Gestire lo stress senza cibo: strategie per una vita più equilibrata

vientor

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti,
sono qui perché sto cercando di perdere peso, ma il mio problema più grande è che mangio quando sono stressata. Ultimamente ho provato a tenere un diario delle emozioni, scrivendo cosa provo prima di aprire il frigo. Non è facile, ma sto notando dei pattern: ansia e noia sono i miei trigger principali. Qualcuno ha strategie scientifiche per gestire queste emozioni senza buttarsi sul cibo? Ho letto qualcosa sulla mindfulness, ma non so da dove iniziare. A volte faccio progressi, tipo ieri che ho resistito a una serata nervosa senza snack, però poi ci ricasco. Consigli? Grazie!
 
Ciao a tutti,
sono qui perché sto cercando di perdere peso, ma il mio problema più grande è che mangio quando sono stressata. Ultimamente ho provato a tenere un diario delle emozioni, scrivendo cosa provo prima di aprire il frigo. Non è facile, ma sto notando dei pattern: ansia e noia sono i miei trigger principali. Qualcuno ha strategie scientifiche per gestire queste emozioni senza buttarsi sul cibo? Ho letto qualcosa sulla mindfulness, ma non so da dove iniziare. A volte faccio progressi, tipo ieri che ho resistito a una serata nervosa senza snack, però poi ci ricasco. Consigli? Grazie!
Ehi, ciao! Ti capisco fin troppo bene, anch’io sono nella tua stessa barca: lo stress mi manda dritta al frigo, e poi mi ritrovo a maledirmi mentre finisco l’ultima patatina. Il diario delle emozioni che hai iniziato è una bomba, sai? Già solo capire che ansia e noia ti spingono a mangiare è un passo gigante, quindi datti una pacca sulla spalla, te lo meriti. Io pure ho i miei trigger, tipo quando il lavoro mi soffoca o quando giro per casa senza sapere che fare, e il cibo sembra l’unica risposta.

La mindfulness di cui parli è una cosa che ho provato a infilare nella mia vita, e ti dico come ho iniziato: mi sono messa a respirare, sul serio, ma non quel respiro normale che fai senza pensare. Quando sento l’ansia che sale, chiudo gli occhi e faccio cinque respiri profondi, contando fino a quattro mentre inspiro e fino a sei mentre espiro. Sembra stupido, ma mi dà quei dieci secondi per fermarmi e non correre verso il cioccolato. Non sempre funziona, eh, a volte cedo lo stesso, ma è un inizio.

Un’altra roba che mi ha aiutato è trovare qualcosa da fare con le mani quando la noia mi attacca. Tipo, ho preso una di quelle palline antistress e la schiaccio come se fosse il mio capo, oppure mi metto a scarabocchiare su un foglio. Non risolve il mondo, ma almeno non sto sgranocchiando schifezze. E poi, ieri hai resistito a una serata nervosa, no? È una vittoria, altroché, anche se oggi magari hai sgarfato. Io pure sono un disastro a giorni alterni: un momento mi sento una guerriera, quello dopo mi ritrovo con un cucchiaio in mano davanti al barattolo di Nutella.

Per l’ansia, ho letto da qualche parte che c’è una base scientifica dietro al fatto di distrarsi con attività fisiche. Non parlo di ammazzarsi in palestra, che già solo il pensiero mi stressa, ma magari camminare veloce per casa o fare stretching mentre guardi una serie. Io sto provando a muovermi di più, tipo salire le scale invece di fissare il pacco di biscotti. Non è la cura definitiva, ma ogni tanto mi salva. Tu che ne pensi, hai qualcosa che ti tiene occupata quando la testa parte per conto suo? Dai, buttaci qua le tue idee, che magari ci salviamo a vicenda da ‘sto vizio!
 
Ehi, ciao! Ti capisco fin troppo bene, anch’io sono nella tua stessa barca: lo stress mi manda dritta al frigo, e poi mi ritrovo a maledirmi mentre finisco l’ultima patatina. Il diario delle emozioni che hai iniziato è una bomba, sai? Già solo capire che ansia e noia ti spingono a mangiare è un passo gigante, quindi datti una pacca sulla spalla, te lo meriti. Io pure ho i miei trigger, tipo quando il lavoro mi soffoca o quando giro per casa senza sapere che fare, e il cibo sembra l’unica risposta.

La mindfulness di cui parli è una cosa che ho provato a infilare nella mia vita, e ti dico come ho iniziato: mi sono messa a respirare, sul serio, ma non quel respiro normale che fai senza pensare. Quando sento l’ansia che sale, chiudo gli occhi e faccio cinque respiri profondi, contando fino a quattro mentre inspiro e fino a sei mentre espiro. Sembra stupido, ma mi dà quei dieci secondi per fermarmi e non correre verso il cioccolato. Non sempre funziona, eh, a volte cedo lo stesso, ma è un inizio.

Un’altra roba che mi ha aiutato è trovare qualcosa da fare con le mani quando la noia mi attacca. Tipo, ho preso una di quelle palline antistress e la schiaccio come se fosse il mio capo, oppure mi metto a scarabocchiare su un foglio. Non risolve il mondo, ma almeno non sto sgranocchiando schifezze. E poi, ieri hai resistito a una serata nervosa, no? È una vittoria, altroché, anche se oggi magari hai sgarfato. Io pure sono un disastro a giorni alterni: un momento mi sento una guerriera, quello dopo mi ritrovo con un cucchiaio in mano davanti al barattolo di Nutella.

Per l’ansia, ho letto da qualche parte che c’è una base scientifica dietro al fatto di distrarsi con attività fisiche. Non parlo di ammazzarsi in palestra, che già solo il pensiero mi stressa, ma magari camminare veloce per casa o fare stretching mentre guardi una serie. Io sto provando a muovermi di più, tipo salire le scale invece di fissare il pacco di biscotti. Non è la cura definitiva, ma ogni tanto mi salva. Tu che ne pensi, hai qualcosa che ti tiene occupata quando la testa parte per conto suo? Dai, buttaci qua le tue idee, che magari ci salviamo a vicenda da ‘sto vizio!
Ciao, guarda, ti capisco, l’ansia mi frega sempre e il frigo diventa il mio migliore amico, anche se poi mi odio. Il diario è una buona mossa, ma quando sono nervosa non ho voglia di scrivere, voglio solo mangiare. Io sto provando a bere acqua come una disperata ogni volta che mi parte lo stress, tipo litri, così mi riempio lo stomaco e mi passa la fame. Non è scientifico, ma almeno non mi abbuffo. Tu resisti una sera e poi crolli, io uguale, è frustrante. Forse camminare un po’ potrebbe funzionare, ma già solo pensarci mi stanca. Hai provato qualcosa di semplice che non sia un’impresa?
 
Ciao, guarda, ti capisco, l’ansia mi frega sempre e il frigo diventa il mio migliore amico, anche se poi mi odio. Il diario è una buona mossa, ma quando sono nervosa non ho voglia di scrivere, voglio solo mangiare. Io sto provando a bere acqua come una disperata ogni volta che mi parte lo stress, tipo litri, così mi riempio lo stomaco e mi passa la fame. Non è scientifico, ma almeno non mi abbuffo. Tu resisti una sera e poi crolli, io uguale, è frustrante. Forse camminare un po’ potrebbe funzionare, ma già solo pensarci mi stanca. Hai provato qualcosa di semplice che non sia un’impresa?
Ehi, nestvaran, sai che ti invidio quei cinque respiri contati? Io, con lo stress, al massimo conto fino a tre prima di aprire il frigo! Qui in questo caldo assurdo che mi sono ritrovata dopo il trasloco, la voglia di cibo è tipo una sirena che canta. Però, sto provando un trucco scemo: quando l’ansia mi pizzica, mi butto a fare mini-squat in cucina. Roba di un minuto, giusto per ricordarmi che esisto oltre le patatine. Non è la rivoluzione, ma mi fa sentire meno in balia del barattolo di gelato. Tu, qualche idea per non sprofondare nella noia senza cucchiaio in mano?
 
Ehi jacobskr, ti leggo e sembra di guardarmi allo specchio, sai? Quel frigo che chiama quando lo stress bussa è una battaglia che conosco fin troppo bene. Sto nel mara «100 giorni senza zucchero» da un po’ ormai, e ti giuro, le prime settimane sono state un inferno. Una specie di crisi d’astinenza, con la testa che urlava «dammi qualcosa di dolce o esplodo». Però, ora che sono un po’ più avanti, sento proprio il corpo che ringrazia, come se si fosse liberato da una nebbia.

Per lo stress, anch’io facevo fatica a non buttarmi sul cibo. Il diario? Boh, ci ho provato, ma quando sono sotto pressione, scrivere mi sembra un compito di scuola. La tua idea dell’acqua non è male, magari la provo, anche se ammetto che a volte mi dimentico pure di bere! Una cosa che sto testando, e giuro non è niente di complicato, è giocare con i sapori veri delle cose. Tipo, invece di aprire il barattolo del gelato, prendo una mela o una carota cruda e mi concentro sul gusto, come se fosse la prima volta che la mangio. All’inizio sembra una scemenza, ma dopo un po’ scopro che il cibo «sano» ha un sapore pazzesco, che prima coprivo con lo zucchero. Non è una soluzione magica, ma mi aiuta a distrarmi senza sentirmi in colpa dopo.

Camminare, come dici tu, a volte sembra un’impresa epica, vero? Io mi sono messa a fare piccoli giri in casa, tipo dal divano alla cucina, contando i passi, giusto per muovermi senza pensarci troppo. Non so, magari è una cavolata, ma mi fa sentire che sto facendo qualcosa per me, senza strafare. Tu che ne pensi, hai mai provato a «giocare» coi sapori così, per fregare la voglia di abbuffarti?