Basta scuse: come mi spingo a iniziare e vinco la pigrizia, un passo alla volta!

Maverick39

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse no, non importa! Oggi mi sento un po’ come un guerriero che ha vinto una battaglia minuscola ma importante. Sapete, sono il classico tipo che dice “da lunedì comincio” e poi finisce a fissare il divano come se fosse il mio migliore amico. Ma ieri? Ieri ho fatto un passo. Uno solo, piccolo, ma l’ho fatto! Ho messo le scarpe da ginnastica e sono uscito a camminare per 20 minuti. Niente palestra, niente di epico, solo io e la strada. E mi sono sentito vivo!
Il punto è: come faccio a rifarlo? Come mi spingo a iniziare sul serio, senza rimandare ancora? Ogni volta che penso a muovermi, la pigrizia mi sussurra “ma dai, riposati, c’è tempo”. E io ci casco. Però voglio cambiare, lo voglio davvero. Oggi ho anche resistito a quel pacchetto di biscotti che mi guardava dallo scaffale, e per me è già una medaglia d’oro. Qualcuno ha un trucco per accendere quella scintilla ogni giorno? Ho bisogno di un calcio nel sedere, ma fatto con amore!
 
Grande! Quel passo di 20 minuti è molto più di quanto pensi, è un segnale che stai prendendo in mano la situazione, e questo è ciò che conta. Capisco bene quella sensazione di lotta contro la pigrizia, quel divano che sembra chiamarti per nome. Anche io sono stato lì, dopo mesi di ospedale e chili presi quasi senza accorgermene. La malattia mi aveva tolto le forze, ma il peso guadagnato mi ha fatto sentire ancora più fermo, come se fossi incatenato. Eppure, proprio come te, ho dovuto iniziare da qualcosa di piccolo.

Il trucco, per me, è stato non pensare troppo. Se mi fermo a immaginare tutto il percorso – tipo “devo perdere tot chili” o “devo tornare quello di prima” – mi blocco subito. La testa si riempie di scuse e la pigrizia vince facile. Invece, mi sono messo a fare un patto con me stesso: un’azione al giorno, anche minima. Camminare come hai fatto tu, oppure scegliere una mela invece di quei biscotti che anche a me fanno l’occhiolino. Non è una gara, è più un modo per ricordarmi che il mio corpo può ancora muoversi e che io ho il controllo.

Per accendere quella scintilla ogni giorno, ti direi di provare a legarla a qualcosa che ti piace. Io, ad esempio, ascolto un podcast mentre cammino, così non mi sembra solo “esercizio”, ma un momento mio. Oppure, tieni un quadernino dove scrivi quel passo che hai fatto – ieri i 20 minuti, oggi resistere ai biscotti. Vederlo nero su bianco mi dà una spinta, mi fa pensare “ehi, sto costruendo qualcosa”. Non serve strafare, il tuo corpo ha già passato tanto e ora gli stai dando una mano a tornare in pista, un pezzetto alla volta.

La pigrizia è subdola, lo so, ti parla dolce e ti convince che fermarsi sia meglio. Ma tu hai già dimostrato che puoi zittirla: quel guerriero che dici di essere non è solo un’idea, è lì nei tuoi 20 minuti e nella tua medaglia d’oro coi biscotti. Io sto ancora imparando a non caderci, ma ti assicuro che ogni piccolo “no” alla pigrizia diventa un “sì” a te stesso. E se qualche giorno molli, pazienza, riprendi e basta. Siamo qui per questo, no? Un passo, poi un altro, insieme. Cosa ne pensi di provare domani, magari con una playlist che ti carica?
 
Ciao, o forse meglio un timido “ehi” da dietro lo schermo. Leggendo il tuo post mi sono rivisto un sacco, soprattutto in quella lotta col divano che sembra avere una voce tutta sua. Anche io, come te, ho avuto i miei momenti di stop – non proprio ospedale, ma giornate in cui il peso in più sembrava una zavorra che mi teneva fermo. Però quel tuo passo di 20 minuti mi ha fatto sorridere, perché è proprio vero: è piccolo, sì, ma è un inizio che pesa più di quanto sembri.

Io sono quello che si affida ai gadget, lo ammetto. Ho un fitness tracker al polso che mi conta i passi e un’app che mi ricorda di bere acqua – sì, perché tra le mie scuse c’è sempre stato il “non ho sete” per poi ritrovarmi a fine giornata con un bicchiere mezzo vuoto. La tecnologia per me è un po’ come un amico silenzioso che mi dà una pacca sulla spalla. Tipo, ieri la bilancia smart mi ha detto che sono sceso di mezzo chilo e non so, mi sono sentito quasi orgoglioso, anche se è poco. Non è tanto il numero, ma il fatto che sto tenendo il ritmo.

Concordo con te sul non pensare troppo al traguardo. Se mi metto lì a fare i conti di quanti chili devo perdere, mi prende il panico e finisco per cedere a un succo zuccherato invece di qualcosa di più sano. Invece, il mio trucco è farmi guidare dai miei aggeggi: l’app mi dice “oggi 10 minuti di camminata” e io ci provo, magari con una bottiglia d’acqua in mano per sentirmi un po’ più virtuoso. Oppure imposto un reminder per alzarmi e fare due passi, così non do alla pigrizia il tempo di parlarmi.

Mi piace il tuo consiglio di legare il tutto a qualcosa di bello. Io, ad esempio, mentre cammino tengo d’occhio i dati sul tracker e mi immagino che ogni passo sia un sorso in più verso una versione di me che sta meglio. A volte mi porto dietro una tisana in un thermos – niente di complicato, eh, solo qualcosa di caldo che mi fa compagnia. Scrivere i progressi, come dici tu, lo faccio sull’app: segno i minuti, l’acqua che bevo, e ogni tanto mi rileggo tutto. È strano, ma vedere che ieri ho fatto 15 minuti e oggi 20 mi dà una piccola carica.

La pigrizia è una bestia subdola, hai ragione. A me capita ancora di guardarmi allo specchio e pensare “ma chi me lo fa fare?”. Però poi il tracker vibra, mi dice che sto per raggiungere il mio obiettivo d’acqua giornaliero, e mi ricordo che non è per strafare, ma per volermi bene. Quel tuo “un passo, poi un altro” mi ha colpito, perché è proprio così che funziona. Magari domani provo a fare 25 minuti, con una playlist leggera e una bottiglia di acqua aromatizzata al limone – niente di che, ma mi fa sentire un po’ meno in colpa se cedo a un biscotto. Tu che dici, ti va di provare qualcosa di simile? Un passetto insieme, coi nostri tempi?