Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di lotta"! Sono qui per raccontarvi com’è andata la mia sfida dei 100 giorni senza zucchero. Non vi mentirò, all’inizio è stato un inferno. Le prime due settimane? Una vera e propria crisi di astinenza. Mi sentivo stanco, irritabile, con quella voglia costante di buttarmi su una barretta o un biscotto. Ma sapete una cosa? Ne è valsa la pena, e ora vi spiego perché.
Ho deciso di tagliare completamente lo zucchero aggiunto, niente eccezioni, niente “solo un cucchiaino nel caffè”. Zero. All’inizio pensavo che sarebbe stato impossibile, che il cibo senza quel dolce artificiale mi avrebbe annoiato. E invece, ragazzi, che sorpresa! Dopo un po’ ho iniziato a sentire i sapori veri, quelli che lo zucchero copriva come una coperta pesante. Il caffè? Amaro, sì, ma con un gusto ricco che non avevo mai notato. La frutta? Una rivoluzione: una mela mi sembrava un dessert, e le fragole… mamma mia, altro che caramelle!
Le prime settimane sono state dure, lo ammetto. Avevo mal di testa, mi sentivo fiacco, ma poi il corpo ha iniziato a ringraziare. Niente più picchi di energia seguiti da crolli improvvisi. Mi svegliavo con più voglia di fare, la pelle era più luminosa, e persino quei chiletti ostinati hanno iniziato a mollare la presa. Non sto dicendo che sia tutto merito dello zucchero tolto, ma di sicuro ha fatto la sua parte.
E poi c’è questa cosa dei gusti. Toglievo lo zucchero e scoprivo il mondo. Il salato mi sembrava più intenso, le spezie più vive. Ho iniziato a cucinare di più, a provare combinazioni nuove, perché senza quella dolcezza finta ogni piatto aveva qualcosa da dire. Una volta ho mangiato un pomodoro – un semplice pomodoro – e mi sono fermato a pensare: “Ma chi ha bisogno di dolcetti quando c’è questa roba?”.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare la predica. Ognuno ha il suo percorso. Ma se state pensando di provarci, vi dico: tenete duro all’inizio, perché dopo arriva il bello. Non è solo questione di peso o di salute, è proprio una rivincita sui sapori veri, quelli che ci siamo dimenticati. E ora, dopo 100 giorni, mi sento un po’ un guerriero che ha vinto la sua battaglia. Qualcuno di voi ci ha provato? Come vi siete trovati? Dai, raccontatemi, che sono curioso!
Ho deciso di tagliare completamente lo zucchero aggiunto, niente eccezioni, niente “solo un cucchiaino nel caffè”. Zero. All’inizio pensavo che sarebbe stato impossibile, che il cibo senza quel dolce artificiale mi avrebbe annoiato. E invece, ragazzi, che sorpresa! Dopo un po’ ho iniziato a sentire i sapori veri, quelli che lo zucchero copriva come una coperta pesante. Il caffè? Amaro, sì, ma con un gusto ricco che non avevo mai notato. La frutta? Una rivoluzione: una mela mi sembrava un dessert, e le fragole… mamma mia, altro che caramelle!
Le prime settimane sono state dure, lo ammetto. Avevo mal di testa, mi sentivo fiacco, ma poi il corpo ha iniziato a ringraziare. Niente più picchi di energia seguiti da crolli improvvisi. Mi svegliavo con più voglia di fare, la pelle era più luminosa, e persino quei chiletti ostinati hanno iniziato a mollare la presa. Non sto dicendo che sia tutto merito dello zucchero tolto, ma di sicuro ha fatto la sua parte.
E poi c’è questa cosa dei gusti. Toglievo lo zucchero e scoprivo il mondo. Il salato mi sembrava più intenso, le spezie più vive. Ho iniziato a cucinare di più, a provare combinazioni nuove, perché senza quella dolcezza finta ogni piatto aveva qualcosa da dire. Una volta ho mangiato un pomodoro – un semplice pomodoro – e mi sono fermato a pensare: “Ma chi ha bisogno di dolcetti quando c’è questa roba?”.
Non fraintendetemi, non sono qui a fare la predica. Ognuno ha il suo percorso. Ma se state pensando di provarci, vi dico: tenete duro all’inizio, perché dopo arriva il bello. Non è solo questione di peso o di salute, è proprio una rivincita sui sapori veri, quelli che ci siamo dimenticati. E ora, dopo 100 giorni, mi sento un po’ un guerriero che ha vinto la sua battaglia. Qualcuno di voi ci ha provato? Come vi siete trovati? Dai, raccontatemi, che sono curioso!