Un mese per sentirmi meglio: consigli per allenarmi con diabete e dolori articolari

Simisin

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o meglio, salve a chi capita di leggermi oggi! 😊 Sono qui a scrivere perché sto cercando di rimettermi in carreggiata, ma non è facile con il diabete di tipo 2 e questi dolori alle ginocchia che mi fanno compagnia da un po’. Ho deciso di darmi un mese per sentirmi meglio, non dico di trasformarmi in un’atleta, ma almeno di muovermi senza sentirmi un rottame!
Il mio medico mi ha detto chiaro e tondo: “Muoviti, ma senza esagerare”. Facile a dirsi, eh? Con la glicemia che fa i capricci e le articolazioni che scricchiolano, ogni passo sembra una scommessa. Però ci sto provando. Lui mi ha consigliato di puntare su esercizi leggeri, tipo camminate lente o un po’ di stretching, e di tenere d’occhio i valori prima e dopo. Mi ha anche detto di evitare cose troppo intense tipo corsa o pesi pesanti, perché con le mie ginocchia sarebbe un disastro.
Io ho iniziato con 15 minuti di camminata al giorno, nel parco vicino casa. Non è granché, lo so, ma per me è già una conquista. A volte aggiungo qualche esercizio con una sedia, tipo alzarmi e sedermi piano, che mi ha suggerito il fisioterapista per rafforzare un po’ le gambe senza stressarle troppo. La cosa bella? Dopo mi sento meno rigida, anche se la glicemia ogni tanto mi fa qualche scherzetto e devo fermarmi con una caramella in tasca sempre pronta! 😅
Voi come fate? Chi ha problemi simili, che routine segue? Io vorrei arrivare a 30 minuti al giorno entro fine mese, ma non so se sto sognando troppo in grande. Il dottore insiste che la costanza è tutto, e sto cercando di ascoltarlo, anche se la tentazione di buttarmi sul divano è sempre lì. Se avete idee o trucchetti per non mollare, sono tutta orecchie! 💪 Grazie mille a chi risponderà, davvero!
 
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Ciao a tutti, o meglio, salve a chi capita di leggermi oggi! 😊 Sono qui a scrivere perché sto cercando di rimettermi in carreggiata, ma non è facile con il diabete di tipo 2 e questi dolori alle ginocchia che mi fanno compagnia da un po’. Ho deciso di darmi un mese per sentirmi meglio, non dico di trasformarmi in un’atleta, ma almeno di muovermi senza sentirmi un rottame!
Il mio medico mi ha detto chiaro e tondo: “Muoviti, ma senza esagerare”. Facile a dirsi, eh? Con la glicemia che fa i capricci e le articolazioni che scricchiolano, ogni passo sembra una scommessa. Però ci sto provando. Lui mi ha consigliato di puntare su esercizi leggeri, tipo camminate lente o un po’ di stretching, e di tenere d’occhio i valori prima e dopo. Mi ha anche detto di evitare cose troppo intense tipo corsa o pesi pesanti, perché con le mie ginocchia sarebbe un disastro.
Io ho iniziato con 15 minuti di camminata al giorno, nel parco vicino casa. Non è granché, lo so, ma per me è già una conquista. A volte aggiungo qualche esercizio con una sedia, tipo alzarmi e sedermi piano, che mi ha suggerito il fisioterapista per rafforzare un po’ le gambe senza stressarle troppo. La cosa bella? Dopo mi sento meno rigida, anche se la glicemia ogni tanto mi fa qualche scherzetto e devo fermarmi con una caramella in tasca sempre pronta! 😅
Voi come fate? Chi ha problemi simili, che routine segue? Io vorrei arrivare a 30 minuti al giorno entro fine mese, ma non so se sto sognando troppo in grande. Il dottore insiste che la costanza è tutto, e sto cercando di ascoltarlo, anche se la tentazione di buttarmi sul divano è sempre lì. Se avete idee o trucchetti per non mollare, sono tutta orecchie! 💪 Grazie mille a chi risponderà, davvero!
Ehi, un saluto veloce da chi ti legge mentre aspetta un treno! Ti capisco benissimo, sai? Anch’io sono alle prese con il diabete di tipo 2 e, credimi, viaggiare spesso non aiuta né con la glicemia né con le articolazioni che protestano. Però, leggendo il tuo post, mi sembra che tu stia già facendo un gran lavoro con quei 15 minuti di camminata. Non sottovalutarti, è un ottimo punto di partenza!

Io passo un sacco di tempo in giro, tra hotel, stazioni e aeroporti, e ho dovuto imparare a cavarmela con quello che ho sotto mano. Quando sono in viaggio, le camminate sono il mio salvavita. Non serve strafare: trovo un parco, una strada tranquilla o persino il corridoio di un hotel se il tempo è schifoso, e faccio 20-25 minuti a passo lento. Tengo sempre un occhio al glucometro, perché pure a me la glicemia ogni tanto fa brutti scherzi, e ho una barretta di zucchero nella borsa, non si sa mai. Il trucco per me è non saltare mai, anche se sono stanco dopo una giornata in movimento: piuttosto riduco a 10 minuti, ma li faccio.

Per le ginocchia, ti capisco eccome. Le mie scricchiolano come porte vecchie! In hotel spesso uso il bordo del letto per fare qualcosa di simile ai tuoi esercizi con la sedia: mi alzo e mi siedo lentamente, magari 8-10 volte, concentrandomi sul controllo. Non è niente di intenso, ma dopo un po’ sento le gambe meno deboli. Se ho spazio, aggiungo qualche movimento leggero tipo sollevare una gamba alla volta stando in piedi, appoggiandomi al muro per non perdere l’equilibrio. È roba semplice, ma in viaggio non sempre puoi portarti dietro chissà che attrezzatura.

Un consiglio che mi ha salvato? Mangiare bene in strada. Con il diabete, la tentazione di un panino veloce è sempre lì, ma cerco di avere con me qualcosa di sano: noci, una mela, un po’ di carote. Aiuta a tenere i valori più stabili e a non sentirmi un rottame dopo. E poi, bevo acqua come se non ci fosse un domani, soprattutto quando cammino: con le articolazioni doloranti, stare idratati fa la differenza, me l’ha detto un fisioterapista una volta.

Il tuo obiettivo di 30 minuti mi sembra fattibile, davvero. Magari prova ad aumentare di 5 minuti ogni settimana, così non ti senti sotto pressione. Io sono arrivato a 25 partendo da 10, e non pensavo ce l’avrei fatta. La costanza di cui parla il tuo medico è la chiave, ma non devi fare tutto perfetto subito: ci sono giorni in cui mollo anch’io e mi ritrovo a fissare il soffitto della stanza d’albergo. L’importante è ripartire il giorno dopo.

Se hai un glucometro portatile, portalo sempre con te: a me dà sicurezza sapere come sto prima e dopo essermi mosso. E se le ginocchia ti danno noia, prova a camminare su superfici morbide, tipo erba o un tapis roulant se lo trovi in hotel. Non mollare, eh? Hai già fatto un bel pezzo di strada, e si vede che ci tieni. Fammi sapere come va, che magari ci scambiamo qualche altro trucco da viaggiatori acciaccati ma tosti!
 
Ehi, ciao, o meglio, un grido a chi mi legge mentre cerco di non crollare! 😣 Simisin, ti leggo e mi sale un po’ di nervoso, sai? Tutti a dire “muoviti, mangia bene”, ma con diabete e ginocchia a pezzi non è che uno schiocca le dita e via! Io pure sto provando, cammino 15 minuti e mi sembra di aver scalato una montagna, con la glicemia che fa la pazza. Il tuo medico dice costanza? Il mio mi rompe con “occhio al piatto” ogni volta, ma tra lavoro e dolori, chi ce la fa a pesare ogni nocciolina? 🍎 Fai bene con la sedia, io ci provo col letto, ma a volte mi arrendo al divano e amen. Dai, resisti, che forse ce la facciamo! 💪
 
Ehi, ciao, o meglio, un grido a chi mi legge mentre cerco di non crollare! 😣 Simisin, ti leggo e mi sale un po’ di nervoso, sai? Tutti a dire “muoviti, mangia bene”, ma con diabete e ginocchia a pezzi non è che uno schiocca le dita e via! Io pure sto provando, cammino 15 minuti e mi sembra di aver scalato una montagna, con la glicemia che fa la pazza. Il tuo medico dice costanza? Il mio mi rompe con “occhio al piatto” ogni volta, ma tra lavoro e dolori, chi ce la fa a pesare ogni nocciolina? 🍎 Fai bene con la sedia, io ci provo col letto, ma a volte mi arrendo al divano e amen. Dai, resisti, che forse ce la facciamo! 💪
Ehi, un saluto a chi tiene duro tra un lamento e l’altro! Ti capisco, sai, quel tuo grido mi arriva dritto allo stomaco, perché pure io ho i miei giorni in cui il diabete e le articolazioni sembrano comandare loro. Altro che “muoviti e mangia bene”, qui è già una vittoria alzarsi dal divano senza sentirsi un eroe stanco! Quei 15 minuti di cammino che fai sono oro, credimi, anche se la glicemia ti fa impazzire. La costanza è una parola facile da dire, ma quando il corpo protesta e la testa è piena di pensieri, diventa un’impresa.

Io sono quella fissata col “cheat meal”, lo ammetto. Una volta a settimana mi concedo un piatto che mi fa sorridere, tipo una pizza o un bel pezzo di tiramisù, e ti giuro che mi salva la testa. Non è solo questione di gola: quel momento mi ricarica, mi fa sentire meno in gabbia con tutte ‘ste regole. Sul metabolismo, ti dico, all’inizio pensavo fosse una stupidaggine, ma dopo mesi ho notato che non mi blocco più come prima. Non sto dicendo che il mio corpo è diventato una macchina da guerra, eh, però quel pasto “libero” mi tiene in pista, mi dà un ritmo. Certo, col diabete non è che posso esagerare, misuro tutto prima e dopo, ma almeno non mi sento sempre a dieta.

Il tuo medico ti stressa col piatto? Il mio invece mi guarda storto se nomino il cheat meal, ma io gli dico che la testa conta quanto la bilancia. Pesare ogni nocciolina è da matti, hai ragione, pure io mollo spesso e vado a occhio. Tu col letto, io con una sedia sgangherata, alla fine l’importante è non mollare del tutto, no? Magari prova a infilare un giorno in cui ti premi, qualcosa di semplice che ti piace, senza strafare. Non dico che risolve i dolori o la glicemia pazza, ma ti dà una scusa per resistere un altro po’. Dai, siamo sulla stessa barca, e pure se remiamo piano, l’importante è non affondare!
 
Ehi lampion, il tuo grido lo sento forte e chiaro, come se fossimo seduti allo stesso tavolo a sfogarci. Quei 15 minuti di cammino che fai sono una conquista, altro che montagna, è un Everest con le ginocchia che protestano e la glicemia che gioca a dadi! Ti capisco quando dici che pesare ogni nocciolina è una follia, pure io a volte mollo e vado a sentimento, ché la vita già ci complica abbastanza.

Io sono quella che si è buttata sui respiri profondi e l’acqua fredda, roba alla Wim Hof, hai presente? All’inizio pensavo fosse una pazzia, ma ti giuro che mi sta aiutando. Non è che corro maratone, eh, però dopo una sessione di respirazione mi sento meno schiacciata dallo stress, e il freddo mi dà una svegliata al corpo che dura ore. Sul peso non è una bacchetta magica, ma mi tiene stabile, come se il metabolismo si ricordasse di fare il suo dovere. Col diabete sto attenta, chiaro, controllo la glicemia prima e dopo, ma quel senso di energia mi fa venir voglia di muovermi un po’ di più, anche solo per sgranchirmi senza dolori peggiori.

Il tuo cheat meal mi ha fatto sorridere, grande! Quella pizza o il tiramisù sono come una pacca sulla spalla, no? Io non sono da meno, ogni tanto mi premio con qualcosa che mi fa star bene, e credo che sia un trucco per non crollare. Non risolve tutto, ma dà un ritmo, come dici tu. Dai, continua con quei 15 minuti, magari prova a respirare a fondo prima di partire, giusto per ossigenare la testa. Siamo in trincea insieme, e pure se barcolliamo, l’importante è tenere il passo!
 
Ehi, il tuo entusiasmo è contagioso, sembra di chiacchierare davanti a un caffè! Quei 15 minuti di cammino sono un bel colpo, altro che robetta, con le articolazioni che fanno i capricci e la glicemia che tiene il fiato sospeso. E il tuo sfogo sui cheat meal mi ha fatto ridere, perché chi non ha mai ceduto a una pizza o a un tiramisù? È come darsi una ricarica per l’anima, no?

Io sto tirando dritto con la mia prep per la gara, e ti dico, la disciplina è una bestia, ma dà soddisfazioni. Sul discorso “sentirsi meglio”, per me la chiave è tenere il corpo in riga senza stressarlo troppo. Tipo, sto seguendo una dieta tosta per la definizione: petto di pollo, albumi, riso basmati e verdure pesate al grammo. Non proprio una passeggiata, ma quando vedo il girovita che si stringe un po’ alla volta, mi dico che ne vale la pena. Non uso la bilancia tutti i giorni, perché sennò impazzisco, ma il metro da sarta è diventato il mio migliore amico. Ti dà un feedback sincero, senza drammi.

Per le articolazioni, capisco il tuo calvario. Io sto attento con gli allenamenti: tanto volume ma pesi controllati, squat e stacchi con tecnica pulita per non farmi male. Faccio pure un po’ di mobilità prima e dopo, roba tipo stretching dinamico o qualche rotazione con le spalle e i fianchi. Non è la cura universale, ma mi tiene sciolto e mi fa sentire meno “arrugginito”. Col diabete non ho esperienza diretta, ma immagino quanto sia una giostra tenere tutto a bada. Il tuo controllo della glicemia prima e dopo il respiro e il freddo è una lezione di costanza, complimenti.

Sul tuo discorso di respirazione alla Wim Hof, mi hai incuriosito. Non l’ho mai provata, ma se dà una botta di energia così, magari ci faccio un pensierino per i giorni in cui mi sento scarico. Per ora, il mio trucco è la musica: una playlist bella carica in palestra e via, il mondo sparisce. E quei momenti in cui ti premi con qualcosa di buono? Sacrosanti. Io mi concedo un pancake proteico ogni tanto, fatto in casa con avena e banana, che mi dà la gioia senza deragliare troppo.

Dai, continua a spingere con i tuoi 15 minuti e quel respiro profondo che ti ossigena la testa. Siamo sulla stessa barca, ognuno con il suo metro per misurare i progressi, ma l’importante è che il viaggio ci fa stare bene. Forza, che il prossimo passo è sempre quello giusto!