Passeggiate serali: tra chili persi e chiacchiere con i gatti del quartiere

the old rax

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6 Marzo 2025
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Ehi, compagni di battaglia contro i chili di troppo! Eccomi di nuovo a raccontarvi delle mie avventure serali, con le scarpe da ginnastica ai piedi e il contapassi che ticchetta come un metronomo. Sono ormai tre mesi che ogni sera mi lancio nelle mie passeggiate, e vi giuro, il quartiere mi sta diventando più familiare di casa mia. Conosco ogni buca del marciapiede, ogni gatto che mi fissa con aria di superiorità e persino il vecchietto che annaffia le piante alle nove in punto, come se fosse il suo lavoro a tempo pieno.
Ieri, per esempio, ho fatto il mio solito giro di 5 chilometri, quello che passa per il parco e poi si infila nelle viuzze dietro la chiesa. Non so se è l’aria fresca o il fatto che finalmente non mi sento un criceto sulla ruota della palestra, ma queste camminate mi stanno cambiando. Non solo il corpo, eh. La bilancia dice che ho perso 4 chili, ma la vera conquista è la testa. Camminare di sera è come premere il tasto “pausa” sulla giornata. Il mondo si zittisce, e io mi ritrovo a chiacchierare con me stesso o, più spesso, con i gatti del quartiere. C’è questo micio tigrato che ormai mi aspetta all’angolo della via, come se fossimo soci in affari. Gli racconto dei miei progressi, lui mi guarda con aria di chi pensa: “Umano, meno chiacchiere e più croccantini”.
Ma veniamo al succo: il lato sociale di queste passeggiate. Non fraintendetemi, non è che organizzo raduni serali o saluto ogni passante come un candidato sindaco. Però, sapete com’è, il quartiere ha i suoi personaggi. C’è la signora Maria, che ogni tanto mi intercetta per raccontarmi della sua giovinezza (spoiler: ballava il twist meglio di tutti). Poi c’è il runner incallito, quello che mi supera come se fossi una tartaruga e lui un razzo. E i ragazzi che giocano a calcetto nel campetto, che ogni tanto mi urlano “Grande!” come se stessi correndo la maratona. Non so, sarà l’atmosfera rilassata della sera, ma mi sembra di far parte di una specie di club non ufficiale. Tutti lì, ognuno con la sua storia, a condividere lo stesso pezzo di asfalto.
E poi c’è il lato pratico. Camminare è gratis, non devi prenotare, non devi indossare pantaloncini attillati che ti fanno sembrare un würstel. Basta uscire e andare. Certo, all’inizio facevo due passi e mi sentivo un eroe, ora se non supero i 7.000 passi mi sembra di aver barato. Il mio percorso preferito ormai è quello che mi porta fino al fiume: c’è un punto dove le luci della città si riflettono sull’acqua, e per un attimo mi sento in un film d’autore. Poi torno indietro, sudato e con le gambe che protestano, ma con una soddisfazione che nessuna dieta lampo mi ha mai dato.
Insomma, queste passeggiate stanno diventando il mio rituale. Non solo per i chili che se ne vanno, ma per tutto il resto: il silenzio, i gatti, le facce del quartiere. E voi, che trucchi avete per trasformare l’esercizio in qualcosa di più di una semplice fatica? Raccontate, che magari rubo qualche idea!