La mia rinascita con il nuoto: addio chili di troppo e bibite zuccherate!

kunshikof

Membro
6 Marzo 2025
66
6
8
Ragazzi, vi devo raccontare la mia storia perché ancora non ci credo. Qualche anno fa ero in sovrappeso, sempre stanco, con le ginocchia che scricchiolavano a ogni passo. Mangiavo male, bevevo litri di quelle bibite dolci che ti fanno sentire bene per cinque minuti e poi ti lasciano a terra. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare a nuotare. Non ero un atleta, non sapevo nemmeno bene come muovere le braccia, ma ho preso e mi sono buttato in piscina.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.
 
Ragazzi, vi devo raccontare la mia storia perché ancora non ci credo. Qualche anno fa ero in sovrappeso, sempre stanco, con le ginocchia che scricchiolavano a ogni passo. Mangiavo male, bevevo litri di quelle bibite dolci che ti fanno sentire bene per cinque minuti e poi ti lasciano a terra. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare a nuotare. Non ero un atleta, non sapevo nemmeno bene come muovere le braccia, ma ho preso e mi sono buttato in piscina.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.
Ciao a tutti, la tua storia mi ha davvero colpito, sai? Mi ci rivedo tantissimo, anche se il mio percorso parte da un punto diverso. Dopo un periodo tosto, con una malattia che mi ha costretto a letto per mesi, il mio corpo era irriconoscibile. Durante il trattamento e i giorni in ospedale ho messo su un sacco di chili, non per scelta, ma perché ero fermo, debole, e il cibo era l’unica cosa che mi dava un po’ di conforto. Muovermi era un sogno lontano, figuriamoci pensare allo sport. Però, leggendo di come il nuoto ti abbia cambiato, mi hai fatto venir voglia di raccontare quello che sto provando a fare io adesso.

Quando i medici mi hanno dato l’ok per ricominciare a muovermi, ero spaventato. Le articolazioni mi facevano male, il fiato era corto e pure alzarmi dal divano sembrava un’impresa. Poi un giorno una mia amica mi ha detto: “Perché non provi la piscina? L’acqua ti sostiene, non forzerebbe troppo”. Ci ho pensato un po’ e mi sono detto: proviamo, al massimo torno a casa bagnato e basta. E invece è stato un inizio incredibile.

All’inizio facevo fatica anche solo a entrare in acqua, mi sentivo goffo e fuori posto. Però hai ragione tu: quella leggerezza che dà l’acqua è unica. Non c’è il peso del corpo a schiacciarti, non ci sono ginocchia che urlano o schiene che si lamentano. Ho iniziato piano, con poche vasche, magari solo galleggiando un po’ e muovendo le braccia come capitava. Non ero lì per fare il fenomeno, ma per riprendere in mano me stesso, un passo alla volta. Ora sto cercando di andarci almeno tre volte a settimana, anche se non sono ancora al tuo livello di 4-5! Faccio una decina di vasche lente per scaldarmi, poi provo a spingere un po’ con qualche vasca a stile libero – sto ancora imparando, eh, ogni tanto bevo pure un po’ d’acqua invece di nuotare!

Non ho tagliato tutto dalla mia alimentazione, perché dopo la malattia ho bisogno di riprendere energie, ma sto attento a non esagerare con le cose pesanti. Le bibite zuccherate? Eliminate pure io, come te. Mi gonfiavano e mi lasciavano stanco, e ora che bevo più acqua – quella normale, non solo quella della piscina – mi sento un’altra persona. Non punto a diete drastiche, ma a mangiare cose che mi diano forza senza appesantirmi: verdure, un po’ di frutta, roba semplice che mi aiuta a sostenermi mentre nuoto.

Il nuoto per me è diventato un momento di pace. Non è solo per i chili, che piano piano stanno scendendo, ma per come mi sento dopo. La stanchezza è quella bella, quella che ti dice che hai fatto qualcosa di buono per te. Le spalle si sciolgono, le gambe piano piano tornano a rispondere, e il fiato migliora ogni settimana. Non sono ancora veloce, non faccio scatti come te, ma ogni vasca in più è una piccola vittoria. Esco dall’acqua e mi sento più leggero, non solo nel corpo ma anche nella testa.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza, mi ha dato una spinta in più. Hai ragione, non serve essere campioni, basta buttarsi. E sono d’accordo: niente batte quella sensazione di galleggiare dopo una nuotata, altro che bottiglie frizzanti. Continuerò a seguire il tuo consiglio e a lavorare su me stesso, un tuffo alla volta. Magari tra qualche mese ti scriverò che anch’io sono arrivato a 20 vasche a ritmo medio!
 
Ragazzi, vi devo raccontare la mia storia perché ancora non ci credo. Qualche anno fa ero in sovrappeso, sempre stanco, con le ginocchia che scricchiolavano a ogni passo. Mangiavo male, bevevo litri di quelle bibite dolci che ti fanno sentire bene per cinque minuti e poi ti lasciano a terra. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare a nuotare. Non ero un atleta, non sapevo nemmeno bene come muovere le braccia, ma ho preso e mi sono buttato in piscina.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.
Ehi, che bella storia! Mi hai fatto venire voglia di tuffarmi in piscina anch’io. Sai, pure io ho notato quanto cambia tutto quando ti prendi cura di te, e per me il segreto sta anche nel mangiare cose genuine. Coltivo pomodori e zucchine sul balcone, e ti giuro che sapere cosa metto nel piatto mi dà una marcia in più. Nuoto e orto fatto in casa: potrebbe essere la combo perfetta, no? Complimenti ancora, si sente proprio che l’acqua ti ha rigenerato!
 
Scusate se mi intrometto, la tua storia mi ha colpito. Anch’io avevo perso tanti chili, mi sentivo una piuma, ma poi… sono tornato al punto di partenza. Colpa di scelte sbagliate, stress, e sì, pure quelle bibite zuccherate che credevo innocue. Ora voglio riprovarci, magari con il nuoto come fai tu. Da dove inizio? Mi sento un po’ perso.
 
Ragazzi, vi devo raccontare la mia storia perché ancora non ci credo. Qualche anno fa ero in sovrappeso, sempre stanco, con le ginocchia che scricchiolavano a ogni passo. Mangiavo male, bevevo litri di quelle bibite dolci che ti fanno sentire bene per cinque minuti e poi ti lasciano a terra. Un giorno, quasi per caso, ho deciso di provare a nuotare. Non ero un atleta, non sapevo nemmeno bene come muovere le braccia, ma ho preso e mi sono buttato in piscina.
All’inizio facevo poche vasche, arrancando come un pesce fuor d’acqua. Però mi piaceva quella sensazione di leggerezza, il modo in cui l’acqua mi sosteneva senza farmi sentire il peso del corpo. Ho iniziato ad andarci due volte a settimana, poi tre, poi quasi ogni giorno. Non seguivo diete ferree, ma ho tagliato subito quelle bevande zuccherate che mi gonfiavano e basta. L’acqua della piscina è diventata la mia unica “bevanda” – e vi giuro, non mi manca altro.
Con il tempo ho imparato a nuotare meglio: stile libero per sciogliere le spalle, dorso per rilassarmi, rana per lavorare sulle gambe. Facevo sessioni da 40 minuti, alternando ritmi lenti e qualche scatto veloce per spingermi un po’. Non era solo questione di bruciare calorie, ma di sentirmi bene. I dolori alle articolazioni? Spariti. Le ginocchia non protestano più, la schiena è dritta, e pure il fiato è tornato. Ho perso i chili di troppo senza nemmeno accorgermene, perché non era una sofferenza, era un piacere.
Ora nuoto 4-5 volte a settimana. Una giornata tipo è 10 vasche di riscaldamento lente, poi 20 vasche a ritmo medio, e magari finisco con 5 vasche veloci per scaricare tutto. L’acqua è diventata la mia terapia: ti culla, ti sfida, ti rigenera. E sapete una cosa? Non c’è niente di meglio che uscire dalla piscina, sentirsi leggeri e guardarsi allo specchio senza più quel gonfiore che ti tira giù.
Provateci, anche solo per curiosità. Non serve essere campioni, basta lasciarsi andare. E lasciate perdere quelle bottiglie frizzanti che promettono felicità: la vera felicità è galleggiare dopo una bella nuotata.
Ehi, che bella storia! Leggerti mi ha fatto venire una voglia matta di buttarmi in piscina, anche se ammetto che l’acqua mi spaventa un po’. Complimenti per il tuo percorso, si sente proprio che nuotare ti ha cambiato la vita, e non solo per i chili in meno. Quella leggerezza che descrivi, il sentirsi sostenuti dall’acqua, è qualcosa di magico.

Voglio condividere un po’ del mio viaggio, perché magari può essere utile a qualcuno. Anche io sto cercando di perdere peso, ma il mio alleato principale in questo momento sono i passati di verdura e le zuppe leggere. Ho iniziato qualche mese fa, quando mi sono resa conto che il mio problema non era solo cosa mangiavo, ma quanto e come. Mangiavo porzioni enormi, spesso di corsa, e poi mi sentivo pesante per ore. Così ho deciso di puntare su pasti più piccoli e frequenti, con le zuppe come base del mio giorno.

La mia routine è semplice: preparo una pentola di brodo vegetale fatto in casa, con carote, sedano, cipolle e magari un po’ di zenzero per dare un tocco di sapore. Poi ci aggiungo verdure di stagione – zucchine, cavolo nero, spinaci, quello che trovo al mercato – e a volte un po’ di legumi come lenticchie o ceci per rendere il tutto più sostanzioso. La cosa bella è che queste zuppe sono super leggere, ma ti riempiono senza appesantirti. Ne mangio una ciotola a pranzo e una a cena, e in mezzo faccio piccoli spuntini sani, tipo una manciata di mandorle, uno yogurt naturale o una fetta di pane integrale con un velo di avocado.

All’inizio avevo paura di sentirmi affamata, ma ho scoperto che mangiare poco e spesso mi tiene sazia e con tanta energia. Non conto le calorie ossessivamente, ma cerco di ascoltare il mio corpo. Se ho più fame, aggiungo un po’ di patate dolci o quinoa alla zuppa. Se mi sento leggera, resto sul brodo con verdure. E poi bevo tantissima acqua, proprio come dici tu – niente bibite zuccherate, solo acqua o tisane senza zucchero.

Non sono ancora al mio obiettivo, ma sto perdendo peso piano piano, senza stress. La cosa che mi piace di più è che non mi sembra di essere a dieta. Le zuppe sono così versatili che non mi annoiano mai: un giorno ci metto del curry, un altro un po’ di pomodoro e basilico. E poi, prepararle è quasi rilassante, come un piccolo rito. Certo, non è come nuotare – il tuo entusiasmo per la piscina mi ha colpita! – ma è il mio modo di prendermi cura di me stessa.

Sto pensando di aggiungere un po’ di movimento, magari camminate veloci o, chissà, qualche vasca in piscina ispirata da te. Tu come facevi all’inizio a non scoraggiarti? E come gestivi la fame, soprattutto nei primi tempi? Io per ora mi salvo con le mie ciotole fumanti, ma sono curiosa di sapere com’è stato per te. Grazie per aver condiviso, davvero, è una bella spinta per continuare!