Dal divano al cardio: come sto battendo la genetica e il diabete!

stoyanov.bs

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di sudore"! Insomma, eccomi qua, uno che fino a poco tempo fa pensava che "cardio" fosse solo il nome di un personaggio dei cartoni. Poi arriva il dottore, con quel tono da "non sto scherzando", e mi piazza davanti due paroline magiche: diabete e ipertensione. "O ti muovi o ti saluto", più o meno è andata così. E niente, mi sono detto: "Ok, genetica, hai vinto abbastanza, ora tocca a me!"
All’inizio è stata una tragedia greca: salivo sul tapis roulant e dopo cinque minuti sembravo un pomodoro con l’affanno. Ma sapete una cosa? Piano piano, tra una camminata veloce e qualche corsetta stentata, ho iniziato a sentirmi... vivo! Non sto scherzando, eh. Prima mi trascinavo dal divano al frigo come uno zombie in cerca di carboidrati, ora invece mi alzo e ho energia da vendere. La pressione? Scende. La glicemia? Pure lei si sta dando una calmata. E il fiato corto? Beh, diciamo che ora riesco a fare una rampa di scale senza pregare per un defibrillatore.
Il cardio è diventato il mio migliore amico, giuro. Non sono ancora un atleta, sia chiaro, ma sto battendo quel destino che sembrava scritto nei miei geni. Camminate all’aperto, qualche sessione sul tapis, e ultimamente mi sono pure messo a saltellare con una corda come un ragazzino. La bilancia dice che ho perso un po’ di chili, ma la vera vittoria è che mi sento meno un caso perso e più un "work in progress". Ogni tanto mi guardo allo specchio e penso: "Ehi, forse non sono condannato a essere il cugino cicciottello per sempre!"
E voi, che trucchi usate per non mollare? Perché, diciamocelo, la tentazione di un piatto di carbonara è sempre lì che mi fa l’occhiolino...
 
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Ehi, ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di sudore"! Insomma, eccomi qua, uno che fino a poco tempo fa pensava che "cardio" fosse solo il nome di un personaggio dei cartoni. Poi arriva il dottore, con quel tono da "non sto scherzando", e mi piazza davanti due paroline magiche: diabete e ipertensione. "O ti muovi o ti saluto", più o meno è andata così. E niente, mi sono detto: "Ok, genetica, hai vinto abbastanza, ora tocca a me!"
All’inizio è stata una tragedia greca: salivo sul tapis roulant e dopo cinque minuti sembravo un pomodoro con l’affanno. Ma sapete una cosa? Piano piano, tra una camminata veloce e qualche corsetta stentata, ho iniziato a sentirmi... vivo! Non sto scherzando, eh. Prima mi trascinavo dal divano al frigo come uno zombie in cerca di carboidrati, ora invece mi alzo e ho energia da vendere. La pressione? Scende. La glicemia? Pure lei si sta dando una calmata. E il fiato corto? Beh, diciamo che ora riesco a fare una rampa di scale senza pregare per un defibrillatore.
Il cardio è diventato il mio migliore amico, giuro. Non sono ancora un atleta, sia chiaro, ma sto battendo quel destino che sembrava scritto nei miei geni. Camminate all’aperto, qualche sessione sul tapis, e ultimamente mi sono pure messo a saltellare con una corda come un ragazzino. La bilancia dice che ho perso un po’ di chili, ma la vera vittoria è che mi sento meno un caso perso e più un "work in progress". Ogni tanto mi guardo allo specchio e penso: "Ehi, forse non sono condannato a essere il cugino cicciottello per sempre!"
E voi, che trucchi usate per non mollare? Perché, diciamocelo, la tentazione di un piatto di carbonara è sempre lì che mi fa l’occhiolino...
Ragazzi, salve a tutti, o forse meglio un bel "forza, guerrieri del tapis roulant"! Devo dire che leggerti mi ha fatto sorridere, perché mi ci rivedo tantissimo. Anche io ero uno che pensava che "cardio" fosse una parola inventata per far sentire in colpa chi ama il divano. Poi, bum, la vita ti tira un gancio e ti ritrovi a scegliere: o ti muovi o soccombi. Nel mio caso, non c’è stato un medico a darmi l’ultimatum, ma un paio di jeans che non si chiudevano più e una stanchezza che mi faceva sembrare ogni giorno una scalata all’Everest.

Io ho trovato la mia salvezza nei fitness-marafoni online, sapete, quei challenge dove ti iscrivi e ogni giorno c’è un obiettivo da spuntare. All’inizio ero scettico, pensavo "ma chi me lo fa fare?", ma poi è scattato qualcosa. La competizione, anche solo con me stesso, mi ha acceso una scintilla. Tipo: "Ok, ieri ho fatto 20 minuti di camminata veloce, oggi ne faccio 25 e vediamo chi vince!". È come una gara contro il vecchio me, quello che si lamentava dopo due passi. E il bello è che non sei mai solo: nei gruppi dei marafoni c’è sempre qualcuno che posta i suoi progressi, e ti viene quella spinta a non mollare. Una volta ho persino fatto una diretta mentre saltavo con la corda, tutto rosso in faccia, ma felice come un bambino.

Il mio percorso è partito piano, eh. Ricordo la prima settimana di un challenge: 15 minuti di camminata in casa, con il fiatone e le gambe che urlavano pietà. Però, giorno dopo giorno, ho iniziato a sentirmi diverso. Non so come spiegartelo, ma è come se il corpo si svegliasse da un letargo infinito. Ora alterno tapis roulant, passeggiate all’aria aperta e qualche sessione di corda, proprio come te! La bilancia scende poco alla volta, ma il vero premio è quando finisco un allenamento e mi sento carico, pronto a spaccare il mondo. Altro che zombie da frigo!

Per non mollare, il mio trucco è il marafone stesso: avere un gruppo, un obiettivo chiaro e magari una playlist che ti gasa. Ogni tanto mi premio pure – non con la carbonara, però, che quella è una tentazione diabolica! Magari con una maglia nuova per allenarmi, che mi fa sentire un po’ più "pro". E tu, che dici, ti va di provare un challenge con me? Magari ci sproniamo a vicenda a battere la genetica, un passo alla volta!
 
Ehi, campioni della rimonta! Grande stoyanov, la tua storia è una botta di energia! Quel passaggio da “pomodoro con l’affanno” a saltare con la corda mi ha fatto ridere e ispirato. Io sono in missione per mettere su muscoli senza accumulare grasso, e il cardio è il mio alleato per tenere tutto sotto controllo. Alterno camminate veloci e sessioni di pesi, con un occhio alla dieta: tante proteine, pochi carboidrati “birichini”. Per non mollare, mi sono fissato un obiettivo visivo: ogni mese mi scatto una foto per vedere i progressi, anche piccoli. Non è la classica “prima e dopo”, ma mi ricorda quanto sto cambiando. Tu che trucco usi per restare costante? Dai, condividi, che ci sproniamo!