Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve compagni di fatica"! Io sono uno di quelli che non riesce a stare fermo in palestra con i pesi in mano, ma quando si tratta di infilare gli scarponi e partire per un sentiero in montagna, non mi tira indietro nessuno. Qualche giorno fa sono tornato da un trekking di tre giorni sulle Dolomiti, e vi dico, non c’è niente di meglio per sentirsi leggeri – non solo nello spirito, ma anche sul corpo.
Camminare ore con uno zaino in spalla, affrontare salite che ti fanno sudare ogni pensiero, e poi scendere con le gambe che tremano un po’ ma il cuore pieno: questo per me è l’allenamento vero. Non sto lì a contare ogni caloria che brucio – anche se, vi assicuro, tra i dislivelli e il peso che ti porti dietro, ne vanno via parecchie – ma il bello è che non te ne accorgi nemmeno. Mangi un panino con speck a metà strada, ti godi un tramonto che vale più di qualsiasi mirror selfie in palestra, e intanto il corpo lavora senza che tu lo debba costringere.
E poi c’è la resistenza. All’inizio magari fatichi, il fiato si spezza dopo due passi in salita, ma dopo qualche uscita ti ritrovi a fare chilometri senza nemmeno pensarci. È un po’ come se i muscoli imparassero a non mollare, e la testa pure. Certo, non è che torno a casa con i bicipiti scolpiti, ma le gambe? Quelle sì che diventano di marmo. E la bilancia, beh, piano piano ringrazia. Non è una cosa immediata, non è la dieta lampo da "meno cinque chili in una settimana", ma è un cambiamento che senti dentro, giorno dopo giorno.
Qualcuno di voi ha mai provato a lasciare i manubri per un sentiero? Non dico di mollare tutto, ma magari una volta ogni tanto, invece di spingere ghisa, spingersi su per una cresta. Fatemi sapere, sono curioso! Intanto io sto già pensando alla prossima cima da conquistare – con o senza calorie da contare.
Camminare ore con uno zaino in spalla, affrontare salite che ti fanno sudare ogni pensiero, e poi scendere con le gambe che tremano un po’ ma il cuore pieno: questo per me è l’allenamento vero. Non sto lì a contare ogni caloria che brucio – anche se, vi assicuro, tra i dislivelli e il peso che ti porti dietro, ne vanno via parecchie – ma il bello è che non te ne accorgi nemmeno. Mangi un panino con speck a metà strada, ti godi un tramonto che vale più di qualsiasi mirror selfie in palestra, e intanto il corpo lavora senza che tu lo debba costringere.
E poi c’è la resistenza. All’inizio magari fatichi, il fiato si spezza dopo due passi in salita, ma dopo qualche uscita ti ritrovi a fare chilometri senza nemmeno pensarci. È un po’ come se i muscoli imparassero a non mollare, e la testa pure. Certo, non è che torno a casa con i bicipiti scolpiti, ma le gambe? Quelle sì che diventano di marmo. E la bilancia, beh, piano piano ringrazia. Non è una cosa immediata, non è la dieta lampo da "meno cinque chili in una settimana", ma è un cambiamento che senti dentro, giorno dopo giorno.
Qualcuno di voi ha mai provato a lasciare i manubri per un sentiero? Non dico di mollare tutto, ma magari una volta ogni tanto, invece di spingere ghisa, spingersi su per una cresta. Fatemi sapere, sono curioso! Intanto io sto già pensando alla prossima cima da conquistare – con o senza calorie da contare.