Giorni di scarico: la mia esperienza con kefir e verdure per sentirmi leggera!

6 Marzo 2025
73
11
8
Ciao a tutti, oppure un semplice "eccomi qui"! Sono una grande fan dei giorni di scarico e volevo condividere con voi come li gestisco e cosa mi portano. Di solito faccio 1-2 giorni a settimana, alternando tra kefir, verdure o qualche frutto leggero, tipo mele o frutti di bosco. Non vi nascondo che all’inizio mi sembrava una sfida, soprattutto perché sono una che ama mangiare bene e abbondante, ma con il tempo ho trovato il mio ritmo.
Il giorno di kefir è quello che preferisco: mi preparo una bottiglia da un litro e la sorseggio durante la giornata, magari con un pizzico di cannella per variare un po’. Mi dà una sensazione di pulizia, come se stessi resettando tutto. Le verdure invece le faccio al vapore o crude, tipo zucchine, carote e finocchi – niente di complicato, ma mi saziano senza appesantirmi. I giorni di frutta li tengo per quando ho bisogno di qualcosa di dolce, ma cerco di non esagerare, perché lo zucchero naturale può comunque rallentarmi.
Come li sopporto? Beh, i primi tempi sentivo un po’ di fame verso sera, ma ora mi sono abituata e mi aiuto con tisane o acqua aromatizzata – mi distraggono e mi riempiono lo stomaco. La cosa bella è che dopo ogni giorno di scarico mi sento più leggera, non solo sul corpo ma anche di testa. La bilancia non sempre scende tanto, magari 300-500 grammi, però vedo la differenza nei vestiti e nella pancia, che si sgonfia subito.
I risultati più evidenti li noto quando sono costante: la pelle è più luminosa, mi sento meno gonfia e ho più energia per affrontare la settimana. Non è una dieta vera e propria, più un modo per bilanciare i giorni in cui magari esagero con pizza o dolci (eh sì, capita!). Qualcuno di voi li prova? Come vi organizzate? Mi piacerebbe sapere le vostre idee per rendere questi giorni ancora più gustosi senza perdere il senso!
 
Ciao a tutti, oppure un semplice "eccomi qui"! Sono una grande fan dei giorni di scarico e volevo condividere con voi come li gestisco e cosa mi portano. Di solito faccio 1-2 giorni a settimana, alternando tra kefir, verdure o qualche frutto leggero, tipo mele o frutti di bosco. Non vi nascondo che all’inizio mi sembrava una sfida, soprattutto perché sono una che ama mangiare bene e abbondante, ma con il tempo ho trovato il mio ritmo.
Il giorno di kefir è quello che preferisco: mi preparo una bottiglia da un litro e la sorseggio durante la giornata, magari con un pizzico di cannella per variare un po’. Mi dà una sensazione di pulizia, come se stessi resettando tutto. Le verdure invece le faccio al vapore o crude, tipo zucchine, carote e finocchi – niente di complicato, ma mi saziano senza appesantirmi. I giorni di frutta li tengo per quando ho bisogno di qualcosa di dolce, ma cerco di non esagerare, perché lo zucchero naturale può comunque rallentarmi.
Come li sopporto? Beh, i primi tempi sentivo un po’ di fame verso sera, ma ora mi sono abituata e mi aiuto con tisane o acqua aromatizzata – mi distraggono e mi riempiono lo stomaco. La cosa bella è che dopo ogni giorno di scarico mi sento più leggera, non solo sul corpo ma anche di testa. La bilancia non sempre scende tanto, magari 300-500 grammi, però vedo la differenza nei vestiti e nella pancia, che si sgonfia subito.
I risultati più evidenti li noto quando sono costante: la pelle è più luminosa, mi sento meno gonfia e ho più energia per affrontare la settimana. Non è una dieta vera e propria, più un modo per bilanciare i giorni in cui magari esagero con pizza o dolci (eh sì, capita!). Qualcuno di voi li prova? Come vi organizzate? Mi piacerebbe sapere le vostre idee per rendere questi giorni ancora più gustosi senza perdere il senso!
Ehi, eccomi qua, mi unisco alla chiacchierata! Ti leggo e mi ritrovo un po’ nella tua storia, soprattutto quando dici che all’inizio sembrava una sfida. Io sto combattendo con l’ipotiroidismo, quindi i giorni di scarico per me sono un terno al lotto: a volte funzionano, a volte mi lasciano solo stanca e affamata. Il kefir lo uso anch’io, ma ammetto che dopo mezza giornata mi viene una voglia matta di qualcosa di più sostanzioso… tipo un bel piatto di pasta! Però hai ragione, dà quella sensazione di “reset”, e quando ci aggiungo un po’ di cannella mi sembra quasi un lusso.

Le verdure al vapore le sto provando, ma sto ancora cercando di capire quali mi aiutano davvero senza farmi sentire troppo vuota. Il mio endocrinologo insiste che devo stare attenta a non esagerare con i giorni troppo leggeri, perché il metabolismo rallenta ancora di più se non gli do abbastanza. Tu non hai mai paura di questo? Tipo che il corpo si “spenga”? Io alterno con giorni in cui mangio più proteine, ma non sempre so se sto facendo la cosa giusta.

La frutta la evito un po’, ho notato che mi gonfia anche se è naturale, quindi sto testando più tisane – quelle con finocchio o zenzero mi salvano la vita quando la pancia protesta. La tua costanza mi ispira, però! Io dopo un giorno di scarico mi sento più leggera solo a tratti, forse perché i miei ormoni fanno i capricci. La pelle luminosa la sogno, ma per ora vedo più che altro occhiaie… magari devo insistere di più. Tu come fai a non mollare? E qualcuno con problemi simili ha trucchi da condividere? Mi sento un po’ persa, ma curiosa di provare ancora!
 
  • Mi piace
Reazioni: paulista1978
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “rieccomi a lamentarmi”! Leggo il tuo entusiasmo per i giorni di scarico e ti invidio, davvero. Io sono qui che cerco di rimettermi in carreggiata dopo un infortunio alla schiena che mi ha fatto mettere su chili come se fossi un sacco di patate. Altro che leggerezza, per mesi mi sono sentita un blocco di cemento! Ora sto provando a muovermi di nuovo, ma con allenamenti adattati, tipo camminate lente e un po’ di stretching, perché di più non ce la faccio ancora. E il cibo? Un disastro, all’inizio non potevo nemmeno cucinare, figurati pensare a kefir e verdure.

Il tuo giorno di kefir mi incuriosisce, ma a me dopo un litro di quel coso servirebbe un premio di consolazione, tipo una pizza. Lo so, non è lo spirito giusto, ma la fame mi attanaglia, soprattutto ora che il mio corpo sembra non capire più niente. Le verdure al vapore le sto inserendo, carote e zucchine soprattutto, perché sono facili da gestire e non mi fanno impazzire a prepararle. Però, parliamoci chiaro, dopo un po’ mi stufo: mi sembra di mangiare aria insipida. Tu come fai a non annoiarti? Io ci provo, ma verso sera mi ritrovo a fissare il frigo con pensieri poco virtuosi.

Le tisane le uso anch’io, quelle con zenzero soprattutto, perché almeno mi danno l’illusione di avere qualcosa di saporito in bocca. L’acqua aromatizzata invece mi ha stufato in fretta, dopo due giorni di cetriolo e limone mi sembrava di bere un esperimento chimico fallito. La leggerezza di cui parli la sento poco, forse perché il mio metabolismo è ancora in modalità “letargo post trauma”. La bilancia si muove a malapena, tipo 200 grammi se va bene, e i vestiti? Mah, forse stringono un po’ meno, ma niente di che. La pancia si sgonfia solo se sto attenta pure i giorni dopo, altrimenti è un’illusione che dura mezza mattina.

La costanza è il mio incubo. Dopo l’infortunio ho perso ogni ritmo, e ora alternare giorni leggeri con giorni normali mi manda in confusione. Le proteine le sto aumentando, tipo pollo o uova, perché ho paura che il corpo si spenga del tutto se gli do solo verdure e kefir. Tu non hai mai questo timore? Il mio fisioterapista dice che devo mangiare per sostenere i muscoli, ma poi l’endocrinologo mi guarda storto se non sto leggera. È un caos. La pelle luminosa la vedo solo nei sogni, per ora ho più che altro un colorito da zombie. Mi piacerebbe sapere come fate voi, soprattutto chi è partito da zero come me dopo un periodo fermo. Idee per non mollare? Io sono a un passo dal cedere e ordinare un tiramisù!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire “rieccomi a lamentarmi”! Leggo il tuo entusiasmo per i giorni di scarico e ti invidio, davvero. Io sono qui che cerco di rimettermi in carreggiata dopo un infortunio alla schiena che mi ha fatto mettere su chili come se fossi un sacco di patate. Altro che leggerezza, per mesi mi sono sentita un blocco di cemento! Ora sto provando a muovermi di nuovo, ma con allenamenti adattati, tipo camminate lente e un po’ di stretching, perché di più non ce la faccio ancora. E il cibo? Un disastro, all’inizio non potevo nemmeno cucinare, figurati pensare a kefir e verdure.

Il tuo giorno di kefir mi incuriosisce, ma a me dopo un litro di quel coso servirebbe un premio di consolazione, tipo una pizza. Lo so, non è lo spirito giusto, ma la fame mi attanaglia, soprattutto ora che il mio corpo sembra non capire più niente. Le verdure al vapore le sto inserendo, carote e zucchine soprattutto, perché sono facili da gestire e non mi fanno impazzire a prepararle. Però, parliamoci chiaro, dopo un po’ mi stufo: mi sembra di mangiare aria insipida. Tu come fai a non annoiarti? Io ci provo, ma verso sera mi ritrovo a fissare il frigo con pensieri poco virtuosi.

Le tisane le uso anch’io, quelle con zenzero soprattutto, perché almeno mi danno l’illusione di avere qualcosa di saporito in bocca. L’acqua aromatizzata invece mi ha stufato in fretta, dopo due giorni di cetriolo e limone mi sembrava di bere un esperimento chimico fallito. La leggerezza di cui parli la sento poco, forse perché il mio metabolismo è ancora in modalità “letargo post trauma”. La bilancia si muove a malapena, tipo 200 grammi se va bene, e i vestiti? Mah, forse stringono un po’ meno, ma niente di che. La pancia si sgonfia solo se sto attenta pure i giorni dopo, altrimenti è un’illusione che dura mezza mattina.

La costanza è il mio incubo. Dopo l’infortunio ho perso ogni ritmo, e ora alternare giorni leggeri con giorni normali mi manda in confusione. Le proteine le sto aumentando, tipo pollo o uova, perché ho paura che il corpo si spenga del tutto se gli do solo verdure e kefir. Tu non hai mai questo timore? Il mio fisioterapista dice che devo mangiare per sostenere i muscoli, ma poi l’endocrinologo mi guarda storto se non sto leggera. È un caos. La pelle luminosa la vedo solo nei sogni, per ora ho più che altro un colorito da zombie. Mi piacerebbe sapere come fate voi, soprattutto chi è partito da zero come me dopo un periodo fermo. Idee per non mollare? Io sono a un passo dal cedere e ordinare un tiramisù!
Ehi, un saluto dal club dei “ritornati dal letargo”! Leggerti mi ha fatto quasi sorridere, perché mi ci rivedo un sacco, anche se il mio percorso è stato più un “dopo ospedale” che un infortunio. Pure io ho accumulato chili durante il periodo in cui stare sdraiata era l’attività fisica massima concessa. Altro che sacco di patate, mi sentivo un’intera piantagione! Ora che sto provando a rimettermi in piedi, letteralmente, capisco quel mix di voglia e frustrazione che descrivi. Le camminate lente sono il mio pane quotidiano, e lo stretching è tipo una conquista olimpica quando non mi tira qualche muscolo dimenticato.

Il kefir? Ti confesso che all’inizio lo guardavo con sospetto, come te con la tua pizza tentatrice. Però ho scoperto che mischiarlo con un po’ di frutta fresca, tipo mirtilli, lo rende meno “punizione” e più “ok, ci posso provare”. Le verdure al vapore le capisco, dopo tre giorni di zucchine mi sembra di masticare cartone bagnato. Io ci butto sopra un filo d’olio d’oliva e un pizzico di spezie, tipo curcuma o pepe, almeno mi illudo di avere un sapore in bocca. La noia è il vero nemico, hai ragione. A volte mi salvo con una vellutata, sempre carote o zucca, che almeno mi scalda lo stomaco e mi dà l’idea di un pasto vero.

La fame serale è un classico pure per me. Dopo mesi di immobilità, il mio corpo sembra un adolescente in crescita, vuole tutto e subito. Io tengo una manciata di mandorle a portata di mano, non sarà una pizza, ma almeno mi placa quel buco nello stomaco senza troppi danni. Le tisane con zenzero le amo anch’io, è come un piccolo lusso che mi concedo mentre fisso il soffitto e mi dico “dai, domani andrà meglio”. L’acqua aromatizzata l’ho abbandonata pure io, dopo una settimana di limone mi sembrava di lavarmi i denti con un detersivo.

Sul metabolismo in letargo ti batto il cinque da lontano. Dopo la malattia, il mio è andato in vacanza e non è ancora tornato. La bilancia è una sadica, si muove di un millimetro e poi si ferma, come a dire “arrangiati”. I vestiti? Qualcosa si allenta, ma la pancia è un optional che torna a salutarmi ogni volta che mi rilasso un giorno di troppo. Alternare giorni leggeri e normali è un casino anche per me, soprattutto perché pure i medici mi tirano da due parti: “mangia per i muscoli”, “stai leggera per il peso”. Alla fine faccio un compromesso, tipo uova strapazzate con spinaci: proteine sì, ma senza esagerare.

La costanza è una parola che mi fa venire l’orticaria. Dopo un periodo fermo, ripartire è come scalare una montagna con le ciabatte. Il mio trucco è non pensare troppo: un giorno alla volta, un passo, una carota. Se mi fisso sul “devo perdere tot”, mi deprimo e basta. Tu col tiramisù mi hai fatto ridere, io ogni tanto cedo a un quadretto di cioccolato fondente, che almeno mi dà l’idea di un premio senza buttare tutto all’aria. La pelle luminosa è un miraggio pure per me, ma sto notando che bere più acqua – quella normale, senza esperimenti – qualcosa fa. Non mollo, anche se a volte mi vedo più zombie che modella. Dai, scrivimi come va, che magari ci tiriamo su a vicenda senza bisogno di ordinare dolci in coppia!
 
Ehi, un saluto dal club dei “ritornati dal letargo”! Leggerti mi ha fatto quasi sorridere, perché mi ci rivedo un sacco, anche se il mio percorso è stato più un “dopo ospedale” che un infortunio. Pure io ho accumulato chili durante il periodo in cui stare sdraiata era l’attività fisica massima concessa. Altro che sacco di patate, mi sentivo un’intera piantagione! Ora che sto provando a rimettermi in piedi, letteralmente, capisco quel mix di voglia e frustrazione che descrivi. Le camminate lente sono il mio pane quotidiano, e lo stretching è tipo una conquista olimpica quando non mi tira qualche muscolo dimenticato.

Il kefir? Ti confesso che all’inizio lo guardavo con sospetto, come te con la tua pizza tentatrice. Però ho scoperto che mischiarlo con un po’ di frutta fresca, tipo mirtilli, lo rende meno “punizione” e più “ok, ci posso provare”. Le verdure al vapore le capisco, dopo tre giorni di zucchine mi sembra di masticare cartone bagnato. Io ci butto sopra un filo d’olio d’oliva e un pizzico di spezie, tipo curcuma o pepe, almeno mi illudo di avere un sapore in bocca. La noia è il vero nemico, hai ragione. A volte mi salvo con una vellutata, sempre carote o zucca, che almeno mi scalda lo stomaco e mi dà l’idea di un pasto vero.

La fame serale è un classico pure per me. Dopo mesi di immobilità, il mio corpo sembra un adolescente in crescita, vuole tutto e subito. Io tengo una manciata di mandorle a portata di mano, non sarà una pizza, ma almeno mi placa quel buco nello stomaco senza troppi danni. Le tisane con zenzero le amo anch’io, è come un piccolo lusso che mi concedo mentre fisso il soffitto e mi dico “dai, domani andrà meglio”. L’acqua aromatizzata l’ho abbandonata pure io, dopo una settimana di limone mi sembrava di lavarmi i denti con un detersivo.

Sul metabolismo in letargo ti batto il cinque da lontano. Dopo la malattia, il mio è andato in vacanza e non è ancora tornato. La bilancia è una sadica, si muove di un millimetro e poi si ferma, come a dire “arrangiati”. I vestiti? Qualcosa si allenta, ma la pancia è un optional che torna a salutarmi ogni volta che mi rilasso un giorno di troppo. Alternare giorni leggeri e normali è un casino anche per me, soprattutto perché pure i medici mi tirano da due parti: “mangia per i muscoli”, “stai leggera per il peso”. Alla fine faccio un compromesso, tipo uova strapazzate con spinaci: proteine sì, ma senza esagerare.

La costanza è una parola che mi fa venire l’orticaria. Dopo un periodo fermo, ripartire è come scalare una montagna con le ciabatte. Il mio trucco è non pensare troppo: un giorno alla volta, un passo, una carota. Se mi fisso sul “devo perdere tot”, mi deprimo e basta. Tu col tiramisù mi hai fatto ridere, io ogni tanto cedo a un quadretto di cioccolato fondente, che almeno mi dà l’idea di un premio senza buttare tutto all’aria. La pelle luminosa è un miraggio pure per me, ma sto notando che bere più acqua – quella normale, senza esperimenti – qualcosa fa. Non mollo, anche se a volte mi vedo più zombie che modella. Dai, scrivimi come va, che magari ci tiriamo su a vicenda senza bisogno di ordinare dolci in coppia!
Ciao, o forse meglio un “bentornata tra i vivi”! Ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio, con quel mix di determinazione e voglia di mollare tutto per una fetta di qualcosa di proibito. L’infortunio alla schiena deve essere stato un incubo, capisco bene quel senso di pesantezza che descrivi, io ci sono passata dopo un periodo in cui anche solo alzarmi dal letto era un’impresa. I chili in più? Una beffa, come se il corpo dicesse “già che sei ferma, ti regalo un souvenir”. Le camminate lente e lo stretching sono un ottimo punto di ripartenza, anche se sembrano poca cosa, fidati che il tuo corpo sta prendendo nota di ogni passo.

Il kefir ti tenta ma ti spaventa, vero? Io all’inizio lo vedevo come una penitenza, ma poi ho trovato il modo di renderlo meno ostile: un po’ di fragole o lamponi dentro, e diventa quasi un dessert leggero. Non dico che sostituisce una pizza, ma almeno non mi fa sentire una monaca di clausura. Le verdure al vapore sono una sfida, concordo. Carote e zucchine sono pratiche, sì, ma dopo un po’ sembrano un compito a casa. Io le ravvivo con un goccio di salsa di soia o un mix di erbe aromatiche, tipo origano o timo, così mi sembra di mangiare qualcosa con un’anima. Tu che spezie sopporti? Magari trovi un trucco per non fissare il frigo con occhi da lupo mannaro.

La fame serale è il nostro tallone d’Achille, lo sento. Dopo mesi di stop, il corpo sembra urlare “recupera tutto!”. Io mi sono messa d’accordo con me stessa: una decina di noci o un cucchiaino di burro di arachidi, giusto per zittire lo stomaco senza dichiarare guerra alla bilancia. Le tisane con zenzero sono una salvezza, vero? Quel pizzicore mi dà una scossa, come se stessi facendo qualcosa di buono per me. L’acqua aromatizzata invece l’ho lasciata perdere anch’io, dopo tre giorni di cetriolo mi sembrava di bere un’insalata liquida.

Il metabolismo in modalità tartaruga lo conosco fin troppo bene. Dopo il mio periodo fermo, sembrava spento, e la bilancia si muoveva con la velocità di una lumaca. Quei 200 grammi che citi sono già una vittoria, anche se non sembra. I vestiti che stringono meno sono un segnale, pure se la pancia fa i capricci. Io ho notato che i giorni leggeri funzionano solo se li alterno con qualcosa di più sostanzioso ma controllato, tipo una fettina di petto di pollo o un uovo sodo. Tu hai ragione a temere per i muscoli, il fisioterapista non sbaglia: senza proteine il corpo si spegne. Io punto su cose semplici, tipo yogurt greco o fiocchi di latte, che mi riempiono senza appesantire troppo. Che ne pensi di provare così?

La costanza è una bestia nera, soprattutto dopo uno stop forzato. Io mi sono imposta una regola: niente obiettivi enormi, solo micro-passi. Tipo, oggi mi bevo i miei due litri d’acqua, domani aggiungo una porzione di verdure. Se penso troppo al “devo farcela”, mi blocco. Tu col tiramisù mi hai fatto venire l’acquolina, ma ti svelo il mio compromesso: un cucchiaino di miele su una fettina di mela, mi dà quel dolce che cerco senza sensi di colpa. La pelle luminosa arriverà, vedrai, ma ci vuole tempo, soprattutto acqua e un po’ di pazienza con noi stesse. Non cedere, ok? Siamo sulla stessa barca, e se una di noi ce la fa, l’altra può prendere spunto! Fammi sapere come procedi, che magari ci motiviamo a vicenda.