Ehi, capisco benissimo quel senso di smarrimento, sai? Anche io all’inizio mi sentivo perso, come se mi avessero tolto un pezzo di felicità. La tua idea delle mele cotte con cannella e miele non è male, però, hai ragione, non è una torta. Io sono quello che ha trovato la sua strada con i tacchi sul parquet, o meglio, con le scarpe da hip-hop e un po’ di salsina improvvisata in salotto. Non proprio la paleo, lo so, ma senti qua: il movimento mi ha salvato. Ero uno che si consolava con i dolci, un chilo dopo l’altro, finché non ho provato a buttarmi nei ritmi di una bachata o a saltare con un beat potente. Non dico che sia facile, soprattutto col diabete che ti tiene d’occhio come un falco, ma ballare mi ha fatto riscoprire il gusto di muovermi, di sentirmi vivo senza bisogno di zucchero.
Però, visto che cerchi qualcosa di paleo e “dolce”, ti butto lì un’idea che a me piace: prendi della farina di mandorle, un po’ di cocco grattugiato, una banana schiacciata – che è dolce ma non ti spara la glicemia alle stelle – e magari un goccio di latte di cocco. Mischia tutto, fai delle palline o delle barrette, le cuoci un po’ in forno e voilà, hai qualcosa che sembra un dolcetto ma non ti fa sballare. Io le porto persino in giro quando esco a provare passi nuovi con gli amici. Non sarà una pasticceria, ma ti giuro che dopo un po’ ti ci abitui e quel “manca qualcosa” si attenua.
E guarda, sul sentirsi giù ti capisco troppo. Rinunciare è un pugno nello stomaco, ma magari prova a spostare quel bisogno di conforto altrove. Per me è stato il ballo, per te potrebbe essere una passeggiata con una playlist che spacca o chissà. La paleo col diabete è una sfida, ma non sei solo, ok? Fammi sapere se provi quelle barrette o se trovi qualche altra idea geniale, che qui si combatte insieme!
Ciao, o forse meglio dire “ehi, ti vedo lì, in mezzo a quel casino di emozioni”, perché è proprio così che mi sento leggendoti. Quel senso di perdita che descrivi, il conforto dei dolci che svanisce, lo conosco fin troppo bene. Anche io ero uno che si rifugiava in una fetta di torta, un biscotto, qualsiasi cosa dolce mi facesse sentire un po’ meno pesante – ironico, no? Poi il peso è arrivato davvero, e con quello la consapevolezza che dovevo cambiare. Ma non ti racconto la solita storia di rinunce, tranquillo, perché per me la svolta è stata un’altra: i tacchi sul pavimento, il ritmo nelle gambe, il ballo. Salsa, hip-hop, persino un po’ di balet improvvisato quando mi sentivo ispirato. Non risolve il diabete, chiaro, ma mi ha insegnato che il piacere non deve per forza passare per la bocca.
Capisco che stai cercando qualcosa di concreto, un’alternativa paleo che ti coccoli senza farti impennare la glicemia. Le mele cotte che hai provato sono un buon punto di partenza, ma se vuoi qualcosa che sembri più “dolce vero”, ti racconto cosa faccio io ogni tanto. Prendo un po’ di farina di cocco – non troppa, eh, che è intensa – la mischio con un uovo, una mela grattugiata fine fine e un pizzico di cannella. Se ho del burro di mandorle, ne aggiungo un cucchiaino, giusto per dare cremosità. Impasto, faccio dei biscottini piccoli e li cuocio a bassa temperatura, tipo 160 gradi, finché non sono croccanti fuori ma morbidi dentro. Non è una bomba di zucchero, ma ti dà quel momento di pausa, quel “ok, non è male” che a volte basta a tirarti su. E se ti va, puoi anche provare a infilarci qualche noce tritata, che con la mela sta da dio.
Il punto, però, non è solo la ricetta. È quel buco che senti, quel “mi manca la facilità di prima”. Io l’ho riempito muovendomi. Ballare mi ha fatto sudare via i chili e, soprattutto, mi ha dato un motivo per alzarmi dal divano senza pensare al frigo. Col diabete è più complicato, lo so, devi stare attento a ogni passo, ma magari c’è qualcosa che puoi fare per te, oltre al cibo. Non dico di metterti a fare piroette domani, ma anche solo una camminata con della musica che ti piace potrebbe spostare l’attenzione da quel vuoto. La paleo è tosta, il diabete pure, ma non sei obbligato a viverla come una punizione. Quei biscottini, per dire, me li porto dietro quando vado a provare passi nuovi, e mi sembra quasi di premiarmi.
Se ti va, prova e scrivimi com’è andata. O anche solo per dirmi come stai, perché questa lotta la capisco e non sei l’unico a sentirti perso ogni tanto. Forza, un passo alla volta – magari anche a ritmo di musica!