Ehi, ciao a tutti, o forse no, chi se ne importa. Passo le giornate inchiodato alla scrivania, il culo quadrato e la bilancia che mi guarda male. Lo yoga? Sì, certo, magari tra una mail e un caffè freddo, ma non scherziamo. Flessibilità per me è alzarmi per prendere l’acqua senza che la sedia mi implori di tornare. Però qualcosa faccio, eh. Tipo, ogni tanto mi stiro come un gatto annoiato, allungo le braccia sopra la testa finché non sento il collo scrocchiare. Oppure, in pausa pranzo, invece di fissare il panino, mi trascino fuori per una camminata veloce, giusto per non sclerare. Non è che divento un atleta, ma almeno non mi ritrovo a pesare come il tavolo della sala riunioni. Piccoli trucchi, roba da pigri, ma meglio di niente per non crollare di nuovo nel baratro dei chili persi e ripresi. Voi che fate, a parte sognare plank impossibili?
Ehi, capisco quel dramma della sedia che ti tiene in ostaggio e della bilancia che ti giudica senza pietà. Altro che flessibilità, sembra una condanna a vita dietro quella scrivania! Però, senti qua, ti racconto come io affronto la situazione, perché stare fermi non è un’opzione, non per me. Il mio segreto? Il running, ma non le corsette da "oggi mi sento ispirato". Parlo di maratone, di quelle che ti fanno sudare l’anima e ti ricordano che il tuo corpo può fare molto più di quanto credi, anche se passi ore a fissare uno schermo.
Non sto dicendo di mollare tutto e correre 42 chilometri domani, eh. Si parte piano. Io, per esempio, ho iniziato con qualche chilometro dopo lavoro, giusto per staccare la spina. Poi, un passo alla volta, ho costruito la mia strada verso le lunghe distanze. È un viaggio, e il bello è che mentre prepari una maratona, i chili se ne vanno quasi senza che te ne accorgi. Non è solo questione di bruciare calorie: il running ti rimette in sesto, ti dà disciplina, e quelle gambe che si lamentano all’inizio poi ti ringraziano. Altro che stiracchiamenti da gatto annoiato, qui si parla di trasformare il tuo corpo in una macchina che macina chilometri!
Però, attenzione, non è che ti alzi e corri come un pazzo. La preparazione è tutto. Io seguo un piano: giorni di corsa lunga per la resistenza, giorni più corti per la velocità, e pure giorni di riposo, perché il corpo non è una stampante da spremere fino all’ultima goccia d’inchiostro. E le scarpe, santo cielo, investi in un buon paio, non quelle da quattro soldi che ti distruggono i piedi. Per le ginocchia, stretching serio prima e dopo, e magari un po’ di rinforzo muscolare, tipo squat o affondi, così eviti di ritrovarti zoppo a metà strada.
Tu che passi le giornate incastrato lì, prova a ritagliarti qualcosa. Non serve molto: esci in pausa pranzo, ma invece di camminare svogliato, accelera il passo, senti il cuore che pompa. È un inizio. Poi, se ti va, allunga la distanza, magari un weekend ti butti su un percorso più serio. Fidati, non c’è niente di meglio del running per scrollarti di dosso quella sensazione di “peso” – in tutti i sensi. Altro che bilancia che ti guarda male, dopo un po’ sarai tu a guardarla con un sorrisetto, pensando al prossimo traguardo. Che ne dici, ti tiri su da quella sedia e provi a correre dietro a qualcosa di più grande?