Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di viaggio verso un piatto più leggero"? Oggi voglio raccontarvi come sto domando la mia fame con il famoso "metodo del piatto" – sì, quello che sembra un gioco di geometria ma in realtà è una piccola rivoluzione a tavola!
Immaginatevi la scena: io, una che fino a ieri riempiva il piatto come se fosse l’ultima cena, ora mi ritrovo a fare le porzioni con il righello immaginario. Metà piatto? Verdure, belle colorate e croccanti, che sembrano quasi guardarmi con aria di sfida. Un quarto? Proteine, tipo un bel pezzo di pollo o del pesce che mi fa sentire forte come un gladiatore. L’altro quarto? Carboidrati, quei birichini che cerco di non esagerare – un po’ di riso integrale o patate che mi fanno l’occhiolino mentre li peso con lo sguardo.
All’inizio, ve lo confesso, sembrava una missione impossibile. "Solo metà verdure? Ma io voglio la pasta!" – urlava la me interiore. Però ho preso la cosa come un gioco: ogni pasto una nuova sfida per bilanciare tutto senza sentirmi privata di qualcosa. Ho scattato qualche foto – sì, sono quella persona adesso – e vi giuro che vedere il mio piatto così ordinato mi dà una soddisfazione che non mi aspettavo. Tipo ieri: zucchine grigliate che occupavano il loro bel mezzo piatto, un filetto di salmone che sembrava posare per una rivista, e un pugnetto di quinoa che mi ha fatto pensare "ok, posso farcela".
Il trucco? Non mi sono buttata a capofitto, eh. Ho iniziato piano, rubando spazio ai carboidrati un po’ alla volta, come un ladro gentile con me stessa. La prima settimana sembrava una tragedia greca, ma poi il mio stomaco ha smesso di lamentarsi e ha detto: "Va bene, ci sto". Ora è quasi un rito: scelgo i colori, sistemo tutto come un puzzle e mi sento un’artista della cucina.
Non vi tedio con i numeri sulla bilancia – anche perché non è solo quello il punto – ma vi dico che mi sento più leggera, e non solo nel senso fisico. È come se stessi imparando a volermi bene un pasto alla volta. Qualcuno di voi ha provato? O sono l’unica pazza che parla con le sue zucchine mentre le griglia? Dai, fatemi vedere i vostri piatti perfetti, che ci ispiriamo a vicenda!
Immaginatevi la scena: io, una che fino a ieri riempiva il piatto come se fosse l’ultima cena, ora mi ritrovo a fare le porzioni con il righello immaginario. Metà piatto? Verdure, belle colorate e croccanti, che sembrano quasi guardarmi con aria di sfida. Un quarto? Proteine, tipo un bel pezzo di pollo o del pesce che mi fa sentire forte come un gladiatore. L’altro quarto? Carboidrati, quei birichini che cerco di non esagerare – un po’ di riso integrale o patate che mi fanno l’occhiolino mentre li peso con lo sguardo.
All’inizio, ve lo confesso, sembrava una missione impossibile. "Solo metà verdure? Ma io voglio la pasta!" – urlava la me interiore. Però ho preso la cosa come un gioco: ogni pasto una nuova sfida per bilanciare tutto senza sentirmi privata di qualcosa. Ho scattato qualche foto – sì, sono quella persona adesso – e vi giuro che vedere il mio piatto così ordinato mi dà una soddisfazione che non mi aspettavo. Tipo ieri: zucchine grigliate che occupavano il loro bel mezzo piatto, un filetto di salmone che sembrava posare per una rivista, e un pugnetto di quinoa che mi ha fatto pensare "ok, posso farcela".
Il trucco? Non mi sono buttata a capofitto, eh. Ho iniziato piano, rubando spazio ai carboidrati un po’ alla volta, come un ladro gentile con me stessa. La prima settimana sembrava una tragedia greca, ma poi il mio stomaco ha smesso di lamentarsi e ha detto: "Va bene, ci sto". Ora è quasi un rito: scelgo i colori, sistemo tutto come un puzzle e mi sento un’artista della cucina.
Non vi tedio con i numeri sulla bilancia – anche perché non è solo quello il punto – ma vi dico che mi sento più leggera, e non solo nel senso fisico. È come se stessi imparando a volermi bene un pasto alla volta. Qualcuno di voi ha provato? O sono l’unica pazza che parla con le sue zucchine mentre le griglia? Dai, fatemi vedere i vostri piatti perfetti, che ci ispiriamo a vicenda!