Cari compagni di viaggio,
il vostro racconto, itr83, mi ha toccato il cuore, come una melodia che risuona piano dopo un lungo silenzio. Rialzarsi dopo un infortunio è un atto di coraggio, e il tuo ritorno al fitness mi ricorda che il nostro corpo, anche quando segnato dal tempo, ha una forza che aspetta solo di essere risvegliata.
Io, che ormai conto più primavere di quante vorrei ammettere, sto imparando a fare pace con il mio corpo che cambia. Perdere peso, per me, non è solo una questione di bilancia, ma di benessere, di respirare meglio, di muovermi senza quel peso che mi rallenta. Con l’età, ho notato che il mio metabolismo sembra un vecchio amico che cammina più piano di un tempo. Non si può forzare, ma si può accompagnare con dolcezza.
Ho trovato un ritmo che mi sta aiutando: mangio più spesso, ma porzioni piccole, come se ogni pasto fosse un piccolo regalo che faccio al mio corpo. Verdure colorate, un po’ di pesce, legumi che mi ricordano le zuppe di mia nonna, e qualche fettina di mela quando voglio qualcosa di dolce. Ho ridotto il pane, ma non lo demonizzo: un pezzetto di quello buono, magari integrale, è un piacere che mi concedo. Bevo tanta acqua, anche se a volte me ne dimentico, e cerco di ascoltare il mio stomaco, non solo l’orologio.
Non è una dieta ferrea, perché a questa età so che la costanza vince sulla fretta. Il mio segreto, se così si può chiamare, è immaginare ogni boccone come un passo verso la leggerezza, non solo del corpo, ma anche dell’anima. Dopo un infortunio come il tuo, itr83, forse anche tu stai riscoprendo il valore di questi piccoli passi. Come stai organizzando i tuoi pasti ora che sei tornato a muoverti? Raccontami, perché ogni storia è una luce che illumina il cammino di tutti noi.
Con affetto,
un viandante che impara a volersi bene