Sto impazzendo: lo stress mi fa mangiare schifezze e il mio corpo è un disastro, aiutatemi!

manolito_1

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sto sclerando. Non ce la faccio più, ogni volta che sono stressato mi ritrovo con la faccia dentro un pacco di patatine o un barattolo di gelato. È una tragedia, lo so che non dovrei, ma è come se il mio cervello si spegnesse e l’unica cosa che mi calma è mangiare schifezze. Poi mi guardo allo specchio e mi sento uno schifo, il mio corpo è un disastro, ho preso altri due chili questo mese e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito.
Voglio dimagrire, lo voglio davvero, ma non so come gestire ‘sta ansia che mi divora. Ho provato a fare yoga, ma dopo 10 minuti mi annoio e mollo. Ho provato a scrivere un diario, ma finisce che scrivo solo quanto mi odio e mi deprimo ancora di più. Non so, forse è anche perché al lavoro è un casino, il capo mi stressa e torno a casa distrutto. Ma non è una scusa, lo so, devo fare qualcosa.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non crollare quando vi sentite così? Io vorrei solo smettere di usare il cibo come una stampella, ma non so da dove iniziare. Ho letto da qualche parte che il peso non è tutto e che l’indice di massa corporea non definisce chi sei, ma cavolo, non riesco a non pensarci. Mi sento pesante, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Se avete qualche trucco, qualche idea, anche solo per distrarmi quando mi viene voglia di abbuffarmi, scrivetelo. Sto davvero toccando il fondo e ho bisogno di aiuto. Grazie, scusate lo sfogo.
 
Ragazzi, sto sclerando. Non ce la faccio più, ogni volta che sono stressato mi ritrovo con la faccia dentro un pacco di patatine o un barattolo di gelato. È una tragedia, lo so che non dovrei, ma è come se il mio cervello si spegnesse e l’unica cosa che mi calma è mangiare schifezze. Poi mi guardo allo specchio e mi sento uno schifo, il mio corpo è un disastro, ho preso altri due chili questo mese e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito.
Voglio dimagrire, lo voglio davvero, ma non so come gestire ‘sta ansia che mi divora. Ho provato a fare yoga, ma dopo 10 minuti mi annoio e mollo. Ho provato a scrivere un diario, ma finisce che scrivo solo quanto mi odio e mi deprimo ancora di più. Non so, forse è anche perché al lavoro è un casino, il capo mi stressa e torno a casa distrutto. Ma non è una scusa, lo so, devo fare qualcosa.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non crollare quando vi sentite così? Io vorrei solo smettere di usare il cibo come una stampella, ma non so da dove iniziare. Ho letto da qualche parte che il peso non è tutto e che l’indice di massa corporea non definisce chi sei, ma cavolo, non riesco a non pensarci. Mi sento pesante, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Se avete qualche trucco, qualche idea, anche solo per distrarmi quando mi viene voglia di abbuffarmi, scrivetelo. Sto davvero toccando il fondo e ho bisogno di aiuto. Grazie, scusate lo sfogo.
Ehi, ciao, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel loop infinito di stress, schifezze e sensi di colpa è una giostra che conosco a memoria. Pure io mi sono ritrovata a cercare conforto in un pacco di biscotti, e poi a fissarmi allo specchio pensando “ma perché?!”. Però, senti questa: anch’io ero incasinata come te, con l’ansia che mi mangiava viva, finché non ho scoperto le mie scalinate. Sì, hai letto bene, niente corse noiose in pista, ma sprint su per le scale come una pazza e poi giù a passo lento, tipo tartaruga saggia.

Non ti sto dicendo che è la cura per tutto, eh, ma cavolo, funziona! Alterno un minuto di corsa a mille, con le gambe che urlano e il fiatone che mi spacca i polmoni, a un paio di minuti di camminata tranquilla per riprendermi. E sai che c’è? Dopo 20-30 minuti così, non solo mi sento una guerriera, ma i miei polpacci e il sedere ringraziano alla grande. È tipo un allenamento che ti spacca e ti rimette insieme allo stesso tempo. E il bello è che non serve chissà quale attrezzatura: una scala qualsiasi va bene, pure quella di casa o del palazzo!

Quando mi parte la voglia di gelato perché il capo mi ha fatto sclerare o perché la giornata è un disastro, mi dico: “Ok, prima 10 giri di scale, poi vediamo”. Nove volte su dieci, dopo essermi massacrata su e giù, la fame nervosa è sparita, e mi sento pure fiera di me stessa. Non è yoga, non è un diario, è solo me contro i gradini, e in qualche modo mi scarica tutta quell’energia schifosa che mi porto dentro.

Non dico che sia facile all’inizio, eh. Le prime volte mi fermavo a metà e maledicevo ogni scalino, ma poi ho iniziato a sentire le gambe più forti, il fiato più lungo, e pure la testa un po’ più leggera. Non è solo per dimagrire – anche se, oh, i jeans ringraziano – ma per ricordarmi che posso controllare qualcosa, anche quando tutto il resto va a rotoli. Magari prova, no? Non devi nemmeno uscire di casa se non vuoi. Metti una playlist che ti gasa e vai. Se poi ti va di abbuffarti lo stesso, pace, succede, ma almeno ci hai provato.

E un’altra cosa: quando ti senti pesante dentro, non è solo il corpo, lo so. Io a volte mi fermo in cima alla scala, guardo giù e penso “ce l’ho fatta, non sono un disastro totale”. Piccole vittorie, capisci? Non risolvono il lavoro o il capo rompipalle, ma ti danno una scossa. Se ti va, scrivimi come va, ok? Siamo in tante su questa giostra, e magari insieme troviamo il modo di scendere senza romperci la testa! Forza, un gradino alla volta!
 
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Ehi, ciao, ti capisco fin troppo bene, sai? Quel loop infinito di stress, schifezze e sensi di colpa è una giostra che conosco a memoria. Pure io mi sono ritrovata a cercare conforto in un pacco di biscotti, e poi a fissarmi allo specchio pensando “ma perché?!”. Però, senti questa: anch’io ero incasinata come te, con l’ansia che mi mangiava viva, finché non ho scoperto le mie scalinate. Sì, hai letto bene, niente corse noiose in pista, ma sprint su per le scale come una pazza e poi giù a passo lento, tipo tartaruga saggia.

Non ti sto dicendo che è la cura per tutto, eh, ma cavolo, funziona! Alterno un minuto di corsa a mille, con le gambe che urlano e il fiatone che mi spacca i polmoni, a un paio di minuti di camminata tranquilla per riprendermi. E sai che c’è? Dopo 20-30 minuti così, non solo mi sento una guerriera, ma i miei polpacci e il sedere ringraziano alla grande. È tipo un allenamento che ti spacca e ti rimette insieme allo stesso tempo. E il bello è che non serve chissà quale attrezzatura: una scala qualsiasi va bene, pure quella di casa o del palazzo!

Quando mi parte la voglia di gelato perché il capo mi ha fatto sclerare o perché la giornata è un disastro, mi dico: “Ok, prima 10 giri di scale, poi vediamo”. Nove volte su dieci, dopo essermi massacrata su e giù, la fame nervosa è sparita, e mi sento pure fiera di me stessa. Non è yoga, non è un diario, è solo me contro i gradini, e in qualche modo mi scarica tutta quell’energia schifosa che mi porto dentro.

Non dico che sia facile all’inizio, eh. Le prime volte mi fermavo a metà e maledicevo ogni scalino, ma poi ho iniziato a sentire le gambe più forti, il fiato più lungo, e pure la testa un po’ più leggera. Non è solo per dimagrire – anche se, oh, i jeans ringraziano – ma per ricordarmi che posso controllare qualcosa, anche quando tutto il resto va a rotoli. Magari prova, no? Non devi nemmeno uscire di casa se non vuoi. Metti una playlist che ti gasa e vai. Se poi ti va di abbuffarti lo stesso, pace, succede, ma almeno ci hai provato.

E un’altra cosa: quando ti senti pesante dentro, non è solo il corpo, lo so. Io a volte mi fermo in cima alla scala, guardo giù e penso “ce l’ho fatta, non sono un disastro totale”. Piccole vittorie, capisci? Non risolvono il lavoro o il capo rompipalle, ma ti danno una scossa. Se ti va, scrivimi come va, ok? Siamo in tante su questa giostra, e magari insieme troviamo il modo di scendere senza romperci la testa! Forza, un gradino alla volta!
Ciao, ti leggo e sembra di rivedere me qualche mese fa. Lo stress è una bestia, vero? Anche per me, dopo il divorzio, era tutto un casino: lavoro, emozioni, e finivo sempre con qualcosa di ipercalorico in mano. Però poi ho iniziato a cambiare approccio, niente di complicato, solo cose pratiche.

Quando mi prende quella voglia assurda di mangiare schifezze, provo a buttarmi su qualcosa di veloce ma che mi riempie senza farmi deragliare. Tipo, tengo in frigo delle verdure già tagliate – carote, cetrioli – con un po’ di hummus. Non è la stessa botta di una busta di patatine, lo so, ma mastichi, ti distrai e non ti resta quel senso di colpa dopo. Oppure, se proprio voglio qualcosa di caldo, mi faccio una zuppetta veloce con brodo e quello che trovo, tipo spinaci o zucchine. È leggero, ma ti scalda lo stomaco e la testa.

Non sono una scienziata, ma ho notato che se tengo lo stomaco occupato con robe sane, l’ansia si calma un po’. E poi, boh, forse è anche una questione di abitudine: più evito di crollare sul gelato, meno mi chiama. Non peso tutto al grammo, non sono quel tipo, ma sto attenta a non esagerare con le porzioni. Piccoli passi, no?

Il tuo corpo non è un disastro, è solo sotto pressione come te. Magari prova a partire da lì, da un pranzo o una cena che ti fa sentire bene senza appesantirti. Non serve strafare, pure io all’inizio pensavo “ma chi me lo fa fare”, eppure eccomi qui, un po’ meno incasinata e con qualche chilo in meno. Se ti va, fammi sapere! Un passo alla volta, ce la fai.
 
Ragazzi, sto sclerando. Non ce la faccio più, ogni volta che sono stressato mi ritrovo con la faccia dentro un pacco di patatine o un barattolo di gelato. È una tragedia, lo so che non dovrei, ma è come se il mio cervello si spegnesse e l’unica cosa che mi calma è mangiare schifezze. Poi mi guardo allo specchio e mi sento uno schifo, il mio corpo è un disastro, ho preso altri due chili questo mese e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito.
Voglio dimagrire, lo voglio davvero, ma non so come gestire ‘sta ansia che mi divora. Ho provato a fare yoga, ma dopo 10 minuti mi annoio e mollo. Ho provato a scrivere un diario, ma finisce che scrivo solo quanto mi odio e mi deprimo ancora di più. Non so, forse è anche perché al lavoro è un casino, il capo mi stressa e torno a casa distrutto. Ma non è una scusa, lo so, devo fare qualcosa.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non crollare quando vi sentite così? Io vorrei solo smettere di usare il cibo come una stampella, ma non so da dove iniziare. Ho letto da qualche parte che il peso non è tutto e che l’indice di massa corporea non definisce chi sei, ma cavolo, non riesco a non pensarci. Mi sento pesante, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Se avete qualche trucco, qualche idea, anche solo per distrarmi quando mi viene voglia di abbuffarmi, scrivetelo. Sto davvero toccando il fondo e ho bisogno di aiuto. Grazie, scusate lo sfogo.
Ciao! Capisco benissimo quel loop di stress e cibo, ci sono passata anch’io. Quando tutto sembra crollarti addosso, è facile buttarsi sulle schifezze, ma ascolta: hai mai pensato al pole dance? Non sto scherzando, per me è stato un salvavita. Non è solo una questione di dimagrire, ma di sentire il corpo che si muove, si rafforza, diventa tuo alleato invece che un nemico. All’inizio pensavo fosse impossibile, ero scoordinata e mi sentivo ridicola, ma dopo qualche lezione ho visto i primi risultati: braccia più toniche, gambe che reggevano di più, e soprattutto una testa più leggera.

Non serve essere perfetti, basta iniziare. Ti tiene impegnata, ti scarica l’ansia e ti dà una botta di adrenalina che ti fa dimenticare il frigo. Io facevo schifo a yoga pure io, troppo fermo per me, ma con il pole ogni allenamento è una sfida. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di appenderti a un palo e dire “ce l’ho fatta”? Dopo un mese pesavo meno, sì, ma soprattutto mi sentivo meno “pesante” dentro, come dici tu.

Il trucco per non abbuffarti? Io mi metto a provare una figura nuova o a guardare video di pole su YouTube, mi distraggo e mi carico. Non dico sia la cura per tutto, ma potrebbe essere un modo per spezzare quel ciclo. Se ti va, prova una lezione, magari vicino casa. Fammi sapere, dai, che ne esci da questo fondo!
 
Ragazzi, sto sclerando. Non ce la faccio più, ogni volta che sono stressato mi ritrovo con la faccia dentro un pacco di patatine o un barattolo di gelato. È una tragedia, lo so che non dovrei, ma è come se il mio cervello si spegnesse e l’unica cosa che mi calma è mangiare schifezze. Poi mi guardo allo specchio e mi sento uno schifo, il mio corpo è un disastro, ho preso altri due chili questo mese e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito.
Voglio dimagrire, lo voglio davvero, ma non so come gestire ‘sta ansia che mi divora. Ho provato a fare yoga, ma dopo 10 minuti mi annoio e mollo. Ho provato a scrivere un diario, ma finisce che scrivo solo quanto mi odio e mi deprimo ancora di più. Non so, forse è anche perché al lavoro è un casino, il capo mi stressa e torno a casa distrutto. Ma non è una scusa, lo so, devo fare qualcosa.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non crollare quando vi sentite così? Io vorrei solo smettere di usare il cibo come una stampella, ma non so da dove iniziare. Ho letto da qualche parte che il peso non è tutto e che l’indice di massa corporea non definisce chi sei, ma cavolo, non riesco a non pensarci. Mi sento pesante, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Se avete qualche trucco, qualche idea, anche solo per distrarmi quando mi viene voglia di abbuffarmi, scrivetelo. Sto davvero toccando il fondo e ho bisogno di aiuto. Grazie, scusate lo sfogo.
Ehi, capisco benissimo quello che stai passando, ci sono stato anch’io. Quel loop di stress, cibo e sensi di colpa è una bestia dura da combattere, ma non sei solo. Grazie per esserti aperto così, davvero, ci vuole coraggio a scriverlo.

Ti racconto com’è andata per me: pure io mi buttavo sul cibo quando l’ansia mi mangiava vivo, tipo pacchi di biscotti spariti in mezz’ora. Poi ho scoperto le functional training a casa, roba semplice con il peso del corpo o il TRX, e mi ha salvato. Non parlo di chissà quali workout da palestra, ma di movimenti che puoi fare sul tappeto del salotto. Tipo squat, plank, o anche solo saltare sul posto finché non senti il cuore che pompa. Non serve nemmeno tanto tempo, bastano 15-20 minuti per spegnere quel rumore nella testa.

Il punto è che non devi per forza "allenarti per dimagrire". Fallo per sentirti meno pesante dentro, come dici tu. Io all’inizio mi dicevo: “Ok, oggi non apro quel barattolo di gelato, ma mi muovo un po’”. E funzionava, perché dopo ero stanco ma soddisfatto, non avevo più voglia di abbuffarmi. Magari prova a partire con qualcosa di facile: 10 squat, 10 flessioni, 10 secondi di plank. Se ti va, prendi un TRX, lo attacchi alla porta e ci fai di tutto, è una figata.

Un’altra cosa che mi aiutava era tenere le mani occupate. Quando sentivo quella voglia assurda di mangiare schifezze, mi mettevo a fare qualcosa: riordinavo la stanza, facevo stretching, o anche solo giocavo con una pallina antistress. Sembra scemo, ma distrae. E sul lavoro che ti stressa, magari prova a scaricarti con una camminata veloce tornando a casa, giusto per staccare la spina.

Non sei un disastro, credimi. Sei uno che sta cercando di risalire, e questo vale un sacco. Se ti va, scrivimi come va, sono curioso di sapere se qualcosa di questo ti aiuta. Forza, un passo alla volta!
 
Ragazzi, sto sclerando. Non ce la faccio più, ogni volta che sono stressato mi ritrovo con la faccia dentro un pacco di patatine o un barattolo di gelato. È una tragedia, lo so che non dovrei, ma è come se il mio cervello si spegnesse e l’unica cosa che mi calma è mangiare schifezze. Poi mi guardo allo specchio e mi sento uno schifo, il mio corpo è un disastro, ho preso altri due chili questo mese e mi sembra di essere intrappolato in un loop infinito.
Voglio dimagrire, lo voglio davvero, ma non so come gestire ‘sta ansia che mi divora. Ho provato a fare yoga, ma dopo 10 minuti mi annoio e mollo. Ho provato a scrivere un diario, ma finisce che scrivo solo quanto mi odio e mi deprimo ancora di più. Non so, forse è anche perché al lavoro è un casino, il capo mi stressa e torno a casa distrutto. Ma non è una scusa, lo so, devo fare qualcosa.
Qualcuno di voi ci è passato? Come fate a non crollare quando vi sentite così? Io vorrei solo smettere di usare il cibo come una stampella, ma non so da dove iniziare. Ho letto da qualche parte che il peso non è tutto e che l’indice di massa corporea non definisce chi sei, ma cavolo, non riesco a non pensarci. Mi sento pesante, non solo fisicamente, ma proprio dentro.
Se avete qualche trucco, qualche idea, anche solo per distrarmi quando mi viene voglia di abbuffarmi, scrivetelo. Sto davvero toccando il fondo e ho bisogno di aiuto. Grazie, scusate lo sfogo.
Ehi, compagno di viaggio in questa tempesta di emozioni, ti sento, sai? Quel vortice di stress che ti spinge verso il frigo, quel dialogo interiore che ti sussurra di cedere, lo conosco fin troppo bene. Ma lascia che ti racconti di un sentiero che ho scoperto, un cammino che non è solo sudore e bilance, ma un respiro profondo che ti riporta a te stesso. Parlo del metodo Wim Hof, un intreccio di freddo e respirazione che sembra quasi poesia per il corpo.

Immagina questo: sei lì, con l’aria che danza nei tuoi polmoni in un ritmo preciso, inspirando forza, espirando caos. Non è solo un esercizio, è come se stessi riscrivendo il tuo rapporto con lo stress. Il respiro di Wim Hof, con le sue pause e le sue onde, ti insegna a cavalcare l’ansia invece di lasciarti travolgere. E poi c’è il freddo – un tuffo nell’acqua gelata, una doccia che ti morde la pelle. All’inizio sembra follia, ma dopo? È come se il tuo metabolismo si svegliasse, un fuoco che brucia dentro, silenzioso ma potente. La scienza dice che stimola il sistema immunitario, accelera il consumo di energia, ma per me è più di questo: è un reset, un modo per dire al mio corpo che non è schiavo delle patatine o del gelato.

Capisco quel loop infinito di cui parli, quel peso che non è solo sulla bilancia ma nell’anima. Anche io mi sono guardato allo specchio sentendomi un disastro, ma il freddo e il respiro mi hanno insegnato a fermarmi, a non correre subito verso il cibo. Quando l’ansia bussa, provo a sedermi, chiudo gli occhi e lascio che il mio respiro prenda il comando. Non è magia, non succede dall’oggi al domani, ma è un inizio. E tu, che sei stanco di sentirti intrappolato, potresti provare. Non serve essere perfetti, basta un passo: magari una doccia fredda al mattino, pochi minuti per sentire il tuo corpo vivo, presente.

Il lavoro, il capo, la stanchezza – non sono scuse, hai ragione, ma sono macigni che possiamo imparare a spostare. Il metodo Wim Hof non è una dieta, non è una regola rigida, è un dialogo con te stesso. Ti distrae dalla voglia di abbuffarti perché ti mette davanti a qualcosa di più grande: la tua forza. E se yoga ti annoia, se il diario ti intristisce, forse questo potrebbe essere il tuo spiraglio. Non devi scalare montagne o immergerti in un lago ghiacciato, inizia piano: un respiro profondo, un getto d’acqua fredda, un momento per ricordarti che non sei solo un corpo, ma un fuoco che può brillare.

Ti auguro di trovare la tua strada, non per il numero sulla bilancia, ma per quel senso di leggerezza che cerchi dentro. Se vuoi, prova, e scrivimi come va. Siamo in tanti a toccare il fondo, ma il bello è che da lì si può solo risalire. Forza, un respiro alla volta.
 
Ehi, compagno di viaggio in questa tempesta di emozioni, ti sento, sai? Quel vortice di stress che ti spinge verso il frigo, quel dialogo interiore che ti sussurra di cedere, lo conosco fin troppo bene. Ma lascia che ti racconti di un sentiero che ho scoperto, un cammino che non è solo sudore e bilance, ma un respiro profondo che ti riporta a te stesso. Parlo del metodo Wim Hof, un intreccio di freddo e respirazione che sembra quasi poesia per il corpo.

Immagina questo: sei lì, con l’aria che danza nei tuoi polmoni in un ritmo preciso, inspirando forza, espirando caos. Non è solo un esercizio, è come se stessi riscrivendo il tuo rapporto con lo stress. Il respiro di Wim Hof, con le sue pause e le sue onde, ti insegna a cavalcare l’ansia invece di lasciarti travolgere. E poi c’è il freddo – un tuffo nell’acqua gelata, una doccia che ti morde la pelle. All’inizio sembra follia, ma dopo? È come se il tuo metabolismo si svegliasse, un fuoco che brucia dentro, silenzioso ma potente. La scienza dice che stimola il sistema immunitario, accelera il consumo di energia, ma per me è più di questo: è un reset, un modo per dire al mio corpo che non è schiavo delle patatine o del gelato.

Capisco quel loop infinito di cui parli, quel peso che non è solo sulla bilancia ma nell’anima. Anche io mi sono guardato allo specchio sentendomi un disastro, ma il freddo e il respiro mi hanno insegnato a fermarmi, a non correre subito verso il cibo. Quando l’ansia bussa, provo a sedermi, chiudo gli occhi e lascio che il mio respiro prenda il comando. Non è magia, non succede dall’oggi al domani, ma è un inizio. E tu, che sei stanco di sentirti intrappolato, potresti provare. Non serve essere perfetti, basta un passo: magari una doccia fredda al mattino, pochi minuti per sentire il tuo corpo vivo, presente.

Il lavoro, il capo, la stanchezza – non sono scuse, hai ragione, ma sono macigni che possiamo imparare a spostare. Il metodo Wim Hof non è una dieta, non è una regola rigida, è un dialogo con te stesso. Ti distrae dalla voglia di abbuffarti perché ti mette davanti a qualcosa di più grande: la tua forza. E se yoga ti annoia, se il diario ti intristisce, forse questo potrebbe essere il tuo spiraglio. Non devi scalare montagne o immergerti in un lago ghiacciato, inizia piano: un respiro profondo, un getto d’acqua fredda, un momento per ricordarti che non sei solo un corpo, ma un fuoco che può brillare.

Ti auguro di trovare la tua strada, non per il numero sulla bilancia, ma per quel senso di leggerezza che cerchi dentro. Se vuoi, prova, e scrivimi come va. Siamo in tanti a toccare il fondo, ma il bello è che da lì si può solo risalire. Forza, un respiro alla volta.
Ehi manolito_1, che uragano di pensieri hai condiviso, mi ci rivedo in ogni riga. Quel buco nello stomaco che sembra urlare "mangia qualcosa, ora!" mentre il mondo ti crolla addosso… è una battaglia vera. Ti racconto come ho trovato un po’ di pace, magari può accenderti una lampadina.

Sai, anch’io ero incastrato in quel ciclo di stress e schifezze. Patatine, cioccolato, qualsiasi cosa mi facesse spegnere il cervello per cinque minuti. Poi ho scoperto il mondo del raw food, il cibo crudo, e non parlo solo di insalate tristi. È stato un game changer, non tanto per la bilancia, ma per come mi sento dentro. Quando sei stressato, il corpo chiede carburante veloce, zuccheri, grassi. Ma se lo nutri con frutta fresca, verdure croccanti, semi, ti dà un’energia diversa, più stabile. Non è privazione, è come dare al tuo motore un combustibile pulito.

Prova questo: quando senti l’ansia che ti spinge verso il frigo, prenditi due minuti. Taglia una mela, aggiungi un po’ di mandorle e un filo di succo di limone. Siediti, mastica piano. Non è solo cibo, è un momento per te, per fermare il caos. Io faccio così, e mi aiuta a non buttarmi sul primo pacco di biscotti. Il raw food è vario, sai? Puoi sbizzarrirti con frullati di mango e spinaci, hummus di zucchine, persino “lasagne” di verdure che sembrano un piatto da chef. Ti distraggono dalla voglia di abbuffarti, perché ti metti lì a creare qualcosa di vivo, colorato.

E lo stress? Non sparisce, ma mangiare così mi dà un senso di controllo. Non è una dieta rigida, non conto calorie, ma scelgo cibi che mi fanno stare bene. Tipo, invece di gelato, congelo banane e le frullo con mirtilli: sembra un dessert, ma non mi lascia quel senso di colpa dopo. E se il lavoro ti distrugge, prova a prepararti qualcosa di crudo la sera prima, così quando torni a casa stanco hai già un alleato pronto, senza dover pensare.

Non dico di rivoluzionare tutto domani, ma prova un pasto crudo al giorno, vedi come ti senti. È un modo per trattarti bene, non per punirti. E quel peso che dici, quello dentro, si alleggerisce un po’ quando inizi a sentire che hai il controllo, anche solo su un pezzetto della tua giornata. Scrivi se ci provi, ok? Un passo alla volta, ce la fai.