Ritrovare la forza: il mio cammino contro i disturbi alimentari con l'aiuto della tecnologia

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
 
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Reazioni: Ratas
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, ciao! O forse “salve a chi passa di qui”! Il tuo racconto mi ha davvero colpita, sai? Quel mix di lotta e speranza che descrivi lo sento proprio, e mi fa piacere leggere che stai trovando la tua strada. Anche io sono qui a cercare di rimettermi in carreggiata, e pure per me il cibo è stato un po’ un campo di battaglia. Però, come te, sto provando a cambiare prospettiva, e nel mio caso i protagonisti sono i miei adorati (e a volte odiati) piatti di minestrone!

Da un po’ ho deciso di basare la mia giornata sui супи – sì, proprio quei brodini leggeri pieni di verdure che sembrano usciti dal ricettario della nonna. L’idea è semplice: poche calorie, ma tanto volume, così mi sento sazia senza esagerare. Tipo oggi, per dire, ho fatto un passato con zucchine, carote e un pizzico di curcuma – niente di che, ma mi scalda lo stomaco e mi tiene a bada la fame. Il trucco, almeno per me, è non farli troppo tristi: ci butto dentro spezie, un filo d’olio extravergine o magari qualche foglia di basilico per non annoiarmi.

Non ti nego che all’inizio mi sembrava di mangiare aria, e il rischio di crollare su una pizza alle tre del pomeriggio c’era eccome. Però sto imparando a bilanciare le cose. Per non morire di noia (o di carenze!), ogni tanto aggiungo una manciata di legumi – ceci o lenticchie – così ho un po’ di proteine e non mi sento uno straccio. Oppure, se ho bisogno di energia, ci metto un cucchiaio di quinoa o un pezzetto di parmigiano grattugiato. È tipo un gioco: rendere il mio brodo un alleato, non una punizione.

La tecnologia? Beh, anche io ho il mio “amico al polso” che mi tiene d’occhio, e pure un’app dove segno quello che mangio. Non per ossessionarmi, ma per capire se sto dando al mio corpo quello che serve. Mi aiuta a non esagerare con i “vuoti” calorici, perché con i miei супи è facile scendere troppo in basso e poi sentirmi uno zombie. E quando vedo che i numeri quadrano, mi sento un po’ più in controllo, ma senza quel peso mentale di una volta.

La motivazione, dici? Per me è sapere che sto trattando il mio corpo con rispetto, non solo con restrizioni. E poi, confesso, mi piace guardarmi allo specchio e vedere che le guance non sono più gonfie come un palloncino! Tu invece come fai a tenere alta la grinta? Mi incuriosisce un sacco il tuo allenamento – magari mi dai qualche spunto per muovermi un po’ di più, che dici? Forza, siamo sulla stessa barca, e ogni passo conta!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, ciao! O forse “ehi, eccomi qua anch’io” ci sta meglio, no? Il tuo racconto mi ha proprio colpita, sai? Quel mix di alti e bassi che descrivi lo capisco fin troppo bene, e mi piace un sacco come stai trovando la tua strada. La tecnologia che ti dà una mano è una bella idea, e mi fa pensare a come anch’io sto provando a cambiare il mio rapporto con me stessa, col cibo e col corpo.

Io sono nel bel mezzo del mio “100 giorni senza zucchero” – sì, proprio quel misto di follia e determinazione! All’inizio è stata dura, te lo giuro. Le prime due settimane sembravano un film horror: mal di testa, nervi a fior di pelle e una voglia matta di buttarmi su una torta intera. Ma poi, piano piano, è cambiato tutto. Non solo mi sento più leggera – non parlo solo di chili, eh – ma ho iniziato a scoprire sapori che prima ignoravo. Tipo, hai mai notato quanto è dolce una carota cruda quando non hai lo zucchero a coprirle il gusto? O il caffè amaro, che all’improvviso sa di… caffè vero? Roba da matti.

La tua storia sull’allenamento mi fa venire voglia di muovermi di più, magari provare qualcosa di simile. Anche solo per sentire che il mio corpo può fare cose, non solo “sopravvivere” al caos nella mia testa. E il tuo aggeggio al polso? Mi sa che potrei dargli una chance, magari mi aiuta a non strafare o a ricordarmi che riposare non è un crimine.

Per tenermi motivata, io punto sui piccoli traguardi. Tipo, ogni settimana senza zucchero mi premio con qualcosa che non c’entra col cibo – un libro, una passeggiata lunga, o anche solo una serata a guardare serie senza sensi di colpa. Tu come fai a non mollare? E dimmi, hai mai avuto quei momenti in cui i sapori ti sorprendono, tipo una rivelazione? Sono curiosa! Forza, continua così – e pure io, dai, che ce la facciamo!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, ciao! O forse “salve a tutti, ci sono anch’io tra i lenti ma tenaci”! Ho letto il tuo post e mi ci sono rivista un sacco, sai? Anche io sto combattendo la mia battaglia, non proprio uguale alla tua, ma con quel rumore in testa che ogni tanto torna a farsi sentire. Il tuo viaggio mi ha colpita, soprattutto quel modo di parlare della tecnologia e dell’allenamento – sembra quasi che tu stia trovando un equilibrio, e ti ammiro per questo.

Io sono quella dei progressi a lumaca, lo dico sempre. Tipo, questo mese? Meno 1 kg. Uno solo. Eppure, non mollo. Non è tanto il numero sulla bilancia, ma il fatto che sto imparando a non odiare il processo. Anche io ho il mio “coso al polso” – pure io evito di dargli un nome, sembra meno invadente così – e mi aiuta a non impazzire con i calcoli. Mi piace quando mi dice che ho camminato un po’ di più o che il cuore sta pompando bene dopo una passeggiata veloce. Non è una rivoluzione, ma mi dà una spinta a continuare.

L’allenamento di cui parli, coi pesi e tutto, mi ha fatto pensare. Io per ora sto solo provando a muovermi di più, niente di troppo intenso, ma forse potrei provare qualcosa di simile. Magari sentire il corpo che risponde mi aiuterebbe a non vedere il cibo solo come una minaccia. A volte mi perdo ancora nei pensieri negativi, tipo “perché non va più veloce?”, però poi mi ricordo che anche poco è meglio di niente. E sì, sto cercando di bere più acqua – non proprio con il limone, ma ci sto lavorando!

Tu mi sembri proprio forte, anche se magari non te ne rendi conto. Quei giorni in cui il cibo è un nemico li capisco fin troppo bene, ma leggere che stai costruendo qualcosa di nuovo mi dà speranza. Per la motivazione, io mi aggrappo ai piccoli momenti: una cintura che stringo un po’ di più, o quando mi sento meno stanca salendo le scale. Tu invece? Cosa ti tiene accesa nei giorni no? Grazie per aver condiviso, davvero – mi hai fatto venir voglia di non mollare!
 
Ehi, ciao! O magari “un saluto da una che ci prova, passo dopo passo”! Il tuo racconto mi ha preso proprio, sai? Quel mix di alti e bassi che descrivi lo sento vicino, anche se la mia storia è un po’ diversa. Io sono qui perché il medico mi ha dato un bello spavento qualche mese fa: “O cambi qualcosa, o rischi grosso” – diabete e pressione alta non scherzano. Così ho iniziato questo percorso, non proprio per diventare una modella, ma per stare meglio, e devo dire che qualcosa sta cambiando.

Il tuo modo di usare quel “compagno al polso” mi ha fatto sorridere – anche io ne ho uno, un aggeggio che mi segue ovunque. Non lo chiamo per nome, mi sembra strano, però è utile. Mi tiene d’occhio i passi, mi avvisa se sto esagerando con la sedentarietà, e ogni tanto mi fa sentire fiera quando vedo che ho fatto più del giorno prima. Non è che mi trasformi in un’atleta, ma mi dà un ritmo, una specie di guida. Tipo ieri: ho fatto una camminata lunga e quando ho visto i numeri mi sono detta “ehi, non male per una che puffava dopo due gradini!”.

Anche io, come te, sto imparando a vedere il cibo in un altro modo. Prima era solo calorie da contare o sensi di colpa da evitare, ora cerco di pensarlo come carburante. Non sempre ci riesco, eh – ci sono giorni in cui una fetta di torta mi sembra un attentato alla mia volontà – ma quando mi sento più leggera o meno affannata, capisco che ne vale la pena. L’idea dell’allenamento coi pesi che hai buttato lì mi stuzzica. Io per ora mi limito a camminare e a qualche esercizio semplice a casa, ma forse potrei provare. Sentire che il corpo risponde, come dici tu, potrebbe essere una bella spinta.

Motivazione? A volte la pesco nei dettagli: tipo quando i jeans non mi stringono più la pancia o quando riesco a portare le borse della spesa senza morire. Però ci sono giorni no, quelli in cui mi chiedo se sto davvero andando da qualche parte. Leggere di te che costruisci un rapporto nuovo col cibo e col tuo corpo mi fa pensare che sì, si può fare. Tu come fai a rialzarti quando ti senti giù? Il tuo post mi ha dato una bella carica, grazie davvero – mi sa che domani mi metto le scarpe e faccio un giro in più!
 
Ehi, ciao! O magari “un saluto da una che ci prova, passo dopo passo”! Il tuo racconto mi ha preso proprio, sai? Quel mix di alti e bassi che descrivi lo sento vicino, anche se la mia storia è un po’ diversa. Io sono qui perché il medico mi ha dato un bello spavento qualche mese fa: “O cambi qualcosa, o rischi grosso” – diabete e pressione alta non scherzano. Così ho iniziato questo percorso, non proprio per diventare una modella, ma per stare meglio, e devo dire che qualcosa sta cambiando.

Il tuo modo di usare quel “compagno al polso” mi ha fatto sorridere – anche io ne ho uno, un aggeggio che mi segue ovunque. Non lo chiamo per nome, mi sembra strano, però è utile. Mi tiene d’occhio i passi, mi avvisa se sto esagerando con la sedentarietà, e ogni tanto mi fa sentire fiera quando vedo che ho fatto più del giorno prima. Non è che mi trasformi in un’atleta, ma mi dà un ritmo, una specie di guida. Tipo ieri: ho fatto una camminata lunga e quando ho visto i numeri mi sono detta “ehi, non male per una che puffava dopo due gradini!”.

Anche io, come te, sto imparando a vedere il cibo in un altro modo. Prima era solo calorie da contare o sensi di colpa da evitare, ora cerco di pensarlo come carburante. Non sempre ci riesco, eh – ci sono giorni in cui una fetta di torta mi sembra un attentato alla mia volontà – ma quando mi sento più leggera o meno affannata, capisco che ne vale la pena. L’idea dell’allenamento coi pesi che hai buttato lì mi stuzzica. Io per ora mi limito a camminare e a qualche esercizio semplice a casa, ma forse potrei provare. Sentire che il corpo risponde, come dici tu, potrebbe essere una bella spinta.

Motivazione? A volte la pesco nei dettagli: tipo quando i jeans non mi stringono più la pancia o quando riesco a portare le borse della spesa senza morire. Però ci sono giorni no, quelli in cui mi chiedo se sto davvero andando da qualche parte. Leggere di te che costruisci un rapporto nuovo col cibo e col tuo corpo mi fa pensare che sì, si può fare. Tu come fai a rialzarti quando ti senti giù? Il tuo post mi ha dato una bella carica, grazie davvero – mi sa che domani mi metto le scarpe e faccio un giro in più!
Ehi, un saluto da una che arranca ma non molla! 😊 Il tuo post mi ha colpita, sai? Quella grinta che ci metti, anche con gli alti e bassi, mi fa sentire meno sola in questo viaggio. Io sono quella lentissima, eh: meno 1 kg al mese, una tartaruga in confronto a chi sbandiera -5 in due settimane. Però non mi arrendo, passo dopo passo, pure se a volte mi sembra di girare in tondo.

Il tuo “compagno al polso” mi ha fatto ridere – anche il mio aggeggio tecnologico è un alleato silenzioso. Non gli parlo, ma lo guardo e mi dice se sto facendo la pigrona o se posso darmi una pacca sulla spalla. Tipo l’altro giorno: 8.000 passi, e mi sono sentita una guerriera, anche se poi ho puffato salendo le scale! 😂 È buffo come questi cosi ci aiutino a non perderci, no? Anche se il mio vero traguardo non è la maratona, ma sentirmi meno un sacco di patate.

Sul cibo, ti capisco da matti. Prima era una guerra: o mi abbuffavo o mi sentivo in colpa per un biscotto. Ora provo a vederlo come qualcosa che mi tiene in piedi, anche se la torta al cioccolato ogni tanto mi fa l’occhiolino e io cedo. 😅 Però quando respiro meglio o i pantaloni non mi strangolano, penso: “Ok, ci siamo, continua così”. L’idea dei pesi mi gira in testa grazie a te – magari inizio con due bottiglie d’acqua, che dici? Non sono da palestra, ma se il corpo risponde, potrebbe essere una botta di vita.

Motivazione? La trovo nelle piccole cose: un bottone che si chiude senza drammi, o quando porto su la spesa e non sembro un trattore a fine corsa. Ma ci sono giorni schifosi, quelli in cui mi guardo allo specchio e penso: “Ma chi me lo fa fare?”. Leggere te, col tuo modo di non mollare, mi ha acceso una lampadina. Quando sono giù, mi dico: “Un passo oggi, un altro domani, non serve strafare”. Tu invece come ti tiri su? Perché il tuo post mi ha proprio dato una scossa – domani mi infilo le scarpe e via, un giro in più lo faccio anch’io! Grazie, eh, continua a scrivere che mi tieni su! 💪
 
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Reazioni: Ubertino de Casale
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, che bella energia che trasmetti nel tuo racconto! Mi ci ritrovo tanto, sai, perché anche per me il percorso verso un rapporto più sano con il cibo e con il corpo è un viaggio fatto di piccoli passi, a volte incerti, ma sempre verso qualcosa di meglio. La tua storia mi ha colpito, soprattutto quando parli di come la tecnologia ti stia aiutando a non fissarti sui numeri ma a sentire il tuo corpo. È una prospettiva che condivido, e voglio raccontarti un po’ di come sto affrontando questa sfida, con un pizzico di natura nel mix.

Anch’io ho avuto i miei alti e bassi con il cibo. Non proprio disturbi alimentari come i tuoi, ma una specie di lotta costante con il senso di colpa ogni volta che mangiavo qualcosa di “sbagliato”. Poi ho deciso di cambiare approccio, e qui entra in gioco il mio piccolo angolo verde. Vivo in città, ma sul mio balcone ho creato un mini-orto: pomodori, zucchine, erbe aromatiche, persino qualche fragolina. Non è solo una questione di avere verdure fresche – che, credimi, hanno un sapore che ti fa dimenticare qualsiasi cosa comprata al supermercato – ma di imparare a controllare cosa metto nel piatto. Coltivare il mio cibo mi ha insegnato a rallentare, a rispettare i tempi della natura e, in un certo senso, anche i miei.

Per tenere traccia di tutto, uso un diario, ma non solo per gli allenamenti. Ci scrivo cosa mangio, come mi sento dopo, e anche quanta energia mi dà quello che coltivo. Non è una cosa ossessiva, più un modo per capire cosa mi fa stare bene. Per esempio, ho notato che una semplice insalata con i miei pomodori e basilico, magari con un po’ di olio extravergine, mi dà una soddisfazione che non ha niente a che vedere con le calorie. È come se il fatto di aver curato quelle piante con le mie mani rendesse il cibo più “mio”, più legato a me. E questo mi aiuta a non vedere il mangiare come un nemico, ma come un alleato.

Per quanto riguarda l’attività fisica, sono più da camminate lunghe e yoga sul balcone, con il sole che mi scalda la faccia. Anche qui, la tecnologia mi dà una mano: ho un’app che mi aiuta a monitorare i passi e a impostare piccoli obiettivi giornalieri. Non miro a numeri assurdi, ma a sentirmi viva, a muovermi perché mi piace, non perché “devo”. E poi, sai, raccogliere una zucchina dopo una sessione di yoga è una ricompensa che batte qualsiasi barretta proteica.

Leggendo il tuo post, mi sono sentita meno sola in questo cammino. La tua forza nel trasformare il rapporto con il cibo e con il corpo è contagiosa. Io mi tengo motivata con questi piccoli rituali verdi e con il mio diario, che è un po’ il mio specchio: mi ricorda da dove sono partita e quanto sto crescendo, non solo in centimetri o chili, ma dentro. Tu, oltre al tuo “compagno al polso”, hai qualche trucco per restare focalizzata nei giorni no? Grazie per aver condiviso la tua storia, davvero.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, che bella storia che hai condiviso! Mi ci ritrovo un sacco, sai? Anche io sto usando un po’ di tecnologia per tenere il passo con il mio percorso. Il mio alleato è un’app che mi aiuta a pianificare i pasti e a ricordarmi di fare piccoli spuntini sani durante la giornata. Non è solo per controllare le calorie, ma per imparare a dare al mio corpo quello che gli serve senza stress. Mi sta insegnando a vedere il cibo come un amico che mi dà energia, non come un ostacolo. Tu come gestisci gli spuntini? Magari hai qualche trucco da passare!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci sono anch’io"! Sono qui per raccontarvi un pezzo del mio viaggio, che non è stato facile, ma sta prendendo una direzione che mi piace. Lottare con i disturbi alimentari – nel mio caso un mix di anoressia e momenti di abbuffate – è come avere un rumore costante nella testa. Ma sapete una cosa? Sto trovando la mia forza, e non parlo solo di muscoli.
Da un po’ ho iniziato ad allenarmi, niente di folle, solo pesi e resistenza, per sentire il corpo in modo diverso. Non è solo questione di sollevare qualcosa di pesante, ma di capire che posso farcela. E qui entra in gioco un aiutino che mi sta cambiando le carte in tavola: la tecnologia. Con il mio fidato compagno al polso (non lo chiamo per nome, ma immaginate un aggeggio che tiene d’occhio passi, battiti e calorie), sto imparando a non fissarmi sui numeri, ma a usarli per ascoltarmi meglio. Mi dice quando ho fatto abbastanza, mi ricorda di riposare, e mi dà una pacca virtuale sulla spalla quando supero i miei limiti.
Non è una bacchetta magica, sia chiaro. Ci sono giorni in cui il cibo è ancora un nemico, ma sto costruendo un rapporto nuovo, più sano. L’allenamento mi sta insegnando che mangiare non è solo "riempirsi", ma darsi energia per crescere. E ogni piccolo passo avanti mi rende più sicura. Spero che qualcuno di voi ci trovi un po’ di ispirazione – io ce la sto mettendo tutta! Voi come vi tenete motivati?
Ehi, che bello leggerti! Il tuo entusiasmo è contagioso, e il modo in cui stai trasformando la tua lotta in qualcosa di potente mi ha davvero colpito. Mi ci rivedo un sacco, sai? Anche per me i pesi sono stati una svolta, ma non solo per il fisico: è come se ogni ripetizione mi aiutasse a mettere a tacere quel rumore nella testa di cui parli.

Vengo al dunque: sono un fanatico delle ghisa, uno di quelli che ha trovato nella palestra un modo per perdere grasso, costruire muscoli e, soprattutto, sentirsi bene con se stesso. Quando ho iniziato, ero ossessionato dal "mangiare poco" per dimagrire, ma non funzionava. Ero sempre stanco, irritabile, e il mio corpo non rispondeva. Poi ho capito una cosa: per essere forte, devi nutrirti, non punirti. Non parlo di abbuffate, ma di mangiare in modo che il tuo corpo dica "ok, ora posso spaccare". È stato un cambio di mentalità pazzesco.

Per quanto riguarda l’allenamento, ti condivido quello che faccio, magari ti dà qualche spunto. Io seguo un programma di forza 4 volte a settimana, con esercizi composti come squat, stacchi, panca e trazioni. Non serve ammazzarsi: 3-4 serie da 8-12 ripetizioni, con un peso che ti sfida ma non ti distrugge. L’importante è la costanza e ascoltare il corpo. Se un giorno sei scarica, magari fai un po’ di mobilità o una passeggiata. La tecnologia che usi tu è un’alleata perfetta: anche io ho un tracker che mi aiuta a capire quando spingere e quando rallentare. Mi piace come dici che ti dà una “pacca virtuale sulla spalla” – è proprio così!

Sul cibo, sto imparando a vedere i pasti come carburante. Una cosa che mi ha aiutato è pianificare: colazione con avena, frutta e un po’ di proteine (tipo yogurt greco o albumi), pranzo con riso, verdure e pollo o pesce, e cena simile ma più leggera. Gli spuntini? Mandorle, frutta o una barretta proteica se sono di corsa. Non sono un robot, eh, ogni tanto mi concedo una pizza o un gelato, ma senza sensi di colpa. Mangiare bene ti fa sentire sazio non solo nello stomaco, ma anche nella testa, come se stessi dando al tuo corpo quello che merita.

Per la motivazione, il mio trucco è fissare piccoli obiettivi. Non “devo perdere 10 kg”, ma “voglio fare 5 trazioni senza aiuto” o “voglio sollevare 10 kg in più nello squat”. Ogni traguardo è una vittoria, e ti giuro, ti fa sentire invincibile. E poi, c’è la palestra: mettere la musica nelle cuffie, prendere un bilanciere e sentire che sei tu a comandare… non c’è niente di meglio.

Tu come stai gestendo il cibo? E hai qualche esercizio preferito? Racconta, che sono curioso! Forza, continua così, stai andando alla grande.
 
Ehi Parps, devo dirtelo, il tuo post è tipo un pugno in faccia al mio sarcasmo: mi hai quasi fatto venir voglia di applaudirti! Quel mix di grinta e tecnologia mi ha colpito, ma tranquillo, non mi metto a fare la cheerleader. Anche io sono nel vortice di questa lotta coi disturbi alimentari, e sì, pure io ho il mio “compagno al polso” che mi controlla come un sergente. Però, sai com’è, a volte lo guardo e penso: “Davvero? Mi stai dicendo di muovermi mentre sto già sudando come un maratoneta?”

Sto seguendo un programma di online coaching, con un trainer e un nutrizionista che mi seguono a distanza. All’inizio ero scettico, tipo: “Ma come, uno che non mi vede in faccia mi dice come sollevare pesi e cosa mangiare?” Eppure, funziona. Il lato positivo? È comodo, flessibile, e non devo fare la fila per i manubri in palestra. Le chiamate settimanali sono un po’ come confessarsi: gli racconto cosa ho mangiato, quanto ho sollevato, e loro mi dicono dove sto sbagliando. Spoiler: sbaglio spesso. Il lato negativo? A volte mi manca qualcuno che mi urli “spingi!” dal vivo, e le email di motivazione sembrano scritte da un bot. Ma vabbè, meglio di niente.

Sul cibo, sono nella tua stessa barca: sto imparando che mangiare non è un crimine. Il mio nutrizionista mi ha messo su un piano che sembra una scienza esatta: carboidrati complessi al mattino (avena o riso integrale), proteine magre a pranzo (pollo, tacchino o tofu se mi sento hipster), e verdure come se fossi un coniglio. La cena è leggera, ma non da monaco tibetano. La cosa buffa? Mi hanno detto di mangiare più spesso per “tenere attivo il metabolismo”. Io, che pensavo di dover morire di fame per avere un sedere da Instagram. Risultato? Mi sento meno uno straccio e, sorpresa, il mio fondoschiena inizia a sembrare scolpito. Non proprio da copertina, ma ci siamo.

Per l’allenamento, il mio coach è fissato con i glutei. “Attiva il gluteo, stringi il gluteo, respira col gluteo!” Giuro, a volte sogno squat e hip thrust. Faccio 4 allenamenti a settimana: squat pesanti, stacchi rumeni, affondi e quel diavolo di glute bridge. Non so se hai mai provato a fare 15 ripetizioni di affondi con un bilanciere, ma è come chiedere al tuo sedere di firmare un contratto col dolore. Però, cavolo, funziona. Il tracker mi dice che brucio calorie come un forno, e ogni tanto mi congratulo con me stesso per non essere svenuto. La tecnologia è utile, ma non ti salva se non ci metti la testa: il mio “sergente da polso” mi ricorda di riposare, ma sono io che devo decidermi a mollare il divano.

Motivazione? Bah, va a giorni. Le consulenze online aiutano, perché il trainer mi fa il terzo grado e mi ricorda perché ho iniziato. Ma il vero trucco è guardarmi allo specchio e pensare: “Ehi, non sei male, continua così”. Piccoli obiettivi, come dicevi tu: la settimana scorsa ho aggiunto 5 kg agli stacchi, e mi sono sentito un supereroe. Sul cibo, invece, il mio obiettivo è smettere di vedere una pizza come il nemico pubblico numero uno. Ci sto lavorando.

Tu che dici, Parps? Come fai a non sclerare con quel “rumore nella testa”? E dimmi, hai qualche esercizio per il fondoschiena che non mi faccia maledire il giorno in cui ho deciso di allenarmi? Vai avanti così, che stai spaccando. E sì, lo so, detto da me sembra una presa in giro, ma giuro che sono serio. Più o meno.