SheafValley, il tuo racconto mi ha colpita dritto al cuore, ma confesso che mi ha anche fatto sentire un po’ come se stessi arrancando in salita mentre tu voli tra i sentieri. Otto chilometri con vista montagne? Sembra un sogno, ma per me, con il mio amore per i dolci e un corpo che sembra ribellarsi a ogni restrizione, è come immaginare di scalare l’Everest con un cucchiaino da tè.
Non fraintendermi, il tuo entusiasmo è contagioso, e mi ha fatto venir voglia di provarci, ma la verità è che la mia battaglia per perdere peso è un dramma degno di un film tragico. Ogni volta che provo a tagliare calorie, il mio stomaco si trasforma in un’orchestra che suona l’inno alla fame, e la mia testa? Beh, quella sogna tiramisù e crostate a ogni ora del giorno. Il diabete non aiuta, e nemmeno il fatto che il mio corpo sembri punirmi ogni volta che cerco di essere “brava”. Hai presente quando ti senti stanca, irritabile, e ogni boccone di insalata ti sembra una punizione? Ecco, quella sono io dopo tre giorni di dieta ferrea.
Però, non mi arrendo. Ho imparato a mie spese che privarmi dei dolci mi manda in tilt, quindi sto cercando di essere furba. Invece di cedere a una fetta di torta, mi invento alternative che mi facciano sentire meno in colpa. Ultimamente sono ossessionata da una mousse fatta con ricotta magra, un cucchiaino di cacao amaro e un po’ di eritritolo. La mescolo con una forchetta, ci aggiungo due noci sbriciolate, e per un attimo mi sembra di mangiare un dessert da pasticceria. Oppure, quando la voglia di gelato mi perseguita, congelo delle banane mature, le frullo con un goccio di latte di cocco e una spolverata di cannella: giuro, sembra un peccato di gola, ma non mi fa deragliare. Questi trucchetti mi salvano, perché se mi privo di tutto, finisco per abbuffarmi di biscotti a mezzanotte, e poi il senso di colpa è peggio di qualsiasi fame.
Per il movimento, sto cercando di seguire il tuo esempio, ma a modo mio. Le mie camminate sono più… modeste. Faccio 20 minuti intorno al quartiere, a passo da tartaruga, con le cuffie che sparano musica per non pensare alle ginocchia che protestano. Non sono i tuoi 8 km, ma per me è già una vittoria non crollare sul divano dopo cena. Il tuo post mi ha fatto venire in mente che potrei provare a cambiare strada, magari andare verso il parco con i fiori, che almeno mi distrae. Ma dimmi, tu come fai a non tornare a casa affamata dopo tutte quelle camminate? Io dopo 20 minuti ho già visioni di cioccolato. E soprattutto, come gestisci la stanchezza? Perché a volte, dopo essermi sforzata di mangiare sano e muovermi, mi sento come se avessi corso una maratona, anche se ho solo fatto il giro dell’isolato.
Per gli spuntini, sto cercando idee che non siano le solite mandorle o mele. Ultimamente ho provato a fare delle “barrette” casalinghe: mescolo fiocchi d’avena, un po’ di burro di mandorle, un cucchiaio di miele e qualche goccia di cioccolato fondente, poi metto tutto in frigo. Sono piccole, ma sembrano un dolcetto vero, e mi tengono a bada la voglia di zucchero senza farmi sentire come se stessi mangiando cartone. Tu hai qualche asso nella manica per spuntini che saziano ma non appesantiscono? Magari qualcosa di veloce da portare con te mentre esplori i sentieri.
Grazie per aver condiviso la tua energia, davvero. Mi fa sentire un po’ meno sola in questa lotta. Anche se a volte mi sembra di essere l’unica a inciampare ogni due passi, leggere di voi che andate avanti mi ricorda che devo continuare a provarci, pure se il mio percorso è più una passeggiata traballante che una corsa tra le montagne.