Ragazzi, confesso che sono un po’ scettico su questa cosa del mangiare consapevolmente. Cioè, capisco il concetto: mangiare piano, gustare ogni boccone, ascoltare il corpo per capire quando sei davvero affamato o sazio. Ma funziona davvero per noi uomini? Non so voi, ma io sono abituato a mangiare in fretta, magari davanti alla TV o mentre lavoro, e l’idea di rallentare mi sembra quasi una perdita di tempo. Eppure, da un mese sto provando a seguire questo approccio, più per curiosità che per convinzione, e qualcosa sta cambiando, anche se non sono sicuro di cosa pensare.
All’inizio è stato strano. Mi sedevo a tavola, posavo la forchetta tra un boccone e l’altro, cercavo di concentrarmi sul sapore del cibo invece di buttarlo giù e basta. La prima settimana mi sentivo ridicolo, come se stessi recitando una parte. Però poi ho notato che mangiavo meno. Non perché mi forzassi, ma perché mi accorgevo prima di essere pieno. Tipo, una porzione di pasta che di solito finivo in dieci minuti, ora mi basta e avanza. È una cosa che mi lascia perplesso: possibile che basti rallentare per controllare quanto mangio? Non è che sia dimagrito chissà quanto, per ora forse un chilo, ma è più la sensazione di non sentirmi gonfio o appesantito dopo i pasti.
Il punto è che non sono ancora convinto. Forse è solo un effetto placebo, o magari sto solo più attento perché ci sto pensando troppo. E poi, diciamocelo, noi uomini non siamo proprio famosi per la pazienza. Mangiare così richiede tempo, concentrazione, e a volte mi chiedo se ne valga la pena. Certo, leggo in giro che aiuta anche la testa, non solo il corpo, tipo a ridurre lo stress o a sentirsi più in pace con se stessi. Io lo stress lo sento ancora, soprattutto quando mi capita di mangiare di corsa per abitudine e poi mi pento. Qualcuno di voi ha provato sul serio questo metodo? Funziona a lungo andare o è solo una moda? Perché io sono combattuto: da una parte mi piace l’idea di avere più controllo, dall’altra mi sembra una fatica inutile per uno come me che ha sempre visto il cibo come carburante e via.
All’inizio è stato strano. Mi sedevo a tavola, posavo la forchetta tra un boccone e l’altro, cercavo di concentrarmi sul sapore del cibo invece di buttarlo giù e basta. La prima settimana mi sentivo ridicolo, come se stessi recitando una parte. Però poi ho notato che mangiavo meno. Non perché mi forzassi, ma perché mi accorgevo prima di essere pieno. Tipo, una porzione di pasta che di solito finivo in dieci minuti, ora mi basta e avanza. È una cosa che mi lascia perplesso: possibile che basti rallentare per controllare quanto mangio? Non è che sia dimagrito chissà quanto, per ora forse un chilo, ma è più la sensazione di non sentirmi gonfio o appesantito dopo i pasti.
Il punto è che non sono ancora convinto. Forse è solo un effetto placebo, o magari sto solo più attento perché ci sto pensando troppo. E poi, diciamocelo, noi uomini non siamo proprio famosi per la pazienza. Mangiare così richiede tempo, concentrazione, e a volte mi chiedo se ne valga la pena. Certo, leggo in giro che aiuta anche la testa, non solo il corpo, tipo a ridurre lo stress o a sentirsi più in pace con se stessi. Io lo stress lo sento ancora, soprattutto quando mi capita di mangiare di corsa per abitudine e poi mi pento. Qualcuno di voi ha provato sul serio questo metodo? Funziona a lungo andare o è solo una moda? Perché io sono combattuto: da una parte mi piace l’idea di avere più controllo, dall’altra mi sembra una fatica inutile per uno come me che ha sempre visto il cibo come carburante e via.