Carboidrati buoni e cattivi: come il metodo Montignac mi ha insegnato a mangiare con consapevolezza

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
Ehi, buonasera a chi passa di qui dopo cena! Leggere il tuo post mi ha fatto proprio riflettere, sai? Anch’io sto cercando di cambiare il mio rapporto col cibo, ma il mio percorso è un po’ diverso – niente metodo Montignac (almeno per ora!), però mi ritrovo tantissimo in quello che dici sull’energia e sul benessere mentale. Io sto puntando sulle mie passeggiate serali, un rituale che ormai è sacro: ogni sera, dopo cena, esco e cammino per almeno 4-5 chilometri. Non è solo per dimagrire, ma per quella sensazione di calma che mi porto a letto dopo.

Devo dire che il tuo discorso sui carboidrati "buoni" e "cattivi" mi incuriosisce. Anch’io sto cercando di fare scelte più consapevoli, tipo preferire una bella insalata di ceci o una zuppa di farro a una porzione di pasta bianca che, diciamocelo, dopo un’ora mi lascia stanca e affamata. Le verdure sono diventate le mie alleate: ieri sera, prima di uscire, mi sono preparata un piatto di broccoli al vapore con un filo d’olio, e ti giuro che durante la passeggiata mi sentivo leggera ma piena di energia. Niente crolli, niente fame nervosa dopo!

Il tuo approccio mi sembra più strutturato del mio, con quel glicoemico index come guida – quasi quasi ti chiedo quella tabella, perché fare la spesa a volte mi manda in tilt! Io per ora vado un po’ a intuito: se è verde e croccante, finisce nel carrello. Però hai ragione, non è solo questione di peso. Camminare dopo un pasto sano mi fa sentire in pace, come se corpo e mente finalmente parlassero la stessa lingua. Prima, con quelle cene pesanti tipo pizza o patatine, uscivo lo stesso, ma sembrava di trascinarmi.

Mi piace quel tuo passaggio sul non ossessionarsi coi numeri. Io non conto calorie, ma peso i chilometri! Ogni sera provo a cambiare percorso: ieri sono passata vicino a un parco, stasera magari lungo il fiume. È un modo per non annoiarmi e tenere la motivazione alta. Tu che ne pensi, hai mai mixato il tuo metodo con qualcosa di simile? E come gestisci i momenti di "tragedia personale" – tipo il cornetto – quando la voglia colpisce? Io a volte cedo a un quadratino di cioccolato fondente, ma solo dopo aver camminato!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
Ehi, buonasera a chi sta leggendo con una tisana in mano, o magari solo con la voglia di condividere un po’ di pensieri! Devo dire che il tuo post mi ha colpita, forse perché mi ci rivedo tanto in quel mix di scetticismo iniziale e poi la sorpresa di scoprire qualcosa che funziona. Io sono una di quelle che combatte con il famoso “plateau” da mesi, sai, quel momento in cui la bilancia sembra guardarti con un sorrisetto sarcastico e non si muove di un grammo, nonostante tutto quello che fai. Leggere della tua esperienza con Montignac mi ha fatto accendere una lampadina, ma anche un po’ di malinconia, perché io sono ancora qui, ferma, a chiedermi dove sto sbagliando.

Anch’io, come te, all’inizio ero tutta calorie e numeri. Contavo ogni cucchiaino d’olio, ogni fettina di melanzana grigliata, e alla fine mi sentivo esausta, più che soddisfatta. Poi ho provato a cambiare, a guardare oltre i numeri, ma non sono ancora entrata del tutto in questo mondo dei carboidrati "buoni" e "cattivi". Ho fatto qualche tentativo: ho messo in tavola le lenticchie, ho comprato della quinoa che giuro mi guarda ancora dalla dispensa come a dire "quando mi cucini?". Però, non so, forse non ho trovato il ritmo giusto. Mi manca quella consapevolezza di cui parli tu, quella bussola che ti guida senza farti sentire in colpa.

La verità è che sono stanca. Stanca di vedere lo stesso peso, di provare a mangiare meno o a muovermi di più senza risultati. Mi piace l’idea di concentrarmi sull’indice glicemico, di scegliere cibi che mi diano energia senza quel crollo che mi lascia sul divano a fissare il soffitto. Però, ti confesso, rinunciare al pane bianco caldo, quello croccante che profuma di casa, per me è un lutto. Come hai fatto a superare quella fase? Io ci provo, ma poi cedo, e dopo mi sento pure peggio.

Mi piacerebbe vedere quella tua tabella, magari potrebbe essere un punto di partenza per me. Non cerco miracoli, solo un modo per uscire da questo stallo che mi sta spegnendo un po’. Quando dici che la testa è più lucida e le passeggiate diventano un piacere, io lo voglio, lo voglio davvero. Ma ora come ora, ogni passo mi sembra un peso, non un regalo. Tu come hai trovato la forza di insistere? Qualche trucco per non mollare? Grazie per aver condiviso, mi hai fatto venir voglia di riprovarci, anche se stasera mi sento un po’ giù.
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, a seconda di quando mi leggi! Il tuo post mi ha colpita, sai? Anch’io sono in un percorso di cambiamento, però vado piano, un passo alla volta. Non seguo Montignac alla lettera, ma quello che dici sui carboidrati "buoni" e "cattivi" mi risuona un sacco. È vero, non è solo questione di peso, ma di come ti senti dopo aver mangiato. Io sto provando a inserire abitudini sane giorno dopo giorno, senza fretta, e devo dire che funziona.

Tipo, oggi mi sono concentrata sull’acqua: sto cercando di bere di più, e già mi sembra di avere più energia. Ieri invece ho iniziato a fare una camminata veloce al mattino, niente di pesante, giusto per svegliarmi meglio. Leggendoti, mi viene voglia di dare un’occhiata più seria a questa cosa dell’indice glicemico. La tua tabella mi incuriosisce da matti – se la condividi, la guardo volentieri! Anche perché pure io odio quel senso di crollo dopo un piatto di pasta bianca o una fetta di pane che sa di niente.

Non sono ancora una pro, eh. Il mio "no grazie" al cornetto è più un "ci vediamo ogni tanto", ma sto imparando a scegliere cose che mi nutrono davvero, senza sentirmi in colpa. È un progresso lento, ma sento che sto costruendo qualcosa di solido. Tu come hai fatto a resistere alle tentazioni all’inizio? Io a volte cedo, ma poi riparto. Magari mi dai qualche trucco!
 
Ehi, buongiorno o buon pomeriggio, a seconda di quando mi leggi! Il tuo post mi ha colpita, sai? Anch’io sono in un percorso di cambiamento, però vado piano, un passo alla volta. Non seguo Montignac alla lettera, ma quello che dici sui carboidrati "buoni" e "cattivi" mi risuona un sacco. È vero, non è solo questione di peso, ma di come ti senti dopo aver mangiato. Io sto provando a inserire abitudini sane giorno dopo giorno, senza fretta, e devo dire che funziona.

Tipo, oggi mi sono concentrata sull’acqua: sto cercando di bere di più, e già mi sembra di avere più energia. Ieri invece ho iniziato a fare una camminata veloce al mattino, niente di pesante, giusto per svegliarmi meglio. Leggendoti, mi viene voglia di dare un’occhiata più seria a questa cosa dell’indice glicemico. La tua tabella mi incuriosisce da matti – se la condividi, la guardo volentieri! Anche perché pure io odio quel senso di crollo dopo un piatto di pasta bianca o una fetta di pane che sa di niente.

Non sono ancora una pro, eh. Il mio "no grazie" al cornetto è più un "ci vediamo ogni tanto", ma sto imparando a scegliere cose che mi nutrono davvero, senza sentirmi in colpa. È un progresso lento, ma sento che sto costruendo qualcosa di solido. Tu come hai fatto a resistere alle tentazioni all’inizio? Io a volte cedo, ma poi riparto. Magari mi dai qualche trucco!
Ehilà, che bel racconto il tuo! Mi ritrovo in quello che dici sull’energia e sul sentirsi bene, non solo sul peso. Io ho perso chili grazie ai pesi, e ti assicuro che i carboidrati "buoni" sono stati un alleato pazzesco. Lenticchie e quinoa con un po’ di pollo dopo la palestra mi tengono sazio e carico, altro che crolli da pasta bianca! La tua tabella mi ispira, se la posti la provo sicuro. All’inizio resistere ai dolci era dura, ma ho trovato il mio trucco: mi premio con un quadratino di cioccolato fondente dopo un allenamento tosto. Funziona, e non deraglio. Tu come tieni duro quando la palestra chiama ma il divano pure?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
Ehi, buongiorno a chi si è svegliato presto e a chi invece sta ancora sbadigliando! Devo dire che leggere il tuo post mi ha fatto proprio riflettere, perché anch’io ho avuto i miei alti e bassi con il metodo Montignac. Come te, all’inizio ero scettica, ma per motivi diversi: amante della cucina come sono, pensavo che rinunciare a certi ingredienti sarebbe stato un sacrificio troppo grande. Insomma, il mio cuore batteva per la pasta bianca e il pane appena sfornato, e l’idea di bandirli mi sembrava quasi un tradimento alla mia passione.

Però, hai ragione sul cambio di prospettiva. Quando ho iniziato a studiare i carboidrati "buoni" e "cattivi", ho capito che non si trattava di privarmi del gusto, ma di reinventarlo. Anch’io ho fatto pace con la quinoa e le lenticchie, e ti dirò, ho scoperto modi di cucinarle che mi fanno quasi dimenticare le vecchie abitudini. Tipo, ieri ho provato a fare una specie di "polenta" con la quinoa, condita con un sugo di verdure a basso IG: non sarà la classica ricetta della nonna, ma il sapore c’era tutto, e senza quel senso di pesantezza dopo. Tu che dici della tabella, la condividi? Mi piacerebbe darle un’occhiata, perché a volte mi perdo ancora tra gli indici glicemici al supermercato.

Sul discorso energia, ti do pienamente ragione. Da quando ho tagliato i carboidrati raffinati, mi sento meno appannata, soprattutto al pomeriggio, che per me era sempre un momento critico – sai, quella stanchezza che ti fa desiderare solo il divano. Penso dipenda anche dal mio hypothyroidism, che mi rende più sensibile agli sbalzi di zuccheri nel sangue. Con il vecchio conteggio calorico, invece, era un disastro: stavo sempre a pesare tutto, e alla fine mangiavo poco ma male, con la testa piena di numeri e zero soddisfazione.

Non fraintendermi, anch’io ho avuto il mio momento di lutto per il cornetto – e pure per la pizza del sabato sera! – ma poi ho iniziato a sperimentare. Hai mai provato a fare una base per pizza con farina di ceci o di grano saraceno? Non è la stessa cosa, lo so, ma con un buon condimento ti dimentichi che stai "mangiando sano". Certo, ci vuole tempo per abituarsi, e a volte mi manca la semplicità di buttare due patate in forno senza pensarci troppo. Però, come dici tu, non è privazione, è equilibrio, e questo mi sta aiutando non solo con il peso, ma anche con la testa.

Tu come gestisci le tentazioni? Io sto ancora imparando, soprattutto quando sono stanca o ho una giornata no. Magari mi dai qualche spunto, visto che sembri così convinta!
 
Ehilà, un saluto a chi sta sorseggiando il tè del mattino o a chi si è appena alzato dal letto! Il tuo racconto sul metodo Montignac mi ha colpita, perché anch’io ho avuto una storia simile, fatta di dubbi e poi di scoperte. Come te, all’inizio pensavo che contare calorie fosse la via più diretta, quasi un gioco matematico: meno numeri, meno chili. Ma poi ho capito che non era solo questione di quantità, ma di qualità, e lì è cambiato tutto. Il discorso dei carboidrati "buoni" e "cattivi" mi ha aperto gli occhi, e ora anch’io mi affido all’indice glicemico come fosse una mappa per orientarmi tra gli scaffali del supermercato. Condividi pure la tua tabella, ti prego, perché a volte mi sento ancora una detective alle prese con le etichette!

Devo difendere a spada tratta il metodo Montignac su un punto: l’energia che ti dà è reale. Da quando ho detto addio a pane bianco e zuccheri veloci, non ho più quei crolli pomeridiani che mi facevano sentire uno straccio. E per me, che ho sempre lottato con un metabolismo lento – colpa anche di un po’ di pigrizia ormonale – è una vittoria enorme. Prima, con il conteggio calorico, ero ossessionata: pesavo ogni grammo, ma finivo per mangiare cose che mi lasciavano affamata e nervosa. Ora invece scelgo con la testa, e il corpo segue. Lenticchie, verdure croccanti, un po’ di farro: non mi sento in castigo, mi sento più viva.

E qui entra in gioco la mia passione per i sapori forti: hai mai pensato di dare una marcia in più ai tuoi piatti Montignac-friendly con qualche spezia? Io sono una fanatica dei termogenici – peperoncino, zenzero, curcuma – e ti assicuro che trasformano anche la quinoa più anonima in qualcosa di speciale. Tipo, prova a fare un’insalata tiepida di lenticchie con un filo d’olio, succo di limone e una bella spolverata di peperoncino fresco: ti scalda dentro, ti sazia e, almeno in teoria, dà una svegliata al metabolismo. Oppure un curry leggero di verdure con zenzero grattugiato: basso IG, ma con un gusto che ti fa dimenticare il vecchio piatto di pasta al burro. Non dico che sia la soluzione magica per dimagrire, ma di sicuro rende il percorso più saporito e divertente.

Sulle tentazioni, capisco bene il dramma del cornetto – per me è stata la brioche della domenica mattina, un addio che ancora mi pesa. Però ho trovato un trucco: quando mi prende la voglia di qualcosa di "proibito", mi invento un’alternativa piccante e sfiziosa. Una volta ho fatto dei muffin con farina di mandorle, cacao amaro e un pizzico di cayenna: non proprio una colazione classica, ma mi ha salvata da una crisi! Tu come fai a resistere nei momenti difficili? Perché, diciamocelo, il metodo funziona solo se trovi il tuo ritmo, soprattutto quando sei giovane e la vita ti mette davanti mille distrazioni.

Montignac non è una passeggiata, hai ragione, ma per me è stato un modo per riprendermi il controllo senza sentirmi in gabbia. E poi, con un po’ di creatività – e qualche spezia che scalda l’anima – anche i carboidrati "buoni" possono diventare i tuoi migliori amici. Fammi sapere cosa ne pensi, o se hai qualche ricetta da passare: sono sempre a caccia di idee!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno a chi legge con il caffè in mano! Oggi voglio condividere un pezzo del mio percorso con il metodo Montignac, che per me è stato una vera rivelazione. Non è solo questione di perdere peso, ma di capire cosa mettiamo nel nostro corpo e come questo influisce sulla mente, sull’energia, sul nostro stare bene ogni giorno.
All’inizio ero scettica, lo ammetto. Contare calorie mi sembrava più semplice, più "scientifico". Ma poi ho scoperto il mondo dei carboidrati, quelli "buoni" e quelli "cattivi", e ho iniziato a guardare il cibo in modo diverso. Il glicoemico index è diventato la mia bussola: via libera a lenticchie, quinoa, verdure fibrose, e un bel "no grazie" a patate bianche, pane raffinato o zuccheri che ti fanno schizzare l’insulina e poi crollare. Ho una tabella che ormai è il mio vangelo quotidiano – se qualcuno la vuole, posso condividerla, ha cambiato il mio modo di fare la spesa!
Rispetto al classico conteggio calorico, Montignac mi ha insegnato a non ossessionarmi con i numeri, ma a scegliere con consapevolezza. Non è solo il corpo che ringrazia: quando mangi carboidrati a basso IG, l’energia dura di più, la testa è lucida, e anche quelle passeggiate nei boschi o un giro in bici diventano un piacere, non un dovere per "bruciare". Con le calorie, invece, mi sentivo sempre in debito, come se ogni boccone fosse un calcolo da scontare.
Non dico sia facile all’inizio – rinunciare al cornetto caldo è stata una tragedia personale! – ma dopo un po’ ti accorgi che non è privazione, è equilibrio. E la salute mentale, che qui sul forum sappiamo quanto conta, ne guadagna eccome. Qualcuno di voi ha provato? Come vi siete trovati?
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