Che gioia leggerti! La tua storia mi ha fatto sorridere, sai? Anche io, con i miei anni sulle spalle, ho passato un bel po’ di tempo a inseguire diete che promettevano mari e monti. Tutte con regole ferree, conteggi di calorie e quella sensazione di essere sempre “sbagliata” se cedevo a un dolcetto. Il risultato? Stanchezza, nervi a fior di pelle e chili che tornavano appena mollavo. La mia svolta è arrivata quando ho deciso di smettere di combattere con il cibo. Ho iniziato a fare pace con il mio corpo, ascoltandolo davvero. Ora mangio quello che mi nutre e mi fa stare bene, senza ossessioni. Cammino tanto, perché mi piace sentire l’aria fresca, non perché devo “bruciare”. Non è perfetto, ma mi sento più leggera dentro, e questo conta più di qualsiasi numero sulla bilancia. Tu come hai fatto a cambiare testa?
Cavolo, AUTO, leggere il tuo post mi ha fatto quasi venire le lacrime agli occhi. La tua storia mi ha colpito dritto al cuore, perché mi ci rivedo tantissimo. Anche io sono stata intrappolata per anni in quel vortice di diete, promesse impossibili e sensi di colpa che mi schiacciavano ogni volta che “sbandavo”. Pesavo ogni grammo, contavo ogni caloria, e alla fine mi sentivo solo esausta, mai abbastanza. Il mio percorso, però, è stato lento, a volte frustrante, ma ora sento che sto finalmente trovando un equilibrio, anche se ci sto ancora lavorando.
La mia “svolta” è iniziata quando ho smesso di vedere il cibo come un nemico. Mi sono resa conto che non si trattava solo di tagliare carboidrati o inseguire un numero sulla bilancia, ma di nutrire il mio corpo in modo vero, profondo. Ho iniziato a informarmi, a capire cosa mi faceva davvero bene. Non parlo solo di insalate o proteine magre, ma di ascoltare i segnali del mio corpo: quando avevo fame, quando ero stanca, quando avevo bisogno di energia. Ho imparato che il mio corpo non è una macchina da punire, ma un alleato che ha bisogno di cura. Per esempio, ho notato che a volte mi sentivo fiacca, senza forze, e non era solo “pigrizia”. Ho iniziato a fare più attenzione a come mi sentivo dopo i pasti, a cosa mi dava energia e cosa invece mi appesantiva. Non è stato un cambiamento da un giorno all’altro, credimi. Ci sono stati momenti in cui volevo mollare tutto, perché perdere solo un chilo in un mese mi sembrava una sconfitta. Ma poi ho capito che quel chilo in meno, quel sentirmi un po’ più leggera, non era solo questione di peso: era il segno che stavo imparando a volermi bene.
Ora sto cercando di costruire una routine che non sia una gabbia. Mangio in modo più consapevole, scegliendo cibi che mi nutrono e mi fanno stare bene, senza ossessionarmi. Cammino, faccio yoga, non per “guadagnarmi” il diritto di mangiare, ma perché mi piace sentirmi viva, forte. Non è perfetto, e ci sono giorni in cui mi sento ancora in lotta con me stessa, ma sto imparando a essere paziente. La bilancia non è più il mio giudice supremo, e questo per me è già una vittoria enorme. Tu come hai fatto a trovare quella serenità con il cibo? E come gestisci i momenti in cui la vecchia mentalità da dieta torna a bussare?