Ragazzi, mi butto nel vostro discorso perché questo plateau mi sta facendo impazzire, e leggere le vostre storie mi ha dato un po’ di speranza, ma anche un nodo allo stomaco. La bilancia che non si muove è come un nemico che ti fissa e ti dice: “Non ce la farai”. E io, giuro, ci sto provando con tutto me stesso, ma sembra che il mio corpo abbia deciso di dichiarare guerra. La camminata nordica che racconti mi incuriosisce tantissimo, e credo che proverò a informarmi, ma lasciate che vi racconti la mia lotta, perché mi sento proprio bloccato e ho bisogno di sfogarmi.
Sono uno studente, vivo in un dormitorio e il mio budget è quello che è: pochi spicci, poco tempo, e una cucina condivisa che sembra un campo di battaglia. Mangio quello che riesco a permettermi: tonno in scatola, riso, verdure surgelate, magari un po’ di pollo quando mi sento “ricco”. All’inizio funzionava, sapete? Ho perso qualche chilo solo mangiando meno schifezze e muovendomi di più. Camminavo ovunque, perché l’abbonamento dell’autobus è un lusso, e facevo pure qualche esercizio in stanza, tipo flessioni o squat, usando le bottiglie d’acqua come pesi. Ma ora? Zero. Nada. Il peso è fermo da settimane, e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito. Ogni volta che mi peso, è come se il numero sulla bilancia mi prendesse in giro.
Il tuo racconto sulla camminata nordica mi ha fatto pensare che forse il mio corpo si è abituato a quello che faccio. Cammino tanto, sì, ma sempre allo stesso ritmo, sempre sugli stessi marciapiedi piatti del campus. Magari ha ragione il tuo discorso sul cambiare intensità o percorso. Però, vi dico la verità, a volte mi chiedo se non sia anche una questione di genetica. Non so se ci credete, ma in famiglia siamo tutti un po’ “robusti”, e mia madre dice sempre che “abbiamo il metabolismo lento”. Non voglio usarlo come scusa, ma è come se il mio corpo fosse programmato per tenersi stretto ogni grammo di grasso, come se pensasse che sto per affrontare una carestia. È frustrante, perché vedo amici che mangiano il doppio di me e non mettono su un etto, mentre io sto qui a contare i cucchiai di riso.
Per la dieta, sto cercando di fare come dici tu: più fibre, più roba che riempie. Ho scoperto i ceci, che costano poco e li butto ovunque: insalate, zuppe, persino schiacciati con un po’ di spezie per fare una specie di hummus. Però ammetto che a volte crollo. Tipo, l’altra sera c’era una festa in dormitorio, e ho mangiato una fetta di pizza. Una sola, giuro, ma mi sono sentito in colpa tutto il giorno dopo, come se avessi rovinato tutto. La motivazione è il vero problema: quando non vedi risultati, ogni passo sembra inutile. Mi piace l’idea dei micro-obiettivi che hai detto, tipo puntare a camminare più km o fare una salita. Forse devo smettere di fissarmi sulla bilancia e cercare di godermi il movimento, come fai tu con i tuoi bastoncini.
Non ho mai provato la camminata nordica, ma mi sa che potrebbe essere una svolta. Non ho i bastoncini, ma magari posso iniziare con qualcosa di simile, tipo alternare ritmi come suggerisci. Dichtefan, tu che routine hai? Riesci a cambiare qualcosa o sei bloccato come me? E Bata, dimmi, come fai a non mollare quando il corpo sembra non rispondere? Io sto cercando di non affogare nei pensieri negativi, ma certi giorni è dura. Tipo, oggi ho fatto 20 minuti di esercizi in stanza, ma poi mi sono guardato allo specchio e mi sono chiesto: “A che serve?”. Forse è solo un momento no, ma ho bisogno di qualche trucco per non perdere la testa.
Scusate lo sfogo, ma questo plateau mi sta distruggendo. Raccontatemi come fate voi a tirarvi su, perché io mi sento come un pugile che continua a prendere colpi senza mai vincere.