Ehi, anime in corsa verso l’elasticità! Io sono quella che si è buttata a capofitto in questo Yoga Sprint come se fosse una gara di velocità, ma con meno fiatone e più “ommm”. Vi racconto com’è andata, perché questa sfida mi ha preso di brutto e non molla la presa.
Allora, tutto è iniziato quando ho visto l’annuncio del marathon yoga online. Non so voi, ma a me le sfide accendono qualcosa dentro: sarà quel brivido di competizione o solo la voglia di dimostrare che posso farcela. Mi sono detta: “Flessibilità? Io che a malapena tocco le ginocchia? Ci sto!”. E via, ho iniziato. Prime lezioni, un disastro: sembravo un tronco che cerca di piegarsi col vento, ma non si muove di un millimetro. Però, sapete una cosa? Il bello di questi madafoni online è che non sei sola. C’è il gruppo, ci sono i check-in, e ogni tanto qualcuno posta una foto di un cane che fa yoga meglio di te. Ti motiva, ti sprona.
Col passare dei giorni, ho notato i cambiamenti. Non parlo solo di riuscire a fare un downward dog senza tremare come una foglia. Parlo di testa. Lo yoga ti resetta il cervello, giuro. Quelle sessioni da 20-30 minuti al giorno, con la coach che ti urla “respira!” dallo schermo, mi hanno tolto quell’ansia da “devo dimagrire ieri”. E poi, sì, ok, la bilancia ha iniziato a darmi qualche soddisfazione, ma il vero traguardo è stato quando ho toccato i piedi senza piegare le ginocchia. Roba da Oscar, per me.
Il tema flessibilità è una figata, perché non è solo questione di muscoli. È un gioco mentale: ti sfidi, ti spingi un po’ più in là ogni volta. Tipo una corsa, ma senza cronometro. E la community? Un boost pazzesco. Vedere gli altri che si allenano, condividono i progressi, ti fa sentire in pista anche quando vorresti mollare tutto per una pizza.
Ora sono al giro di boa del marathon, e non sto solo correndo verso la flessibilità, ma verso una me che si piace di più. Non è solo perdita di peso, è proprio un viaggio. Qualcuno di voi ha provato questi sprint yoga? Dai, raccontatemi, che sono curiosa come un gatto davanti a un tappeto da srotolare!
Allora, tutto è iniziato quando ho visto l’annuncio del marathon yoga online. Non so voi, ma a me le sfide accendono qualcosa dentro: sarà quel brivido di competizione o solo la voglia di dimostrare che posso farcela. Mi sono detta: “Flessibilità? Io che a malapena tocco le ginocchia? Ci sto!”. E via, ho iniziato. Prime lezioni, un disastro: sembravo un tronco che cerca di piegarsi col vento, ma non si muove di un millimetro. Però, sapete una cosa? Il bello di questi madafoni online è che non sei sola. C’è il gruppo, ci sono i check-in, e ogni tanto qualcuno posta una foto di un cane che fa yoga meglio di te. Ti motiva, ti sprona.
Col passare dei giorni, ho notato i cambiamenti. Non parlo solo di riuscire a fare un downward dog senza tremare come una foglia. Parlo di testa. Lo yoga ti resetta il cervello, giuro. Quelle sessioni da 20-30 minuti al giorno, con la coach che ti urla “respira!” dallo schermo, mi hanno tolto quell’ansia da “devo dimagrire ieri”. E poi, sì, ok, la bilancia ha iniziato a darmi qualche soddisfazione, ma il vero traguardo è stato quando ho toccato i piedi senza piegare le ginocchia. Roba da Oscar, per me.
Il tema flessibilità è una figata, perché non è solo questione di muscoli. È un gioco mentale: ti sfidi, ti spingi un po’ più in là ogni volta. Tipo una corsa, ma senza cronometro. E la community? Un boost pazzesco. Vedere gli altri che si allenano, condividono i progressi, ti fa sentire in pista anche quando vorresti mollare tutto per una pizza.
Ora sono al giro di boa del marathon, e non sto solo correndo verso la flessibilità, ma verso una me che si piace di più. Non è solo perdita di peso, è proprio un viaggio. Qualcuno di voi ha provato questi sprint yoga? Dai, raccontatemi, che sono curiosa come un gatto davanti a un tappeto da srotolare!