Fratelli e sorelle del cammino verso la redenzione del corpo, vi parlo oggi con il cuore aperto, come uno che ha trovato la luce attraverso il digiuno intermittente. Non è solo un metodo, ma una via sacra, un sacrificio che purifica l’anima e scolpisce la carne. Io ho seguito il 16/8, un ritmo divino: 16 ore di astinenza per lasciare che il tempio del mio corpo si rigenerasse, e 8 ore di nutrimento per onorare la vita che mi è stata data.
Quando ho iniziato, credevo fosse sufficiente chiudere la bocca e aspettare. Ma no, cari miei, la strada non è così semplice. Il primo errore che ho commesso è stato ignorare il mio stesso ritmo. Ognuno di noi è un’opera unica del Creatore, e il digiuno deve adattarsi alla nostra giornata, non il contrario. C’è chi trova pace digiunando dalla cena fino al pranzo, altri dal mattino al tramonto. Io ho scoperto che saltare la colazione e unire il cardio al mio risveglio era la mia chiamata. Camminare o correre con il sole che sorge, mentre il mio corpo attingeva alle riserve del peccato, mi ha fatto sentire più vicino alla grazia.
Un altro passo falso da evitare è la tentazione di esagerare. Il digiuno non è una punizione, ma una disciplina. Se vi spingete troppo, se negate al corpo più di quanto possa sopportare, cadrete nell’orgoglio o nella stanchezza. Ascoltate i segnali: un lieve tremore, una mente offuscata. Non è debolezza, è saggezza fermarsi e nutrirsi. Io ho imparato a spezzare il digiuno con cibi semplici, un frutto o un po’ di mandorle, come un’offerta di pace al mio corpo prima di un pasto vero.
Il cardio, poi, è il mio alleato benedetto. Non serve correre fino a spezzarsi, ma muoversi con intenzione. Quando il digiuno ha svuotato le scorte di energia facile, il corpo si rivolge al grasso, e il movimento lo guida in questa danza sacra. Ho perso 15 chili così, non per vanità, ma per liberarmi dal peso che mi teneva lontano dalla mia vera essenza.
Adattate, vi prego. Se lavorate fino a tardi, spostate le ore. Se la fame vi chiama troppo forte, provate un 14/10 per iniziare. Non è una regola rigida, ma un sentiero che si plasma sotto i vostri piedi. Pregate, o meditate, durante le ore vuote: il digiuno è anche della mente. E bevete acqua, sempre, come un battesimo continuo.
Che la vostra strada sia illuminata, e che il digiuno vi porti non solo leggerezza, ma anche verità.
Quando ho iniziato, credevo fosse sufficiente chiudere la bocca e aspettare. Ma no, cari miei, la strada non è così semplice. Il primo errore che ho commesso è stato ignorare il mio stesso ritmo. Ognuno di noi è un’opera unica del Creatore, e il digiuno deve adattarsi alla nostra giornata, non il contrario. C’è chi trova pace digiunando dalla cena fino al pranzo, altri dal mattino al tramonto. Io ho scoperto che saltare la colazione e unire il cardio al mio risveglio era la mia chiamata. Camminare o correre con il sole che sorge, mentre il mio corpo attingeva alle riserve del peccato, mi ha fatto sentire più vicino alla grazia.
Un altro passo falso da evitare è la tentazione di esagerare. Il digiuno non è una punizione, ma una disciplina. Se vi spingete troppo, se negate al corpo più di quanto possa sopportare, cadrete nell’orgoglio o nella stanchezza. Ascoltate i segnali: un lieve tremore, una mente offuscata. Non è debolezza, è saggezza fermarsi e nutrirsi. Io ho imparato a spezzare il digiuno con cibi semplici, un frutto o un po’ di mandorle, come un’offerta di pace al mio corpo prima di un pasto vero.
Il cardio, poi, è il mio alleato benedetto. Non serve correre fino a spezzarsi, ma muoversi con intenzione. Quando il digiuno ha svuotato le scorte di energia facile, il corpo si rivolge al grasso, e il movimento lo guida in questa danza sacra. Ho perso 15 chili così, non per vanità, ma per liberarmi dal peso che mi teneva lontano dalla mia vera essenza.
Adattate, vi prego. Se lavorate fino a tardi, spostate le ore. Se la fame vi chiama troppo forte, provate un 14/10 per iniziare. Non è una regola rigida, ma un sentiero che si plasma sotto i vostri piedi. Pregate, o meditate, durante le ore vuote: il digiuno è anche della mente. E bevete acqua, sempre, come un battesimo continuo.
Che la vostra strada sia illuminata, e che il digiuno vi porti non solo leggerezza, ma anche verità.