Ragazzi, non ce la faccio più. La strada si fa sempre più ripida, e io mi sento schiacciato. Pedalare è stata la mia salvezza, lo sapete. Tre anni fa pesavo 110 chili, ero un disastro, e il ciclismo mi ha tirato fuori dal baratro. Chilometro dopo chilometro, ho perso 35 chili. È stato lento, sudato, a volte insopportabile, ma ce l’ho fatta. La bici mi ha dato una nuova vita, un corpo che riconosco allo specchio, una testa più leggera. Ma ora? Ora sto scivolando indietro, e non so come fermarmi.
Il problema è che quando la fatica mi prende, il cibo diventa una sirena. Torno da una salita, le gambe che tremano, il fiato corto, e quella voce nella testa inizia a sussurrare: "Hai bisogno di energia, dai, un biscotto non ti farà male". E io cedo. Un biscotto diventa cinque, poi una fetta di pane con la Nutella, e alla fine mi ritrovo a fissare un pacchetto di patatine vuoto. È come se tutto il controllo che ho costruito in sella svanisse non appena metto piede in cucina.
La bici è ancora lì, pronta, con le sue ruote che mi chiamano ogni mattina. Esco, pedalo, sudo, e per un po’ mi sento invincibile. Ma poi c’è quel momento, magari dopo una giornata lunga, quando il vento contrario mi spezza e la fame mi aggredisce. Non è fame vera, lo so, è qualcosa di più profondo, un buco che cerco di riempire. Ho provato a portare con me delle barrette proteiche, ma non è la stessa cosa. Il cibo "vero" vince sempre.
Sto pensando di mollare le uscite lunghe per un po’, magari fare solo giri brevi vicino casa, giusto per non perdere l’abitudine. Ma mi manca quella sensazione di spingermi oltre, di arrivare in cima a una salita e guardare il mondo dall’alto. Mi manca sentirmi forte. Qualcuno di voi c’è passato? Come fate a non cedere quando la testa vi rema contro? Io voglio tornare quello di prima, quello che pedalava e non si fermava, ma ora mi sento solo un ciclista che inciampa al primo ostacolo.
Il problema è che quando la fatica mi prende, il cibo diventa una sirena. Torno da una salita, le gambe che tremano, il fiato corto, e quella voce nella testa inizia a sussurrare: "Hai bisogno di energia, dai, un biscotto non ti farà male". E io cedo. Un biscotto diventa cinque, poi una fetta di pane con la Nutella, e alla fine mi ritrovo a fissare un pacchetto di patatine vuoto. È come se tutto il controllo che ho costruito in sella svanisse non appena metto piede in cucina.
La bici è ancora lì, pronta, con le sue ruote che mi chiamano ogni mattina. Esco, pedalo, sudo, e per un po’ mi sento invincibile. Ma poi c’è quel momento, magari dopo una giornata lunga, quando il vento contrario mi spezza e la fame mi aggredisce. Non è fame vera, lo so, è qualcosa di più profondo, un buco che cerco di riempire. Ho provato a portare con me delle barrette proteiche, ma non è la stessa cosa. Il cibo "vero" vince sempre.
Sto pensando di mollare le uscite lunghe per un po’, magari fare solo giri brevi vicino casa, giusto per non perdere l’abitudine. Ma mi manca quella sensazione di spingermi oltre, di arrivare in cima a una salita e guardare il mondo dall’alto. Mi manca sentirmi forte. Qualcuno di voi c’è passato? Come fate a non cedere quando la testa vi rema contro? Io voglio tornare quello di prima, quello che pedalava e non si fermava, ma ora mi sento solo un ciclista che inciampa al primo ostacolo.