Squilibrio ormonale e perdita di peso: la mia esperienza con ipotiroidismo dopo il parto

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
vi scrivo per condividere la mia esperienza con l’ipotiroidismo post-partum e il percorso di perdita di peso che sto affrontando. Dopo la nascita di mio figlio, circa un anno fa, ho notato che il mio corpo non rispondeva più come prima. Nonostante seguissi una dieta bilanciata e facessi attività fisica regolare, i chili non scendevano. All’inizio pensavo fosse solo questione di tempo o di stress, ma poi sono arrivati altri segnali: stanchezza cronica, capelli che cadevano e una sensazione costante di freddo. Così ho deciso di fare degli esami e la diagnosi è stata chiara: ipotiroidismo.
Il mio endocrinologo mi ha spiegato che la tiroide, dopo il parto, può subire uno squilibrio, soprattutto se c’è una predisposizione genetica – e nel mio caso, mia madre aveva avuto problemi simili. Mi è stata prescritta la levotiroxina per stabilizzare i livelli di TSH, ma il medico è stato onesto: il farmaco aiuta a riequilibrare il metabolismo, ma non è una bacchetta magica per dimagrire. Bisogna lavorarci sopra con pazienza e strategia.
Per quanto riguarda la dieta, ho dovuto fare diversi aggiustamenti. Ho scoperto che con l’ipotiroidismo il metabolismo rallenta, quindi ho ridotto i carboidrati semplici, privilegiando quelli integrali, e aumentato l’apporto di proteine magre per mantenere la massa muscolare. Verdure come broccoli e cavoli li evito in grandi quantità perché possono interferire con la tiroide, anche se cotti aiutano a mitigare l’effetto. Ho introdotto anche selenio e iodio tramite alimenti come noci del Brasile e pesce, sempre sotto controllo medico per non esagerare.
L’attività fisica è un altro capitolo complesso. Con la stanchezza che mi porto dietro, allenamenti troppo intensi erano controproducenti: aumentavano il cortisolo e mi lasciavano esausta. Ora punto su camminate lunghe e sessioni di yoga, con qualche esercizio di resistenza leggera due volte a settimana. Non è facile trovare l’energia, ma sto imparando ad ascoltare il mio corpo invece di forzarlo.
I progressi sono lenti, lo ammetto. In sei mesi ho perso solo 4 chili, ma il mio medico dice che è un buon segno, perché significa che sto costruendo un equilibrio sostenibile. Quello che ho capito è che con uno squilibrio ormonale non si può seguire un approccio standard al dimagrimento: serve un piano personalizzato e tanta costanza. Ogni tanto mi scoraggio, soprattutto quando vedo altre mamme tornare in forma più velocemente, ma cerco di ricordarmi che sto lavorando anche per la mia salute, non solo per l’estetica.
Se qualcuno di voi sta vivendo qualcosa di simile, mi piacerebbe sapere come gestite la situazione. Avete trovato strategie che funzionano? Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio o esperienza condivisa!
 
Ciao, capisco perfettamente quello che stai passando, e devo dire che il tuo percorso mi ha colpita per la determinazione che ci metti. Anche io sono mamma e dopo il parto ho lottato con il peso, ma nel mio caso la chiave è stata l’acqua. Non so se hai mai provato l’acquafitness, ma per me è stato un cambiamento totale. Con l’ipotiroidismo, come dici tu, gli allenamenti pesanti possono essere un disastro, e pure io mi sentivo sempre stanca. Poi un’amica mi ha trascinata a una lezione di acquagym e da lì non ho più smesso.

Non è solo che in acqua ti senti più leggera e il corpo non si stressa troppo, ma il movimento continuo mi ha aiutata a riattivare il metabolismo senza sfinirmi. Facevo due o tre sessioni a settimana, niente di estremo, e piano piano ho visto i risultati. In un anno ho perso 7 chili, che per me era impensabile all’inizio, soprattutto con la stanchezza che mi portavo dietro. La cosa bella è che l’acqua mi dava anche un po’ di energia in più, forse perché è rilassante e allo stesso tempo ti tiene attiva.

Per la dieta, anch’io ho tagliato un po’ i carboidrati e aggiunto proteine, come fai tu, ma non sono mai stata troppo rigida. Mangiavo quello che mi piaceva, solo con più attenzione. L’importante, secondo me, è non sentirsi a dieta, altrimenti con la fatica che già abbiamo diventa insostenibile. Il mio endocrinologo mi ha detto che l’attività in acqua è perfetta per chi ha la tiroide lenta, perché non alza troppo il cortisolo e aiuta la circolazione.

Ti consiglierei di provare, magari una lezione tranquilla di acquagym o anche solo nuoto libero, per vedere come ti senti. I progressi lenti di cui parli sono comunque un successo, e credo che con il tempo troverai il tuo ritmo. Fammi sapere se ti va di parlarne ancora, mi ha fatto piacere leggerti!
 
Ciao a tutti,
vi scrivo per condividere la mia esperienza con l’ipotiroidismo post-partum e il percorso di perdita di peso che sto affrontando. Dopo la nascita di mio figlio, circa un anno fa, ho notato che il mio corpo non rispondeva più come prima. Nonostante seguissi una dieta bilanciata e facessi attività fisica regolare, i chili non scendevano. All’inizio pensavo fosse solo questione di tempo o di stress, ma poi sono arrivati altri segnali: stanchezza cronica, capelli che cadevano e una sensazione costante di freddo. Così ho deciso di fare degli esami e la diagnosi è stata chiara: ipotiroidismo.
Il mio endocrinologo mi ha spiegato che la tiroide, dopo il parto, può subire uno squilibrio, soprattutto se c’è una predisposizione genetica – e nel mio caso, mia madre aveva avuto problemi simili. Mi è stata prescritta la levotiroxina per stabilizzare i livelli di TSH, ma il medico è stato onesto: il farmaco aiuta a riequilibrare il metabolismo, ma non è una bacchetta magica per dimagrire. Bisogna lavorarci sopra con pazienza e strategia.
Per quanto riguarda la dieta, ho dovuto fare diversi aggiustamenti. Ho scoperto che con l’ipotiroidismo il metabolismo rallenta, quindi ho ridotto i carboidrati semplici, privilegiando quelli integrali, e aumentato l’apporto di proteine magre per mantenere la massa muscolare. Verdure come broccoli e cavoli li evito in grandi quantità perché possono interferire con la tiroide, anche se cotti aiutano a mitigare l’effetto. Ho introdotto anche selenio e iodio tramite alimenti come noci del Brasile e pesce, sempre sotto controllo medico per non esagerare.
L’attività fisica è un altro capitolo complesso. Con la stanchezza che mi porto dietro, allenamenti troppo intensi erano controproducenti: aumentavano il cortisolo e mi lasciavano esausta. Ora punto su camminate lunghe e sessioni di yoga, con qualche esercizio di resistenza leggera due volte a settimana. Non è facile trovare l’energia, ma sto imparando ad ascoltare il mio corpo invece di forzarlo.
I progressi sono lenti, lo ammetto. In sei mesi ho perso solo 4 chili, ma il mio medico dice che è un buon segno, perché significa che sto costruendo un equilibrio sostenibile. Quello che ho capito è che con uno squilibrio ormonale non si può seguire un approccio standard al dimagrimento: serve un piano personalizzato e tanta costanza. Ogni tanto mi scoraggio, soprattutto quando vedo altre mamme tornare in forma più velocemente, ma cerco di ricordarmi che sto lavorando anche per la mia salute, non solo per l’estetica.
Se qualcuno di voi sta vivendo qualcosa di simile, mi piacerebbe sapere come gestite la situazione. Avete trovato strategie che funzionano? Vi ringrazio in anticipo per qualsiasi consiglio o esperienza condivisa!
Ehi, che bella condivisione, grazie per aver aperto il cuore su un tema così delicato! La tua esperienza con l’ipotiroidismo post-partum mi ha colpita, perché anch’io sto navigando tra squilibri ormonali e la sfida di rimettermi in forma, ma con un twist in più: le mie allergie alimentari. Voglio raccontarti come sto affrontando questa avventura, sperando che possa esserti utile o magari ispirare qualcun altro nel forum.

Come te, dopo la nascita della mia seconda figlia, ho notato che il mio corpo sembrava “bloccato”. La stanchezza era schiacciante, e nonostante cercassi di mangiare sano, il peso non si muoveva. Dopo esami e visite, ho scoperto di avere un lieve ipotiroidismo, ma la vera sorpresa è stata la diagnosi di intolleranza al glutine e alla caseina (la proteina del latte). All’inizio è stato un duro colpo: già gestire la tiroide era complicato, figuriamoci rivoluzionare la dieta con queste restrizioni!

Però, sai una cosa? Ho deciso di vedere queste limitazioni come un’opportunità per scoprire nuovi sapori e prendermi cura di me in modo più consapevole. La mia endocrinologa mi ha consigliato di puntare su una dieta antinfiammatoria, che aiutasse sia la tiroide sia il mio sistema immunitario stressato dalle allergie. Ho detto addio a pane, pasta e latticini tradizionali, ma ho trovato alternative che mi stanno dando una marcia in più. Per esempio, uso farina di grano saraceno o di mandorle per fare pancake senza glutine, perfetti per una colazione proteica che mi tiene sazia a lungo. Per sostituire il latte, il mio alleato è il latte di mandorla non zuccherato, che aggiungo a frullati con spinaci, banana e un cucchiaino di burro di mandorle – una bomba di energia che non mi fa rimpiangere i vecchi cappuccini.

Come te, ho imparato a stare attenta a broccoli, cavolfiori e altre crucifere, cuocendoli sempre per non appesantire la tiroide. Però non rinuncio alle verdure: zucchine, carote e peperoni sono i miei go-to, spesso grigliati con un filo d’olio extravergine e spezie per dare gusto senza calorie extra. Per le proteine, punto su pesce (sardine e salmone sono fantastici per lo iodio) e uova, che sono versatili e senza glutine né lattosio. Ogni tanto mi concedo del tacchino o del pollo, ma sempre cotti in modo semplice per non irritare il mio stomaco.

Sul fronte attività fisica, ti capisco quando parli di stanchezza. Gli allenamenti intensi non fanno per me in questo momento: mi lasciano a pezzi e gonfia come un palloncino. Ho trovato il mio equilibrio con passeggiate di 40 minuti al mattino, quando l’aria è fresca e mi sento più energica. Aggiungo un po’ di pilates a casa, con esercizi che rafforzano il core senza stressare troppo le articolazioni. La cosa bella? Mi aiutano anche a rilassarmi, che con due bimbi piccoli non è mai scontato.

I risultati, come dici tu, sono lenti ma ci sono. In otto mesi ho perso 5 chili, e anche se non è una cifra da capogiro, mi sento più leggera e meno infiammata. La chiave per me è stata la costanza e l’accettazione che il mio percorso è unico. Le allergie mi hanno obbligata a pianificare i pasti con cura, e questo mi ha aiutata a non cedere a snack poco sani o a mangiare di fretta. Tengo un piccolo diario alimentare dove segno cosa mangio e come mi sento: mi aiuta a capire cosa funziona e a non perdere la motivazione.

Un trucco che voglio condividere è la mia “regola del piatto colorato”: cerco di rendere ogni pasto un mix di colori diversi, con verdure, proteine e un po’ di carboidrati senza glutine come quinoa o riso integrale. Non solo è nutriente, ma è anche bello da vedere, e questo mi dà una piccola gioia quotidiana. Inoltre, mi sono iscritta a un gruppo online di ricette senza glutine e senza lattosio, dove ho trovato idee fantastiche, come una torta al cioccolato fatta con farina di cocco che è diventata il mio sfizio senza sensi di colpa.

Leggendo il tuo post, mi sono riconosciuta nel tuo bisogno di pazienza e strategie personalizzate. Anche se a volte è frustrante vedere progressi lenti, penso che stai facendo un lavoro incredibile ascoltando il tuo corpo e costruendo un percorso sostenibile. Se ti va, posso condividere qualche ricetta senza glutine che potrebbe andare bene anche per la tua dieta tiroidea. E tu, hai trovato qualche piatto o ingrediente che ti sta dando una mano? Sono curiosa di sapere come stai gestendo tutto, soprattutto con un bimbo piccolo!

Forza, siamo sulla stessa barca e ogni passo avanti è una vittoria. Grazie ancora per aver condiviso la tua storia, mi ha dato la spinta per raccontare la mia!