Ragazzi, non so nemmeno da dove cominciare stasera. Esco da una cena con amici in un ristorantino qui vicino, uno di quei posti con luci soffuse e profumo di basilico che ti avvolge appena entri. E mentre ero lì, con un’insalata di quinoa e verdure grigliate davanti a me, mi sono resa conto di quanto sia cambiato tutto. Non parlo solo del cibo, ma di me. Di come mi sento quando scelgo cosa mettere nel piatto, di come il mio corpo risponde, di come la mia testa… beh, non dico che sia tutto a posto, ma ci stiamo lavorando.
Dopo il divorzio, sapete, era come se il mondo mi fosse crollato addosso. Mi guardavo allo specchio e vedevo solo quello che non volevo essere. Non era solo il peso in più, era il peso di tutto: la solitudine, le notti insonni, le domande senza risposta. Poi un giorno, non so nemmeno perché, ho messo le scarpe da ginnastica e sono andata a camminare. Non era un piano, non era una dieta, era solo… muovermi. Come se ogni passo fosse un modo per lasciare indietro un pezzetto di quel dolore.
Adesso, quando mangio fuori, non mi sento più in colpa se ordino qualcosa di sano ma gustoso. Stasera, per esempio, ho preso quella quinoa con zucchine, pomodorini e un filo d’olio che sembrava un quadro. E sapete una cosa? Mi sono goduta ogni boccone. Non perché fosse “dietetico”, ma perché sentivo che stavo dando al mio corpo qualcosa di buono, qualcosa che meritavo. E poi, dopo cena, invece di tornare a casa a rimuginare, ho messo la mia playlist preferita e ho ballato per strada, sotto i lampioni, come una pazza. Qualche passante mi ha guardato strano, ma chissenefrega.
Ballare, camminare, muovermi… è come se stessi riscrivendo la mia storia. Ogni passo, ogni canzone che mi fa venire voglia di saltare, è un pezzo di me che torna a vivere. Non sto dicendo che sia facile, eh. Ci sono giorni in cui vorrei solo affogarmi in un piatto di carbonara e non pensare a niente. Ma poi mi ricordo di come mi sento dopo una passeggiata lunga, con il vento in faccia e il cuore che batte forte. O di come mi guardo allo specchio e vedo una donna che, piano piano, sta imparando ad amarsi di nuovo.
Mangiare fuori non è più una trappola per me. È una scelta. Scelgo i colori nel piatto, scelgo di ascoltare il mio corpo, scelgo di muovermi dopo, anche solo per una camminata sotto le stelle. Non so dove mi porterà tutto questo, ma per la prima volta dopo tanto tempo, sento che sto andando da qualche parte. E, cavolo, è una bella sensazione.
Dopo il divorzio, sapete, era come se il mondo mi fosse crollato addosso. Mi guardavo allo specchio e vedevo solo quello che non volevo essere. Non era solo il peso in più, era il peso di tutto: la solitudine, le notti insonni, le domande senza risposta. Poi un giorno, non so nemmeno perché, ho messo le scarpe da ginnastica e sono andata a camminare. Non era un piano, non era una dieta, era solo… muovermi. Come se ogni passo fosse un modo per lasciare indietro un pezzetto di quel dolore.
Adesso, quando mangio fuori, non mi sento più in colpa se ordino qualcosa di sano ma gustoso. Stasera, per esempio, ho preso quella quinoa con zucchine, pomodorini e un filo d’olio che sembrava un quadro. E sapete una cosa? Mi sono goduta ogni boccone. Non perché fosse “dietetico”, ma perché sentivo che stavo dando al mio corpo qualcosa di buono, qualcosa che meritavo. E poi, dopo cena, invece di tornare a casa a rimuginare, ho messo la mia playlist preferita e ho ballato per strada, sotto i lampioni, come una pazza. Qualche passante mi ha guardato strano, ma chissenefrega.
Ballare, camminare, muovermi… è come se stessi riscrivendo la mia storia. Ogni passo, ogni canzone che mi fa venire voglia di saltare, è un pezzo di me che torna a vivere. Non sto dicendo che sia facile, eh. Ci sono giorni in cui vorrei solo affogarmi in un piatto di carbonara e non pensare a niente. Ma poi mi ricordo di come mi sento dopo una passeggiata lunga, con il vento in faccia e il cuore che batte forte. O di come mi guardo allo specchio e vedo una donna che, piano piano, sta imparando ad amarsi di nuovo.
Mangiare fuori non è più una trappola per me. È una scelta. Scelgo i colori nel piatto, scelgo di ascoltare il mio corpo, scelgo di muovermi dopo, anche solo per una camminata sotto le stelle. Non so dove mi porterà tutto questo, ma per la prima volta dopo tanto tempo, sento che sto andando da qualche parte. E, cavolo, è una bella sensazione.