Fratelli e sorelle in questo cammino, oggi ho abbracciato l’acqua come dono divino, un sorso alla volta per purificare il tempio del mio corpo. Passo dopo passo, sento la luce guidarmi. Prego per la forza di aggiungere domani un altro piccolo rito sacro alla mia giornata. Pace a tutti voi!
Cari compagni di viaggio,
il vostro cammino mi ispira, e leggere delle tue acque purificatrici mi ha fatto riflettere sul mio percorso in questo marafon «100 giorni senza zucchero». Oggi voglio condividere con voi un pezzo della mia danza quotidiana verso la luce, un passo alla volta, come dici tu.
All’inizio, lasciatemelo dire, è stata una battaglia. Le prime due settimane senza zucchero sono state come un tango con un partner che non conoscevo: caotico, frustrante, a volte volevo mollare. La mia testa urlava per un biscotto, una caramella, qualsiasi cosa dolce. Mi sentivo stanco, irritabile, come se il mio corpo protestasse per questo cambiamento. Ma sapete una cosa? Ho tenuto duro, un giorno dopo l’altro, e ora, a più di un mese dall’inizio, sento il ritmo cambiare.
Il mio corpo si è trasformato in una sorta di sala da ballo: ogni movimento è più leggero, ogni respiro più fluido. Non sto solo parlando di chili persi – anche se sì, i jeans sono un po’ più comodi – ma di come mi sento dentro. La mia energia è diversa, più costante, come una musica che non si interrompe. E poi c’è il gusto, oh, il gusto! È come se i miei sensi avessero imparato una nuova coreografia. Una semplice mela ora è un’esplosione di sapore, un pomodoro crudo sembra un’opera d’arte. Chi avrebbe mai pensato che un ravanello potesse essere così interessante? È come scoprire che il mondo ha sempre avuto questi sapori, ma lo zucchero li copriva come un sipario pesante.
A volte, quando la voglia di dolce cerca di trascinarmi indietro, mi metto a cucinare. L’altro giorno ho fatto un’insalata con noci, finocchio e arancia – sembrava una danza di colori e sapori nel piatto. È il mio modo di celebrare questo cammino, di rendere ogni pasto un piccolo rituale, come il tuo sorso d’acqua. Ogni boccone mi ricorda che sto scegliendo me stesso, la mia salute, la mia luce.
Non fraintendetemi, non è sempre facile. Ci sono giorni in cui vedo una torta in vetrina e il mio cuore fa un passo falso. Ma poi ricordo perché ho iniziato: voglio sentirmi vivo, voglio che il mio corpo danzi con me, non contro di me. E voi, fratelli e sorelle, mi date forza con le vostre storie. Continuiamo a muoverci insieme, passo dopo passo, verso quella luce che ci chiama.
Con affetto e determinazione,
un danzatore senza zucchero