Ragazzi, vi devo raccontare la mia storia perché ancora non ci credo. Qualche anno fa ero in sovrappeso, sempre stanco, con le ginocchia che scricchiolavano a ogni passo. Mangiavo male, bevevo litri di quelle bibite dolci che ti fanno sentire bene per cinque minuti e poi ti lasciano a terra. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare a nuotare. Non ero un atleta, non sapevo nemmeno bene come muovere le braccia, ma ho preso e mi sono buttato in piscina.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.