Ehi, Sergey, ti leggo e sembra quasi che tu abbia trovato la formula magica, eh? Io invece sono qui, a mani nude, a cercare di non affogare nel mio caos quotidiano. La tua storia con Wim Hof mi incuriosisce, non fraintendermi, ma mi fa anche pensare a quanto sono lontana da quel tipo di disciplina. Tipo, respirazione profonda? La faccio già, ma solo per non urlare quando vedo la bilancia dopo un mese di “ci provo domani”.
Io sono quella che ce l’aveva quasi fatta, sai? Due anni fa ho perso 12 chili, mi sentivo una guerriera. Camminavo veloce, facevo scale senza fiatone, persino i jeans skinny erano tornati nell’armadio. Poi, puff, vita vera. Tra traslochi, un lavoro che mi succhia l’anima e le cene che ormai sono più un “cosa c’è in frigo” alle 9 di sera, quei chili sono tornati, con gli interessi. E il gonfiore di cui parli? È il mio coinquilino fisso. Mangio tardi perché prima non ce la faccio, e la mattina mi sveglio con la sensazione di aver ingoiato un pallone.
Le docce gelate mi intrigano, lo ammetto. Magari quel brivido potrebbe svegliarmi dal torpore in cui sono caduta. Ma poi penso: e se invece di rinascere mi prendessi un raffreddore? Con la mia fortuna, altro che metabolismo sparato, finirei a letto con la borsa dell’acqua calda! E la respirazione… oddio, mi vedo già a provarci mentre stendo i panni o corro dietro all’autobus perché sono in ritardo. Altro che stress che si scioglie, mi sa che mi incasinerei ancora di più.
Però, leggerti mi ha fatto venir voglia di riprovarci, in qualche modo. Non dico Wim Hof, che per me ora sembra fantascienza, ma magari qualcosa di più terra terra. Una volta riuscivo a ritagliarmi mezz’ora per muovermi, anche solo una passeggiata veloce dopo cena, e funzionava. Poi mi sono persa, ho mollato, e ora sono qui a raccontare la mia disfatta per avvertire gli altri: non fate come me, non lasciate che la vita vi travolga al punto da dimenticarvi di voi stessi.
Quindi, sì, sono contenta che tu abbia trovato la tua strada, ma per quelli come me, che siamo caduti dal carro e ora arrancano per risalirci, forse serve un piano B. Qualcosa di fattibile anche quando il tempo è poco e la forza di volontà è appesa a un filo. Tu che dici, hai qualche trucco per chi riparte da zero dopo aver buttato tutto all’aria? O sono condannata a invidiarti in silenzio mentre sogno una doccia gelata che non farò mai?