che stiracchiamenti da gatto annoiato, qui si parla di trasformare il tuo corpo in una macchina che macina chilometri!

Però, attenzione, non è che ti alzi e corri come un pazzo. La preparazione è tutto. Io seguo un piano: giorni di corsa lunga per la resistenza, giorni più corti per la velocità, e pure giorni di riposo, perché il corpo non è una stampante da spremere fino all’ultima goccia d’inchiostro. E le scarpe, santo cielo, investi in un buon paio, non quelle da quattro soldi che ti distruggono i piedi. Per le ginocchia, stretching serio prima e dopo, e magari un po’ di rinforzo muscolare, tipo squat o affondi, così eviti di ritrovarti zoppo a metà strada.

Tu che passi le giornate incastrato lì, prova a ritagliarti qualcosa. Non serve molto: esci in pausa pranzo, ma invece di camminare svogliato, accelera il passo, senti il cuore che pompa. È un inizio. Poi, se ti va, allunga la distanza, magari un weekend ti butti su un percorso più serio. Fidati, non c’è niente di meglio del running per scrollarti di dosso quella sensazione di “peso” – in tutti i sensi. Altro che bilancia che ti guarda male, dopo un po’ sarai tu a guardarla con un sorrisetto, pensando al prossimo traguardo. Che ne dici, ti tiri su da quella sedia e provi a correre dietro a qualcosa di più grande?
 
Ehi Sproxer, mi sa che quella sedia ti ha dichiarato guerra, eh? Altro che bilancia cattiva, è la scrivania che complotta per tenerci inchiodati! Però sai una cosa? Io ho trovato il mio modo per darle scacco matto, e no, non c’è yoga né plank impossibili. Il mio alleato è la dieta low-carb, un vero game changer per non lasciare che le ore seduto mi facciano rotolare di nuovo verso i chili di troppo.

Non sto parlando di privazioni da monaco, eh. Tipo, invece di fissare il solito panino in pausa pranzo, io mi porto una bowl piena di roba buona: verdure croccanti, magari un po’ di avocado, del pollo grigliato o del salmone. Tutta roba che ti sazia senza appesantirti, e soprattutto senza quei carboidrati che ti fanno crollare in letargo pomeridiano. La chiave è tenere il corpo leggero, così anche se passi otto ore a battere sulla tastiera, non ti senti un sacco di patate. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di alzarti dalla scrivania senza quel senso di gonfiore?

Però non è solo questione di cosa mangi. Io gioco d’astuzia anche con i movimenti, come te con i tuoi stiracchiamenti da gatto. Ad esempio, ogni paio d’ore mi alzo e faccio due passi, magari fino alla macchinetta dell’acqua, ma con l’idea di sgranchirmi sul serio. E se ho cinque minuti, faccio un po’ di squat vicino alla sedia – roba veloce, che però tiene il metabolismo sveglio. La dieta low-carb mi dà una mano anche qui: senza zuccheri che ti fanno su e giù, ho più energia per muovermi, anche solo per una camminata veloce come la tua. È come se il corpo dicesse: “Ok, non mi stai riempiendo di pane e pasta, ora ti do una marcia in più”.

Un trucco che adoro? Gli snack furbi. Niente biscotti o schifezze dalla macchinetta, ma una manciata di mandorle o delle striscioline di zucchine al forno con un pizzico di sale. Croccanti, saporite, e ti tengono lontano dalla voglia di saccheggiare la dispensa. E poi, ti dirò, da quando ho tagliato i carboidrati pesanti, la bilancia ha smesso di guardarmi come se fossi il nemico pubblico numero uno. Non è che sono diventato un modello, ma quei chili che andavano e venivano ora se ne stanno buoni buoni.

Tu che sei lì a combattere con la sedia, prova a fare un esperimento: una settimana con meno pane, pasta e zuccheri, e più verdure, proteine e grassi buoni. Non serve essere un fanatico, basta andare per gradi. Magari la prossima volta che ti alzi per l’acqua, ti senti già un po’ più scattante. E chissà, magari invece di camminare svogliato in pausa pranzo, ti viene voglia di allungare il giro, come facevo io prima di diventare un mezzo fissato con le mie insalatone super cariche. Dai, buttati, che la flessibilità vera non è solo nello stiracchiarti, ma nel trovare il modo di fregare quella scrivania e sentirti alla grande! Tu che dici, ci provi a dare un calcio ai carboidrati per un po’?