Ragazzi, scusate se parto un po’ stizzito, ma sono stanco di leggere sempre le solite discussioni su casa o palestra come se fosse una gara a chi ha ragione! Io vengo da un periodo schifoso, una malattia che mi ha inchiodato per mesi. Tra cure e ospedale, ho messo su chili che non mi riconosco più allo specchio. E ora che sto provando a rimettermi in carreggiata, vi dico una cosa: non è il “dove” ti alleni che conta, ma il “come” lo fai senza farti male!
Io a casa ci provo, ok? Ho preso un tappetino, un paio di pesetti leggeri, e seguo qualche video su YouTube. Ma dopo cinque minuti di squat mi gira la testa, e non è che posso ignorarlo, no? Il mio medico mi ha detto chiaro e tondo: vai piano, ascolta il corpo, non strafare. E in palestra? Ci sono stato una volta, e mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Tutti a correre come matti o a sollevare quintali, e io lì, a fare stretching come un nonno. Non fraintendetemi, la palestra ha i suoi vantaggi: attrezzi seri, magari un trainer che ti segue. Ma vuoi mettere la comodità di casa? Niente sguardi, niente stress di orari, e se mi stanco mi butto sul divano senza drammi.
Però, vi dico, il vero problema non è solo l’allenamento. Mangiare bene è la chiave, e non parlo di contare calorie come un ossesso. Dopo la malattia, il mio corpo è un casino: ho voglie strane, a volte zero fame, a volte mangerei un bisonte. Sto provando a mangiare cose semplici, tipo carne, pesce, verdure, roba che mi dà energia senza appesantirmi. Non seguo una dieta precisa, ma cerco di evitare schifezze e zuccheri che mi fanno sentire uno straccio. E credetemi, non è facile quando sei stato fermo tanto tempo e il tuo metabolismo sembra in vacanza permanente.
Tornando al punto, casa o palestra non è il dilemma. Il dilemma è riprendere fiducia, muoversi senza paura di crollare. Io alterno: un giorno cammino mezz’ora vicino casa, un giorno provo qualche esercizio sul tappetino. In palestra ci tornerò, ma solo quando mi sentirò meno fragile. E se c’è una cosa che ho imparato, è che non serve ammazzarsi di fatica per vedere progressi. Basta essere costanti, anche se vai a passo di lumaca.
Voi che fate? Chi di voi è ripartito da zero come me? E come cavolo fate a non arrabbiarvi quando il corpo non risponde come vorreste? Datemi un consiglio, che qui mi sembra di combattere contro i mulini a vento.
Io a casa ci provo, ok? Ho preso un tappetino, un paio di pesetti leggeri, e seguo qualche video su YouTube. Ma dopo cinque minuti di squat mi gira la testa, e non è che posso ignorarlo, no? Il mio medico mi ha detto chiaro e tondo: vai piano, ascolta il corpo, non strafare. E in palestra? Ci sono stato una volta, e mi sentivo un pesce fuor d’acqua. Tutti a correre come matti o a sollevare quintali, e io lì, a fare stretching come un nonno. Non fraintendetemi, la palestra ha i suoi vantaggi: attrezzi seri, magari un trainer che ti segue. Ma vuoi mettere la comodità di casa? Niente sguardi, niente stress di orari, e se mi stanco mi butto sul divano senza drammi.
Però, vi dico, il vero problema non è solo l’allenamento. Mangiare bene è la chiave, e non parlo di contare calorie come un ossesso. Dopo la malattia, il mio corpo è un casino: ho voglie strane, a volte zero fame, a volte mangerei un bisonte. Sto provando a mangiare cose semplici, tipo carne, pesce, verdure, roba che mi dà energia senza appesantirmi. Non seguo una dieta precisa, ma cerco di evitare schifezze e zuccheri che mi fanno sentire uno straccio. E credetemi, non è facile quando sei stato fermo tanto tempo e il tuo metabolismo sembra in vacanza permanente.
Tornando al punto, casa o palestra non è il dilemma. Il dilemma è riprendere fiducia, muoversi senza paura di crollare. Io alterno: un giorno cammino mezz’ora vicino casa, un giorno provo qualche esercizio sul tappetino. In palestra ci tornerò, ma solo quando mi sentirò meno fragile. E se c’è una cosa che ho imparato, è che non serve ammazzarsi di fatica per vedere progressi. Basta essere costanti, anche se vai a passo di lumaca.
Voi che fate? Chi di voi è ripartito da zero come me? E come cavolo fate a non arrabbiarvi quando il corpo non risponde come vorreste? Datemi un consiglio, che qui mi sembra di combattere contro i mulini a vento.